Non solo PayPal: il futuro dei pagamenti contactless

Dalle blasonate Apple Pay e Google Pay, alle start up come Satispay. Complice anche la maggiore sicurezza dei pagamenti digitali in tempi di pandemia, questo tipo di app sta spopolando anche in Italia. In questo articolo, vediamo come cambia il modo in cui il denaro circola da un portafoglio ad un altro, e se dovremo davvero dire addio ai contanti.

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In tempo di pandemia, in molti si sono convertiti a metodi di pagamento alternativi al contante, definito poco igienico ed uno dei maggiori veicoli di contagio. Una banconota viene scambiata ogni giorno infinite volte tra diverse persone, e non può essere disinfettata facilmente.

Saranno quindi le direttive dell’OMS, o forse la comodità e sicurezza di non portare con sé contanti ovunque, le app di pagamento digitale stanno spopolando anche in Italia. E, come per tutte le cose, quando sale la domanda, l’offerta deve prontamente rispondere, in questo caso dando vita a diverse applicazioni che offrono una moltitudine di servizi all’utente.

Siamo ben lontani dal dualismo di qualche anno fa, che consentiva di effettuare pagamenti o con contanti o con le carte, dovendo ogni volta inserire un PIN ed aspettare minuti interminabili mentre il POS processava il pagamento.

Le nuove tecnologie sono dalla nostra parte, offrendo servizi che consentono di dimenticarci l’ingombrante portafoglio a casa, optando per lo smartphone, o addirittura lo smartwatch, grazie alla tecnologia NFC o ai QR Code. Vediamo quindi quali sono i metodi cashless e contactless, e diamo uno sguardo al futuro dei pagamenti digitali nelle prossime sezioni dell’articolo.

Le maggiori differenze

Quando parliamo di pagamenti digitali, il primo nome che ci viene in mente è sicuramente PayPal: fondata nel dicembre del 1998 e successivamente portata alla ribalta da nientepopodimeno che Elon Musk, per anni l’azienda statunitense ha dominato il mercato dei pagamenti digitali, presentandosi come pioniera nel suo campo.

Tuttavia, ad oggi la scelta è molto più variegata, offrendo app che incontrano le esigenze di quasi tutti i consumatori. Detto questo, possiamo fare una distinzione tra due principali tipologie di applicazioni per i pagamenti digitali:

  • App che digitalizzano le nostre carte di credito o debito fisiche, consentendoci di lasciarle a casa

  • App che creano il proprio conto e la propria carta – totalmente dematerializzati – e che quindi non necessitano di nessuna operazione fisica come l’emissione di una carta o l’apertura fisica del conto in una filiale

Naturalmente, questa è una distinzione molto blanda rispetto alla moltitudine di features che ciascuna singola app offre, ma risulta la più efficace per approfondire in seguito le tipologie di pagamento digitale disponibili al momento.

Le app di stoccaggio carte

Nel 2021 – quasi 2022 – è facile arrivare alla conclusione che la maggior parte delle persone disponga di un conto in banca, e della relativa carta bancomat per effettuare pagamenti e prelevare contante. È anche pensabile che tra coloro che dispongono di un conto in banca, in tantissimi possiedano una carta prepagata per effettuare acquisti online.

Le app di carte virtuali come Apple Pay, Google Pay e Samsung Pay consentono di fatto di smaterializzare la carta fisica, inserendola all’interno dell app ed effettuando pagamenti contactless tramite la tecnologia NFC.

In pratica si tratta di un portafoglio digitale, comodamente generabile tramite smartphone, che elimina la necessità di portare con sé le proprie carte ovunque si vada, ed offrendo quindi una maggiore tranquillità all’utente.

Google Pay può essere utilizzata su tutti gli smartphone Android e su tutti gli smartwatch che possiedono il sistema operativo Wear Os. Attenzione però: i circuiti accettati sono Maestro, Mastercard o Visa solo se emesse da Banca Mediolanum, Intesa San Paolo, Iccrea, Unicredit, Bnl Bnp Paribas, Boon, Hype, N26, Revolut, Widiba, Ubi Banca, Postepay, BPER, Deutsche Bank e Nexi.

Samsung Pay è invece il gioiellino della blasonata casa di produzione omonima coreana, che funziona allo stesso modo di Google Pay, però solo sugli smartphone Samsung.

Non poteva mancare anche la funzione nativa della mela, Apple Pay, che ha originato tutte le altre. Apple Pay non è di fatto una app a sé, ma una feature di Wallet: basterà caricare le carte direttamente sull’applicazione nativa ed il gioco è fatto.

Una chicca di queste applicazioni è la possiblità di inserire all’interno del proprio borsellino digitale anche le carte fedeltà delle maggiori catene: addio quindi al portafoglio straripante di tagliandi e tagliandini.

Le app totalmente digitali

Il futuro dei pagamenti digitali l’aveva già spianato PayPal, con un conto potenzialmente solo digitale. Da questa idea nascono le app come la famosa SatisPay, ma anche OvalPay, Revolut, N26 e Hype.

La base di tutte le app citate in precedenza è il sistema peer to peer: ovvero la semplificazione dello scambio di denaro facile ed immediato, che aggira il bonifico, lento ed a volte dispendioso. Il sistema è stato poi esteso anche agli esercenti, che nel caso di SatisPay hanno il vantaggio di pagare meno commissioni rispetto al POS. Le differenze sono tuttavia molteplici.

SatisPay è forse l’app di pagamento digitale più diffusa al momento in Italia, sia a livello personale che di business: risulta infatti molto conveniente per gli esercenti, che pagano meno commissioni grazie ad un sistema che utilizza un circuito ad hoc. La semplicità sta nel fatto che – una volta verificata la propria identità, collegato il proprio conto ed impostato un saldo settimanale da dedicare a SatisPay, tutto rigorosamente da remoto – sarà possibile utilizzare l’app per una moltitudine di operazioni.

È possibile infatti scambiare denaro tra amici e familiari, pagare per i propri acquisti in negozio, ma anche saldare bollettini ed effettuare pagamenti verso la pubblica amministrazione tramite il sistema PagoPA evitando le code. Il tutto, completamente gratuito per l’utente.

Grazie alla gratuità ed alle commissioni bassissime per gli esercenti, SatisPay sta già rivoluzionando il modo con cui vengono effettuati i pagamenti in Italia, dando una grande spinta alla digitalizzazione anche negli esercizi in cui in precedenza venivano utilizzati principalmente i contanti.

Revolut, N26 ed Hype si differenziano invece da SatisPay perché non necessitano di un conto preesistente per funzionare: si tratta infatti di conti bancari che nascono ed operano completamente online, e funzionano prettamente da remoto, eliminando la necessità di una filiale a cui rivolgersi.

Questo tipo di conti offrono diversi vantaggi: ed esempio, Hype rende gratuiti i bonifici SEPA e le operazioni peer to peer, e N26 ed Revolut non hanno commissioni mensili fino ad una certa soglia senza limiti di età.

Le tecnologie utilizzate: NFC e QR Code

La tecnologia coinvolta per i pagamenti contactless dal cellulare è apparentemente molto semplice: evoluta dalla tecnologia di identificazione a radiofrequenza (RFID), un chip NFC opera come una parte di un collegamento wireless. Una volta attivato da un altro chip, è possibile trasferire piccole quantità di dati tra i due dispositivi se tenuti a pochi centimetri l'uno dall'altro.

Non è necessario alcun codice di accoppiamento per il collegamento e poiché utilizza chip che funzionano con quantità di energia molto basse, e sono molto più efficiente dal punto di vista energetico rispetto ad altri tipi di comunicazione wireless.

Fondamentalmente, NFC lavora per identificarci tramite le nostre carte e dispositivi abilitati, e per estensione, i nostri conti bancari e altre informazioni personali.

Attenzione però ai malintenzionati: ricordiamoci sempre di chiudere le nostre app di pagamento dopo avere utilizzate, perché sono stati riportati casi di criminali che – POS alla mano – hanno prelevato grosse somme di denaro semplicemente avvicinando il dispositivo alla tasca del malcapitato.

Alcune app – come SatisPay e PayPal – utilizzano invece la tecnologia QR Code. Un pagamento con codice QR funziona esattamente allo stesso modo di un codice QR "normale": quando un utente scansiona il codice, viene indirizzato a un modulo di pagamento web. Funziona essenzialmente come un terminale POS: i clienti scansionano un codice con i loro smartphone e completano il pagamento sul posto.

Per le aziende, i pagamenti tramite codice QR rappresentano un modo conveniente per elaborare i pagamenti senza dover investire in hardware aggiuntivo: è sufficiente impostare i pagamenti tramite codice QR sullo smartphone e si è pronti per partire.

Uno sguardo al futuro: diventeremo cashless?

No, con cashless non si intende squattrinati: semplicemente, faremo lentamente sparire i contanti. Ma sarà possibile nel prossimo futuro? 

Secondo uno studio sulla cashless society condotto nel Regno Unito, due milioni di persone hanno utilizzato contanti non più di una volta al mese nel 2018. Sempre più persone stanno quindi optando per la velocità e la comodità di pagare contactless. Questa rapida transizione, secondo gli esperti, è destinata a progredire nel prossimo decennio, complice anche il ricambio generazionale.

Tuttavia, allo stato attuale delle cose, la tecnologia non è per tutti e il contante rimane un metodo di pagamento apprezzato e preferito da molti, quindi mantenerne l’accesso sarà fondamentale per garantire che nessuno venga lasciato indietro.

Sempre secondo lo studio, lo scorso anno nel Regno Unito sono state effettuate un totale di 39 miliardi di transazioni digitali da aziende e privati. La stragrande maggioranza di questi (34,9 miliardi) proveniva da consumatori e la maggior parte (29,7 miliardi) erano pagamenti spontanei, piuttosto che programmati. Le imprese hanno effettuato 4,4 miliardi di pagamenti, ma spesso di valore molto più elevato.

Le carte di debito sono state il metodo di pagamento più utilizzato, con 15 miliardi di pagamenti. Il rapporto prevedeva che la metà di tutti i pagamenti sarebbe stata effettuata con carta di debito entro il 2024.

Ciò è guidato principalmente dall'uso del contactless, che a sua volta è stato potenziato dall'adozione sui sistemi di trasporto pubblico anche dalle principali aziende italiane. L'adozione è aumentata in tutte le fasce d'età, in particolare tra i pensionati lo scorso anno.

Il volume dei pagamenti in contanti è diminuito del 16% rispetto all'anno precedente, scendendo a 11 miliardi di transazioni. Mentre il contante ha rappresentato il 60% dei pagamenti nel 2008, questa percentuale è scesa al 28% lo scorso anno, continuando comunque a ritagliarsi una buona fetta nel ricircolo del denaro.

Lo studio suggerisce quindi che il denaro diventerà "meno importante di una volta", ma che una società completamente cashless è ancora lontana.