Crisi dei chip? Secondo Huawei la colpa è solo di Washington

Huawei accusa Washington: politiche Usa hanno spinto le aziende ad ammassare scorte di chip. Intel promette: produrrà semiconduttori per l'automotive.

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Huawei Technologies non ha dubbi. La responsabilità della carenza di chip che sta fermando l'automotive su scala globale (dopo avere colpito praticamente tutti i settori industriali) è esclusivamente di Washington. Il colosso delle infrastrutture di rete è diventato suo malgrado l'emblema della guerra commerciale scatenata da Donald Trump contro la Cina. Prima società a essere inserita nella blacklist delle aziende cinesi considerate un pericolo per la sicurezza nazionale Usa, Huawei è finita nel mirino delle autorità di Washington dall'inizio del 2018 e l'attacco di Trump ha causato una frenata della crescita del suo business (Huawei ha perso posizioni nella classifica dei maggiori produttori di smartphone, per esempio). Frenata che, di rifletto, a però colpito anche diversi gruppi Usa, da Micron Technology a Qualcomm.

Per Huawei le sanzioni Usa hanno portato ad accumulo scorte di chip

"Le sanzioni Usa sono il motivo principale per cui assistiamo a un accumulo di scorte da panico da parte delle maggiori società in tutto il mondo", ha dichiarato Eric Xu, chairman di Huawei, nel corso dell'Analyst Summit 2021 a Shenzhen. Xu ha rimarcato la colpa di Washington nel "danneggiare l'industria globale dei semiconduttori" avendo "interrotto il rapporto di fiducia" che esisteva nel settore. L'accusa di Huawei non è priva di fondamento, visto che la tendenza ad accumulare scorte era partita ben prima dello scoppio della crisi del Covid-19 che avrebbe successivamente innescato il boom della domanda di elettronica, che non ha fatto che peggiorare la situazione. Per quanto riguarda le prospettive di Huawei, Xu ha detto che non si aspetta che l'amministrazione di Joe Biden cambi la situazione ereditata da Trump e per questo la società sta investendo in nuove aree come assistenza sanitaria, agricoltura e auto elettriche per cercare di mitigare l'impatto del trovarsi in blacklist.

E Intel promette che produrrà entro nove mesi anche per l'auto

Intanto la carenza di chip è un dato di fatto, cui tutti i governi del mondo cercano di porre rimedio. E in Usa Intel ha promesso che entro nove mesi produrrà anche per l'automotive. Il chief executive Pat Gelsinger ha spiegato a Reuters che il colosso Usa sta attualmente trattando con diverse aziende per avviare la produzione. Gelsinger lunedì ha avuto un incontro alla Casa Bianca proprio per discutere la possibile soluzione a una crisi si è fatta sentire anche per colossi Usa come Ford Motor e General Motors. "Speriamo che alcuni problemi possano essere alleviati, non richiedendo la costruzione da tre o quattro anni per una fabbrica ma forse sei mesi per nuovi prodotti certificati su alcuni dei nostri processi esistenti", ha aggiunto Gelsinger.

(Raffaele Rovati)