Temu, il nuovo megastore orientale è davvero affidabile? Ecco tutti i dubbi

Arriva anche in Italia Temu, l'ennesimo megastore orientale. Prezzi bassi e promozioni continue potrebbero però nascondere problemi di affidabilità.

L’esplosione del commercio online ha aperto le porte a una vasta gamma di piattaforme di shopping, offrendo ai consumatori la possibilità di acquistare prodotti provenienti da tutto il mondo con facilità e convenienza.

In particolare, siti come AliExpress, Banggood e il nuovo, popolarissimo Temu hanno guadagnato una notevole popolarità, offrendo una vasta selezione di prodotti a prezzi competitivi. Tuttavia, dietro a questa apparenza di vantaggi e opportunità, si cela un lato negativo che spesso passa inosservato.

In questo articolo, esploreremo in particolare il fenomeno Temu, e metteremo in luce gli aspetti negativi che i consumatori dovrebbero prendere in considerazione quando effettuano acquisti su queste piattaforme.

Cos’è Temu e come funziona?

Temu è una piattaforma di e-commerce di origine cinese di proprietà di PDD Holdings, la stessa società che possiede Pinduoduo, una popolare piattaforma di social commerce in Cina. Sebbene Temu ha sede a Boston, la sua connessione con l’azienda cinese è evidente.

La piattaforma è stata lanciata negli Stati Uniti nel settembre del 2022 e ha subito guadagnato grande popolarità. Nel corso del 2023, Temu ha espanso le sue operazioni in diversi Paesi, tra cui Canada, Australia, Nuova Zelanda, Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito, e anche l’Italia.

Una delle caratteristiche principali di Temu è che permette ai venditori con sede in Cina di vendere e spedire direttamente ai clienti in occidente, senza dover fare affidamento su magazzini locali. Insomma, classico dropshipping. Questo approccio sembra vantaggioso in termini di tempi di consegna e prezzi competitivi.

Come altre piattaforme – AliExpress e Wish le più popolari – Temu ha attirato molti utenti grazie a promozioni, prezzi bassi e prodotti gratuiti offerti a coloro che invogliano nuovi utenti tramite codici affiliati, social media e attraverso l’utilizzo di meccanismi di gamification.

Temu è affidabile? Cerchiamo di capirlo

La risposta più breve è no. La piattaforma ha da subito generato diverse critiche. Infatti, secondo diverse segnalazioni, l’app ha acquisito una reputazione negativa a causa di pacchi non consegnati, addebiti misteriosi, ordini errati e un servizio clienti poco reattivo.

L’entusiasmo iniziale per la nuova piattaforma si è quindi affievolito molto presto, quando i consumatori si sono trovati a fronteggiare problemi con il servizio clienti, l’assenza di risposte e addirittura prodotti danneggiati o consegnati in ritardo.

Molti utenti hanno confrontato le esperienze negative con quelle vissute su altre piattaforme di e-commerce, come Wish, sottolineando la presenza di annunci ingannevoli e offerte che sembrano troppo belle per essere vere.

Inoltre, sono emersi ulteriori problemi di sicurezza dei dati. A marzo, Pinduoduo, società collegata a Temu, è stata sospesa da Google a causa della presenza di malware nelle versioni dell’app offerte al di fuori dello store ufficiale di Google.

Questo evento ha sollevato preoccupazioni riguardo alla sicurezza dei dati personali e finanziari degli stessi utenti di Temu.

Le controversie attorno a Temu hanno addirittura portato a una risposta da parte di alcune autorità governative statunitensi. A partire da questo mese, l’app è stata infatti vietata per l’uso sui dispositivi governativi nello stato del Montana, negli Stati Uniti. Questa misura è stata presa in seguito alle preoccupazioni espresse riguardo alla sicurezza dei dati e alla reputazione della piattaforma.

Temu, non solo problemi logistici: l’impatto ambientale dei megastore orientali

Oltre a quelle logistiche, sono sorte preoccupazioni anche per i potenziali danni ambientali e sfruttamento della manodopera derivanti dalle attività di piattaforme come Temu.

Le controversie erano partite in prima battuta da Shein, il popolarissimo e-commerce di abbigliamento e casalinghi.

Uno dei principali problemi è l’enorme quantità di merci che attraversano lunghe distanze per raggiungere i consumatori. Il trasporto internazionale di merci genera considerevoli emissioni di gas serra, contribuendo al cambiamento climatico e all’inquinamento dell’aria.

L’aumento delle spedizioni massive associate ai megastore orientali ha un impatto significativo sull’ambiente, poiché richiede una maggiore quantità di carburante e risorse per il trasporto, aumentando di conseguenza l’emissione di CO2.

Senza contare che il prezzo bassissimo dei prodotti si traduce spesso in merce di scarsa qualità, che dura poco e che quindi necessita di continuo turnover.

Inoltre, la logistica globale richiesta da queste piattaforme richiede un consumo di energia considerevole. I magazzini, le strutture di stoccaggio e i centri di smistamento richiedono energia per funzionare, e il loro utilizzo intensivo contribuisce all’aumento della domanda di energia non rinnovabile.

Questo comporta ulteriori emissioni di gas serra e contribuisce al deterioramento delle risorse energetiche del pianeta. Insomma, spesso è meglio comprare di meno spendendo un po’ di più. Ma, soprattutto, comprare locale.

Francesca Di Feo
Francesca Di Feo
Copywriter SEO e Social Media Manager per piccole e medie imprese, classe 1994. Ho studiato Scienze Politiche e Sociali presso l'Istituto Federico Albert. Grazie al mio ruolo di Project Manager e Writer nell’ambito del programma Erasmus + ho sviluppato un forte interesse sui temi della Transizione Ecologica e Digitale. Appassionata da sempre di scrittura e tecnologia, ho continuato a formarmi autonomamente su come farne un lavoro attraverso il Marketing Digitale. Attualmente sono redattrice per Trend Online e Social Media Manager per due piccole aziende, e sto lavorando per costruire Valade D’Lans, Travel Blog sulle Valli di Lanzo, gioiello montano piemontese.
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