Intel vuole riconquistare i Mac di Apple ma ci vorranno anni

A Intel non va giù la scelta di Apple di farsi i chip in casa. Il chief executive Gelsinger vuole riconquistare il business partendo dalla produzione.

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Intel vuole riconquistare i Mac di Apple, dopo averli persi a causa della decisione di Cupertino di passare ai processori autoprodotti M1. E il chief executive Pat Gelsinger tende la mano a Apple, in un'intervista trasmessa domenica dalla Hbo. "Apple ha deciso che avrebbero potuto realizzare un chip migliore di noi. E hanno fatto un ottimo lavoro. Quindi quello che devo fare è creare un chip migliore di quello che possono fare loro. Spero di riconquistare questo pezzo della loro attività, così come molti altri business, nel tempo”, ha dichiarato Gelsinger.

Apple passa ai chip M1. Intel vuole riconquistare il business perduto

Le parole di Gelsinger arrivano dopo che settimana scorsa Intel aveva lanciato una campagna "denigratoria" nei confronti di Apple, dimostrando tutto il suo disappunto per la decisione del produttore degli iPhone d'interrompere un matrimonio che durava dal 2006 (anno in cui erano sbarcati sul mercato i primi Mac dotati di processore Intel). Su Twitter, Intel ha lanciato il thread "Confessions of former Mac users. What made you go pc?", ovvero "Confessioni di ex utenti di Mac. Che cosa vi ha spinto a passare a un pc?", dove ovviamente per pc si intende non personal computer in senso assoluto (la sono anche i Mac) ma la storica alleanza di pc dotati di processore Intel e sistema operativo Windows di Microsoft.

Per Intel ci vorranno anni per riconquistare il business di Apple

Tra le centinaia di risposte che il thread di Intel ha ottenuto c'è stato anche chi ha semplicemente chiesto se il motivo della domanda era semplicemente l'arrabbiatura per essere stati scaricati da Apple. Arrabbiatura evidente, che Gelsinger ha cercato di smorzare nell'intervista al programma Axios, ammettendo, però, che nel migliore dei casi ci vorranno anni per riconquistare il business di Apple. "Nel frattempo devo assicurarmi che i nostri prodotti siano migliori dei loro, che il mio ecosistema sia più aperto e vibrante del loro e che creiamo una ragione più convincente per sviluppatori e utenti per usare prodotti basati su Intel", ha spiegato Gelsinger.

Intel indietro sui chip per mobile punta forte sulla produzione

Il divorzio deciso da Apple, però, è solo la punta dell'iceberg di un costante declino di Intel che, pur rimanendo il maggiore produttore al mondo di chip, non è riuscita allo stare al passo con l'evoluzione del settore, soprattutto per quanto riguarda i processori utilizzati nei terminali mobili, dominio di Qualcomm, ma che vede anche i pc passare all'architettura Arm, che è quella che Apple ha trasferito dagli iPhone agli M1 dei Mac e su cui sta puntando molto una delle più pericolose rivali di Intel, quella Nvidia impegnata nel tentativo di acquisizione della britannica Arm (principale sviluppatore dei processori con questa tecnologia).

La strategia di Intel potrebbe funzionare grazie alla crisi dei chip

Intanto Gelsinger lancia una proposta a Apple, che è assolutamente un segno dei tempi. Cupertino potrebbe utilizzare le strutture di Intel per produrre i suoi processori, invece di ricorrere a colossi asiatici come Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (Tsmc). La strategia lanciata da Gelsinger già nella scorsa primavera ha infatti come obiettivo il ritorno alla produzione. Scelta in assoluta controtendenza, che già oggi vede il gigante Usa come unico tra i maggiori player del settore dei semiconduttori a mantenere ancora la produzione al fianco di progettazione e sviluppo dei processori. Il piano di Gelsinger, però, è stato rafforzato dalla crisi dei chip e dalle pressioni dei governi occidentali, di Bruxelles ma ancora di più dell'amministrazione di Joe Biden, per riprendersi la manifattura dei semiconduttori, da anni finita sotto il controllo di gruppi asiatici, cinesi compresi. (Raffaele Rovati)