La sfida di Donald Trump alle Big Tech? Ha problemi tecnici

La sfida di Donald Trump alle odiate Big Tech parte male. Problemi tecnici al debutto per Truth Social, ma la app è la più scaricata dallo store Usa di Apple.

Non è partita benissimo l’avventura di Donald Trump contro la “dittatura” delle odiate Big Tech. Nonostante i dubbi della vigilia la sua app Truth Social (niente meno che il social della verità) ha ottenuto il via libera da Apple per il debutto, che è stato indubbiamente un successo: è infatti la più scaricata in Usa nell’App Store di Cupertino, davanti a Talking Ben the Dog (Ben, il cane parlante, gioco per bambini), ma anche a TikTok, YouTube, Instagram e Facebook. La app, però, ha problemi tecnici: utenti sono rimasti bloccati fuori per ore, altri non sono neppure riusciti a fare il login.

Problemi tecnici per la sfida lanciata da Donald Trump alle Big Tech

Truth Social era stato annunciato nell’ottobre 2021, come testa di ponte per la campagna di Trump contro i poteri forti della Silicon Valley. I passaggi successivi, e il condizionale è d’obbligo, dovrebbero essere un servizio di streaming video che unisca intrattenimento e notizie (andando a sfidare Netflix, The Walt Disney Company, la Cnn) ma anche un’alternativa ai fornitori di infrastrutture cloud e di servizi di pagamenti online (e qui le rivali sarebbero Amazon.com, Microsoft, PayPal Holdings). Insomma, per combattere le Big Tech Trump vorrebbe farsi una sua Big Tech.

Truth Social di Trump è però la più scaricata sull’App Store di Apple

Per ora Truth Social deve dimostrare di riuscire dove le altre alternative a Twitter (che aveva “espulso” Trump dopo gli scontri di Capitol Hill del 6 gennaio 2021) hanno fallito. Gettr e Parler non sono riusciti ad andare oltre il loro bacino d’utenza (che non rappresenta neppure tutto l’elettorato di Trump ma solo le frange della destra più estremista). Per adesso molti tra i Repubblicani stanno già cercando di utilizzare Truth Social come strumento di propaganda (e soprattutto di raccolta fondi). D’altronde il vero obiettivo dell’app come della holding Trump Media & Technology Group (Tmtg) è la ricandidatura di Trump alla presidenza Usa.

Problemi tecnici (e finanziari) per la sfida di Trump alle Big Tech

Tuttavia, il giocattolo tecnologico di Trump rischia di rompersi prima ancora di avere iniziato a funzionare. Dopo il lancio della versione beta settimana scorsa, il debutto di Truth Social è ad accesso limitato e molti di quanti hanno tentato di iscriversi sono semplicemente in lista d’attesa ma i problemi più seri sono quelli di Tmtg, con cui l’immobiliarista newyorkese vorrebbe scardinare l’impero delle Big Tech. Digital World Acquisition Corporation (Dwac), la Spac californiana che dovrebbe portare a Wall Street Tmtg, ha sfiorato un rally del 20% in premarket al Nasdaq, in scia al debutto di Truth Social, e scambia intorno a 100 dollari (ne valeva meno di 10 in ottobre). Non è però ancora arrivato il via libera regolatorio alla fusione e quindi Trump non può incassare le centinaia di milioni di dollari di finanziamenti che gli farebbero molto comodo. Per sostenere una nuova campagna presidenziale ma anche per le sue finanze personali che certo non sono solidissime e su cui pendono non pochi processi. (Raffaele Rovati)

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