Meta…verso! Le novità 2022 dell’azienda di Zuckerberg

Quali sono le novità 2022 di Meta, l'azienda di Mark Zuckerberg così rinominata dopo il rebranding di Facebook? Tutto è pronto alla nuova sfida del metaverso.

Era il 28 ottobre 2021 quando veniva dato l’annuncio del cambio di nome della più celebre tra le aziende di social media: quel giorno Facebook diventava ufficialmente Meta.

Il motivo ufficiale di questo rebranding era evidente già solo leggendo il nuovo nome scelto, e veniva ulteriormente esplicitato dal comunicato rilasciato sul sito della stessa compagnia:

L’obiettivo di Meta sarà quello di dare vita al metaverso ed aiutare le persone a connettersi, trovare le varie comunità virtuali e fare crescere le attività commerciali.

In realtà bisogna ricordare che c’erano anche dei motivi meno nobili e più legati alla reputazione traballante della vecchia Facebook, dietro all’idea di cambiare il nominativo aziendale.

Episodi di whistleblowing, problemi legati alla privacy ed alla protezione dei dati: tutte tematiche che avevano messo il colosso di Mark Zuckerberg sotto la lente di ingrandimento dei media ed addirittura del Congresso degli Stati Uniti.

Il video sottostante, tratto dal canale YouTube Ciao Internet – Matteo Flora, riassume in modo preciso e puntuale tutte le circostanze che stanno dietro al rebranding di Facebook ed alla nascita di Meta, descrivendo perfettamente anche i concetti legati al metaverso.

Cerchiamo ora di entrare nel dettaglio di ciò che aspetta Meta nel 2022, partendo dai motivi per cui sarà un’annata determinante per giungere a capire cosa rappresenta il metaverso nelle intenzioni di Zuckerberg. Vedremo poi le ultime tecnologie sviluppate dall’azienda e le prospettive di crescita, non solo a livello tecnologico, per quanto riguarda il prossimo futuro.

Meta 2022, l’anno della verità dopo il rebranding di Facebook

Tra gli addetti ai lavori le opinioni sono discordanti: la trasformazione da Facebook a Meta è stata una mossa azzeccata oppure si dimostrerà un fallimento?

Qualsiasi siano le motivazioni reali dietro al rebranding, per Meta il 2022 rappresenta l’anno della verità. Saranno i prossimi mesi, infatti, a farci capire se puntare per primi alla “conquista del metaverso” sia stata un’intuizione geniale da parte di Zuckerberg oppure un mero tentativo di confondere le acque e di virare l’attenzione dai problemi dell’azienda.

Problemi che, tuttavia, non sono spariti d’incanto: i temi sollevati nel corso degli ultimi mesi sulla privacy degli utenti o sull’influenza negativa dei social sui più giovani sono ancora ben presenti sul tavolo.

Per far sì che la strategia che ha portato alla nascita di Meta sia valida, occorre che il metaverso prospettato e quasi agognato dal CEO dell’azienda rappresenti davvero un’evoluzione indispensabile per il futuro del mondo digitale.

Per scoprire se ciò possa essere vero o meno, iniziamo allora a scoprire cosa si intende e come dovrà essere strutturato questo mondo virtuale del futuro che prende appunto il nome di metaverso.

Il metaverso come vision per il futuro

Basta leggere alcune delle dichiarazioni di Zuckerberg per comprendere appieno tutta la fiducia che quest’ultimo ripone nello sviluppo di questo nuovo paradigma digitale. Ecco infatti l’opinione a riguardo del numero uno di Meta:

Credo che il metaverso rappresenti il prossimo capitolo di internet. Ed è anche il nuovo capitolo della nostra compagnia.

Quando giochi con i tuoi amici, ti sentirai proprio come se foste insieme proprio lì, in un mondo differente. E quando ti trovi in una riunione nel metaverso, sarà come se foste insieme nella stanza avendo un contatto visivo, un senso dello spazio condiviso, e non semplicemente guardando ad una griglia di facce su uno schermo.

Un vero e proprio nuovo mondo virtuale, magari non propriamente in stile The Matrix, ma, per gli amanti del cinema, non poi così dissimile dalla piattaforma Oasis nel film Ready Player One.

Questo risultato potrà e dovrà essere raggiunto non certo nel 2022, ma nel corso di alcuni anni, implementando strumenti hardware e software specifici.

Tra i primi, i punti d’accesso al metaverso saranno non solo gli ormai classici pc o smartphone, ma anche tecnologie di realtà aumentata, realtà virtuale e di interfaccia aptica. Quest’ultimo tipo di strumentazione tecnica è oggi riservata all’ambito della robotica chirurgica o spaziale: immaginiamo dunque cosa possa significare possederla ed usarla nella vita quotidiana un po’ come oggi si usano i telefoni cellulari!

Lato software, invece, non esiste ancora una tecnologia condivisa su larga scala che possa venire implementata per il futuro del metaverso, anche se le prospettive in questo senso sono molto buone.

NVIDIA (multinazionale della tecnologia che opera anche nel settore dell’Intelligenza Artificiale), ad esempio, ha utilizzato il software Universal Scene Description (USD) per sviluppare la piattaforma Omniverse, una sorta di mondo tridimensionale utilizzato per velocizzare la collaborazione tra lavoratori che operano in remoto, lontani l’uno dall’altro.

Le soluzioni tecniche sono dunque presenti già oggi, e cresceranno in quantità e qualità nel prossimo futuro, per andare incontro alla vision di Zuckerberg, quella cioè di creare una nuova azienda che costituisca il brand di riferimento quando il metaverso diverrà una realtà simile a quella rappresentata oggi dalla rete internet.

Meta, il nuovo supercomputer per l’intelligenza artificiale

Una novità tecnologica studiata da Meta e destinata ad essere implementata nel corso del 2022 è costituita da un supercomputer per l’intelligenza artificiale che dovrà contribuire, manco a dirlo, allo sviluppo del metaverso.

Come dichiarato anche in questo caso dal CEO dell’azienda, Zuckerberg:

Meta ha sviluppato quello che crediamo essere il supercomputer AI più veloce del mondo. Lo chiameremo RSC, per AI Research SuperCluster e sarà completato più avanti durante quest’anno.

In particolare RSC, come raccontano gli ingenieri di Meta, sarà strutturato in modo tale da costruire dei modelli di Intelligenza Artificiale che possano imparare da trilioni di esempi, sviluppare nuove funzioni di realtà aumentata, analizzare contenuti visuali o testuali, e così via.

Tali computer saranno per l’appunto fondamentali nei prossimi anni all’interno dell’universo virtuale in costruzione. Non per nulla Meta non è certo l’unica azienda che sta procedendo in questa direzione di sviluppo: esiste già un supercomputer per l’Intelligenza Artificiale chiamato Sycamore, implementato da Google. Ed anche compagnie come Nvidia e Microsoft stanno lavorando a progetti similari.

L’importanza crescente del VR secondo Meta

L’importanza dei processori come l’RCS in fase di allestimento da parte di Meta è paragonabile, all’interno del metaverso, soltanto alla rilevanza degli strumenti per la VR (Virtual Reality). Ed è facile capirne il perché.

La Realtà Virtuale è infatti lo strumento che permette la creazione di un ambiente digitale, simulato, osservabile ed esplorabile a 360 gradi dagli utenti che vi sono immersi.

Quali sono le interfacce necessarie per poter entrare all’interno di questa vera e propria realtà virtuale? Google, ad esempio, ha sviluppato la piattaforma Daydream, dotata di uno specifico visore e di un controller con pulsanti e sensori di movimento che permette lo svolgimento di varie azioni.

Non che Meta sia da meno, in questo senso. Anzi, già nel 2014 la compagnia, all’epoca ancora denominata Facebook, acquistò la società che aveva sviluppato il visore VR Oculus Rift, andando poi ad aggiornare ulteriormente il prodotto negli anni seguenti.

Ma è la presentazione degli smart glasses di Facebook (anzi, di Meta), i Ray-ban Stories, che rappresenta l’emblema vero di quanto e come l’azienda di Zuckerberg stia lavorando in prospettiva metaverso.

I Ray-ban stories non possiedono un display integrato per la realtà virtuale. Permettono soltanto di scattare foto e girare video tramite i propri occhiali, ed hanno come punto di forza l’eleganza e la qualità che contraddistingue il brand Ray-ban.

E proprio qui sta il punto: un domani, quando il metaverso sarà realtà, sarà possibile accedervi anche tramite un semplice paio di occhiali, o qualsiasi altro banalissimo strumento che utilizziamo chissà quante volte durante la nostra quotidianità.

I punti di accesso al metaverso non si limiteranno a smartphone, tablet o pc, ma saranno ovunque intorno a noi. Ed è in questo modo che dovrà concretizzarsi la visione di Zuckerberg: tramite la VR saremo in grado di condividere uno spazio con altre persone come se effettivamente fossimo tutti all’interno del medesimo ambiente.

Questo concetto può avere infinite applicazioni anche a livello professionale. Pensiamo ad una riunione di lavoro, un brainstorm, un progetto da svolgere con il proprio team: tutto questo, grazie alla VR, sarà reso possibile anche da remoto. Anche due colleghi che vivono a migliaia di chilometri di distanza potranno svolgere facilmente tutte queste attività.

Come pandemia e smart working potranno aiutare Meta ed il metaverso

Proprio l’ambito lavorativo può rappresentare uno degli sponsor principali per mostrare i concetti su cui si basa il metaverso non solo agli addetti ai lavori del comparto digital e di quello tecnologico, ma anche ai meno esperti, alle persone comuni che magari, al di fuori di questi settori, potrebbero non avere piena coscienza di ciò a cui Zuckerberg si riferisce quando parla di un nuovo mondo virtuale.

Gli ultimi due anni di pandemia dovuta al Covid hanno mostrato l’importanza di poter svolgere i propri compiti professionali anche senza doversi necessariamente recare in ufficio.

Lo smart working ha rivestito un’importanza enorme per permettere alle aziende di poter continuare a rimanere attive nonostante lockdown, quarantene e restrizioni varie.

E se pensiamo che il lavoro da remoto si limiti ad essere uno strumento da utilizzare soltanto durante una fase di emergenza, ci stiamo sbagliando di grosso. Anche perché, purtroppo, le emergenze sono ormai quasi continue e toccano ogni ambito: sanitario, ambientale, politico, energetico…

Proprio per questo motivo il metaverso potrà garantire prospettive davvero interessanti. Ad esempio, come abbiamo detto, sarà possibile collegarsi da remoto con colleghi o clienti fisicamente distanti da noi.

Ma non si tratterà di una semplice call su Zoom o un colloquio via Skype, bensì di un incontro che avrà tutti i crismi di una conversazione reale, a quattr’occhi, a tu per tu con i nostri interlocutori, proprio grazie alle rivoluzioni che VR e Intelligenza Artificiale stanno già contribuendo ad innescare.

Per ora si è soltanto grattato la superficie. Ma il 2022 e gli anni che seguiranno saranno, per Meta e per tutti noi, un lento viaggio ricco di sorprese verso la scoperta dell’ultima frontiera del digitale.

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