Microsoft peggiore del Dow Jones su timori di frenata nei pc

Peggiore titolo del Dow Jones Industrial Average è Microsoft. Pesano i timori per la frenata delle vendite di pc che potrebbe erodere i ricavi di Office 365 e di Windows.

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Microsoft ha chiuso lunedì con un crollo del 3,94% al Nasdaq, segnando la peggiore performance del Dow Jones Industrial Average (che invece ha perso l'1,19%). Dietro allo scivolone ci sono i timori relativi ad alcuni dei principali business del colosso di Redmond, in particolare quelli legati al mercato dei personal computer (pc), che ha iniziato il 2022 in frenata. Karl Keirstead, analista di Ubs citato da Barron's, pur confermando il buy di Microsoft, ne ha peggiorato l'outlook per l'anno fiscale 2023, che inizierà in luglio. Il motivo? Il rallentamento della crescita di Office 365, la suite di applicativi che rappresenta la seconda voce di ricavi dietro ad Azure, con entrate stimate in 35,1 miliardi di dollari nell'esercizio in chiusura a fine giugno.

Peggiore performance del Dow Jones per Microsoft su frenata pc

Secondo i dati di Gartner, nel primo trimestre 2021 le vendite di pc sono crollate del 7,3% annuo, contro la flessione del 5,1% di Idc, che però non conteggia i Chromebook (i pc minimal basati sul sistema operativo di Google). Frenata che non sarebbe in realtà neppure dovuta a un calo della domanda (particolarmente solida soprattutto in ambito enterprise) ma ancora a un problema di offerta, a causa della crisi dei chip e dei blocchi alla supply chain. "Il mercato dei pc esce da due anni di crescita in doppia cifra. Se il calo del primo trimestre è un cambio d'inerzia non significa che il settore sia in una spirale discendente", ha sottolineato Ryan Reith, vice president di Idc, citato da MarketWatch.

Nel primo trimestre vendite pc in frenata ma la domanda è solida

Un rallentamento delle vendite di pc impatterebbe ovviamente anche sulla performance di Windows. Il che non sarebbe certo una buona notizia per Microsoft. E per quanto riguarda ancora Office 365 il colosso Usa non ha da temere per la concorrenza: i tentativi di Alphabet con la sua Google G Suite sono stati ampiamente respinti. "Dai nostri dati emerge che il management di Google Cloud ha quasi rinunciato all'obiettivo di sostituire Office 365 nel segmento enterprise e ha invece spostato i suoi sforzi per aumentare la competitività nei confronti di Azure", ha spiegato Keirstead, che nota però come la posizione quasi monopolistica di Microsoft nella produttività degli uffici abbia ridotto le opportunità di crescita.

Timori su vendite pc e opportunità crescita ridotte per Microsoft

Alla fine, comunque, i timori potrebbero dissolversi. Nonostante i ripetuti allarmi sulla fine del boom dei pc, innescato dalla domanda da parte delle persone costrette a casa dalla pandemia, i risultati hanno continuato a confortare colossi come Hp, che a inizio mese aveva dovuto subire un downgrade da parte di Morgan Stanley, salvo poi vedere dopo meno di una settimana un investitore non certo di primo pelo come Warren Buffett puntare 4,2 miliardi di dollari sul suo titolo. Nonostante i problemi logistici il settore è riuscito a consegnare 80,5 milioni di pc nell'ultimo periodo. E Amit Daryanani, analista di Evercore, ha ricordato che si tratta del settimo trimestre consecutivo sopra quota 80 milioni: "Risultato che non si vedeva dal 2012". (Raffaele Rovati)