Come l’intelligenza artificiale influenza il futuro dei videogiochi

L'utilizzo dell'intelligenza artificiale è sempre più presente e il settore dei videogiochi è un terreno fertile per questa nuova tecnologia.

Videogiochi sempre più intelligenti, ecco il futuro che ci aspetta. Il mondo videoludico è cambiato radicalmente nel corso di questi ultimi anni: siamo passati da giochi che coinvolgevano solamente la nostra vista e udito a forme di gioco molto più evolute, capaci di giocare con tutti i nostri sensi.

Questo è come l’AI (Intelligenza Artificiale) è entrata prepotentemente nello scenario videoludico, plasmando un tipo di gioco che sembra piacere a tutti, soprattutto ai più giovani. L’implemento di questa nuova tecnologia nei videogiochi è nata dall’esigenza dell’industria di innovarsi.

Ma vediamo perché proprio i videogiochi hanno ottenuto la prima posizione tra i prodotti a cui l’intelligenza artificiale viene applicata su base quotidiana.

I vantaggi dell’intelligenza artificiale nei videogiochi

L’intelligenza artificiale è una tecnologia che impara dalle proprie esperienze e si adatta al contesto di applicazione, infatti, attraverso il Deep Learning o apprendimento profondo, è possibile creare ambientazioni, contesti, personaggi e livelli da inserire all’interno della rete neurale per poter restituire infiniti mondi possibili, garantendo un’esperienza di gioco sempre più realistica e unica.

Gli NPC (Non-Player Character), ad esempio, sono sempre più realistici nelle espressioni facciali, come nel caso di The Last of Us 2. In questo videogioco le espressioni facciali dei personaggi non sono decise dai programmatori, bensì da un sistema di intelligenza artificiale che sceglie l’emozione migliore in base al contesto, gestendo i più piccoli movimenti del viso del personaggio per realizzarla.

Altro elemento è la riproduzione di enormi mondi aperti, i cosiddetti open world, grazie alla mappatura LIDAR (ovvero di telerilevamento tramite impulso laser) delle superficie e degli edifici, per aiutare l’AI a capire come generare in autonomia territori sempre più realistici (e aderenti alla realtà), come nel caso di Assassin’s Creed: Odyssey, in cui è ricostruita l’intera Grecia del V secolo A.C.

Un’altra applicazione dell’intelligenza artificiale nei videogiochi consente, infine, di tracciare il gameplay, cioè le azioni dei giocatori all’interno di un videogioco, per adattare i comportamenti dei personaggi non giocanti (controllati dall’IA) e quindi offrire sfide adeguate al loro livello di abilità, oppure per affinare gli algoritmi di matchmaking in ambiente multigiocatore.

Il rischio di un uso eccessivo dell’intelligenza artificiale

Sebbene i vantaggi sembrano essere innumerevoli, il suo utilizzo indiscriminato potrebbe essere un’arma a doppio taglio per gli sviluppatori, infatti l’imprevedibilità di un’intelligenza artificiale senza controllo potrebbe causare non pochi problemi di gameplay, rovinando l’esperienza videoludica. Ad esempio, un nemico impossibile da sconfiggere, che impari dai nostri errori ricorrenti e sfrutti attivamente l’ambiente e le sue risorse contro di noi in modo diverso ogni volta.

Il segreto di una buon utilizzo della IA non è quindi lo sfruttamento fine a sé stesso del proprio potenziale, ma è saper trovare il giusto equilibrio che riesca a calibrare questa tecnologia alle abilità del giocatore, per essere quanto più simile possibile ad un avversario umano. 

Alcuni esempi possono essere Metal Gear Solid 5: The Phantom Pain, dove l’utilizzo ripetuto di headshot da parte del giocatore spinge i soldati avversari a indossare degli elmetti più resistenti, oppure Horizon Zero Dawn, in cui il sistema di IA consente alle macchine di pensare sia come singola unità che come parte di un gruppo, adattando i propri comportamenti in funzione di questa eventualità.

Il futuro dell’intelligenza artificiale nei videogiochi

L’applicazione del deep learning nei videogame, però, è ancora in un’età iniziale di sviluppo. Per adesso, i videogiochi vengono usati al massimo come training set per la rete neurale al fine di apprendere e adattarsi, essendo ambienti complessi, realistici e dotati di sistemi di ricompensa.

L’obiettivo, tuttavia, sarà quello di offrire esperienze di gioco dinamiche, emozionanti e personalizzate. Ad esempio, il machine learning potrà generare personaggi NPC in grado di rispondere all’unicità del giocatore, proponendo interazioni non pre-programmate.

Inoltre la sfida sarà quella di creare universi open world senza confini, velocizzando, al tempo stesso, anche lo sviluppo dei videogame da lanciare sul mercato e sfruttando l’IA come debbugger. Attraverso la somministrazione del videogame alla rete neurale, infatti, sarà possibile scoprire più velocemente le falle nel codice.

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