Già tramontato il sogno delle nuove Big Three dell’auto a stelle e strisce? Non proprio. Certo che fare concorrenza all’apripista Tesla non è proprio facile e Lucid Group dimostra quanto sia difficile essere una start-up, soprattutto quando ci si deve confrontare con la crisi dei chip (abbattutasi duramente sull’intero comparto dell’automotive) e con i problemi alla supply chain, ennesimo colpo inferto dalla pandemia di coronavirus all’economia globale. Motivi che hanno spinto l’azienda californiana a tagliare l’outlook sulla produzione nel 2022. Revisione che ha spinto a un crollo del 14% Lucid in after market (anche se aveva registrato un rally del 9,98% lunedì al Nasdaq).
Lucid taglia l’outlook. La start-up rivale di Tesla ancora non ingrana
Lucid ha ridotto da 20.000 a 12.000-14.000 la stima di output nell’attuale esercizio. La società aveva iniziato produrre le sue prime vetture elettriche solo a fine settembre e nel quarto trimestre ne ha consegnate appena 125 a fronte, va detto, di ordinativi che hanno superato quota 25.000 unità. “Rimaniamo fiduciosi nella nostra capacità di cogliere le straordinarie opportunità che ci attendono data la nostra leadership tecnologica e la forte domanda per le nostre auto”, ha dichiarato Peter Rawlinson, chief executive e chief technology officer, citato da MarketWatch.
Crisi chip e supply chain frenano Lucid Group. Che taglia l’outlook
A oggi il conto della difficile scalata di Lucid è salito a 400 vetture prodotte e 300 consegnate e il nuovo outlook “riflette le straordinarie sfide di supply chain e logistica che abbiamo incontrato e la nostra incessante attenzione alla fornitura di prodotti della massima qualità”, ha sottolineato Rawlinson. E la società guarda avanti e annuncia accordi con il governo di Riyadh per la costruzione di un impianto in Arabia Saudita. I lavori inizieranno entro il primo semestre e l’obiettivo è arrivare a produrre 150.000 vetture l’anno, per il mercato locale ma successivamente anche per l’export.
Lucid non ingrana ma per raggiungere Tesla punta sull’Arabia Saudita
Intanto, però, Lucid ha archiviato un quarto trimestre segnato da perdite nette più che triplicate da 297 milioni a 1,05 miliardi di dollari. Nei tre mesi i ricavi sono saliti da 3,6 a 26,4 milioni di dollari, contro i 37 milioni del consensus di FactSet. Cifre che difficilmente giustificano una valutazione a Wall Street di quasi 48 miliardi di dollari (e in novembre Lucid aveva sfiorato i 90 miliardi, contro gli attuali 70 miliardi per esempio di Ford Motor). Lucid stima che il suo primo stabilimento di produzione internazionale possa aggiungere fino a 3,4 miliardi di dollari di valore nei prossimi 15 anni. La strada da fare, comunque, è ancora lunga. Bisogna vedere se il mercato avrà pazienza. (Raffaele Rovati)