Peggiore seduta di sempre per PayPal. Paytech non è più buy

Peggiore seduta di sempre per PayPal. Trimestrale a due facce e il mercato non dà fiducia al cambio di strategia. Paytech non più buy: vanno a fondo anche Block e Affirm.

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PayPal Holdings crolla del 24,59% al Nasdaq e segna la sua peggiore seduta di sempre. L'azienda di Palo Alto come Peloton Interactive e Netflix azzera a Wall Street i guadagni ottenuti durante la pandemia di coronavirus, evidenziando il rapido venir meno della domanda di servizi che era stata dopata da lockdown e confinamenti domestici dei consumatori. Insieme a PayPal (che mercoledì è stato il titolo peggiore sia di Nasdaq che di S&P 500), però, è tutto il settore di fintech e paytech ad andare a fondo sul listino: l'ex Square Block crolla del 10,63% al Nyse, il leader del buy-now-pay-later (Bnpl) Affirm Holdings del 9,77% al Nasdaq. Il settore non è più buy? I segnali ci sono tutti. Per altro già in novembre il noto investitore J. Christopher Flower parlava di una bolla per il business dei pagamenti digitali.

PayPal segna la sua peggiore seduta. Il paytech non è più buy

PayPal ha comunicato per il quarto trimestre un eps rettificato di 1,11 dollari, appena sotto agli 1,12 dollari del consensus di Refinitiv. I ricavi sono saliti del 13% annuo a 6,92 miliardi di dollari, in questo caso sopra ai 6,87 miliardi attesi dal mercato. Il rimbalzo del 23% annuo registrato nel volume dei pagamenti, però, oltre a essere inferiore alle attese segna la crescita più debole in due anni. E le prospettive non sono incoraggianti. Per l'attuale trimestre PayPal prevede un eps di 87 centesimi, contro gli 1,16 dollari del consensus di Refinitiv. Nell'intero esercizio i ricavi dovrebbero crescere tra il 15% e il 17% contro il 17,9% stimato dagli analisti.

PayPal non più buy ma il 2021 è stato frenato dal divorzio da eBay

Intervistato dalla Cnbc, il chief executive Dan Schulman ha sottolineato l'approccio "misurato" tenuto da PayPal ma ha detto di attendersi un'accelerazione nel business durante il secondo semestre. Schulman ha ricordato le sfide che la società deve affrontare, tra cui la separazione dall'ex controllante eBay. Il divorzio si era consumato sulla carta nell'estate 2015 ma solo nel 2018 eBay aveva annunciato che PayPal non sarebbe più stata responsabile della gestione dei pagamenti sul suo marketplace e la transizione si è concretizzata in realtà solo nell'ultimo anno, proprio nel pieno della crisi del Covid-19. Schulman ha anche sottolineato quanto l'impennata dell'inflazione riduca la capacità di spesa dei consumatori e problemi alla supply chain incidano "in modo sproporzionato" sui pagamenti cross border.

Wall Street non dà fiducia a cambio strategia annunciato da PayPal

Wall Street, però, non ha dimostrato di gradire soprattutto il radicale cambio di strategia di PayPal che è il principale motivo dietro alla revisione della guidance e al ridimensionamento degli obiettivi: PayPal ha cancellato il traguardo di 750 milioni di utenti che in precedenza aveva dichiarato di potere raggiungere nel 2025. Il management ha dichiarato di non volersi più concentrare su "campagne di incentivi" per coinvolgere gli utenti meno attivi perché queste non hanno portato a un'attività di spesa sostenuta nel tempo. E per il chief financial officer John Rainey la scelta rientra in un cambio di prospettiva di PayPal, che cerca di dare la priorità ai risultati finanziari rispetto alla crescita degli utenti che potrebbe non avere un impatto significativo sulle entrate. (Raffaele Rovati)