La pandemia ha portato ad una impennata del gioco d’azzardo

Alan Emond, professore della Facoltà di Medicina dell’Università di Bristol e autore principale dello studio, si è soffermato sullo studio da lui condotto: “Come osservato con tante ripercussioni della pandemia, le diseguaglianze sono state esacerbate e i gruppi particolarmente vulnerabili sono stati colpiti in modo peggiore”.

Image

Il momento storico che stiamo vivendo ha sicuramente cambiato il nostro modo di vivere e di approcciare. Questo lo si vede in tutti i settori della società, anche con il gioco d’azzardo. Con le relative chiusure dettate dall’esigenza di frenare i contagi da Coronavirus, inevitabilmente il settore delle scommesse e del gioco d’azzardo ne ha risentito.

Non a caso i proprietari di Casinò, Bingo, agenzie di scommesse e proprietari di slot machine ne hanno risentito. Per questo motivo le chiusure dettate dalla situazione pandemica, secondo uno studio, hanno portato ad una incredibile impennata del gioco d’azzardo online. In particolare i giocatori abituali sono stati portati ad utilizzare siti e applicazioni in rete, come Poker, Bingo e Casinò.

In particolare modo per quest’ultimo c’è stato un grandissimo utilizzo di casino online senza deposito. Quindi, l’utilizzo di questi metodi alternativi di gioco è cresciuto di sei volte tra i giocatori abituali e, anche chi giocava occasionalmente d’azzardo ha avuto più del doppio della probabilità di praticarlo online rispetto al periodo prima dello scoppio del Virus.

Cosa dice la ricerca dell’Università di Bristol

Questa analisi è stata condotta dall’Università di Bristol e pubblicata sul Journal of Gabìmbling Studies. Si è andato ad analizzare le abitudini di gioco nel Regno Unito durante il primo lockdown nel 2020.

Per capire l’andamento è stato sottoposto un questionario online a un gruppo di adulti di circa 28 anni, coinvolto prima della pandemia nello studio Children of the 90s, durante il quale erano state formulate una serie di domande inerenti al gioco d’azzardo. Complessivamente, oltre 2.600 persone hanno risposto al questionario, fornendo un quadro sulla variazione dell’attività di gioco durante la prima ondata pandemica.

Perchè il gioco d'azzardo crea dipendenza

Dai questionari è uscito fuori un dato interessante: anche se il gioco d’azzardo fisico ha subito un calo drastico a causa delle chiusure, c’è stata una grandissima impennata per quanto riguarda il gioco online. Andando a dividere poi per genere, si è evidenziato come l’aumento più significativo si è registrato negli uomini, che avevano una possibilità tre volte maggiore rispetto alle donne e a coloro con meno risorse di poter praticare tale azione.

Alan Emond, professore della Facoltà di Medicina dell’Università di Bristol e autore principale dello studio, si è soffermato sullo studio da lui condotto: “Come osservato con tante ripercussioni della pandemia, le diseguaglianze sono state esacerbate e i gruppi particolarmente vulnerabili sono stati colpiti in modo peggiore”.

Gioco d'azzardo patologico cosa fare

Il ricercatore ha evidenziato, inoltre, come ci sia stato un elevato consumo di alcolici correlato alla pratica del gioco d’azzardo: “Il forte legame tra il bere incontrollato e il gioco d’azzardo regolare è di particolare preoccupazione, perché sono entrambi comportamenti di dipendenza che possono avere gravi conseguenze per la salute e sociali”.

“Con la più ampia disponibilità del gioco d’azzardo attraverso diversi canali online – ha aggiunto Emond – , i gruppi vulnerabili potrebbero così rimanere intrappolati in un ciclo distruttivo”. Pertanto, sottolineando i ricercatori, è necessario “un approccio di salute pubblica per ridurre al minimo i danni causati dal gioco”.