TIM spegne alcune frequenze per ridurre i consumi: servizi sospesi? Ecco cosa succede

TIM segue l'esempio di Iliad e vara un progetto al fine di ridurre i consumi spegnendo delle frequenze. Ecco quando e cosa comporta

L’aumento dei costi energetici non risparmia nessuno, neanche gli operatori telefonici. Proprio per questo motivo, TIM ha deciso di spegnere alcune frequenze per ridurre i costi di mantenimento della linea.

La nota compagnia ha già avviato una prima sperimentazione in due regioni italiane per alleggerire l’infrastruttura nei momenti di minor traffico telefonico (dunque nelle ore notturne).

TIM spegne le frequenze: tutte le informazioni e le due regioni in fase di sperimentazione

Tale fase, avviata lo scorso 10 novembre, va ad aggiungersi alla disattivazione della rete 3G, avvenuta sul territorio italiano lo scorso 15 ottobre.

Di fatto dunque, il 3G va in pensione dopo 18 anni di onorato servizio, visto che era stato introdotto nel nostro paese durante il 2004. Al momento dunque, l’operatore mantiene attive le reti 2G, 4G e 5G anche se l’ultima non è ancora ufficialmente disponibile su tutto il territorio nazionale.

Tornando a focalizzarsi sullo spegnimento parziale della rete, è stato possibile ottenere una dichiarazione direttamente proveniente da TIM che recita quanto segue:

TIM ha introdotto in due regioni lo spegnimento di alcune frequenze mobili in base ad un rilevamento automatico, effettuato da algoritmi di intelligenza artificiale che riconosce in tempo reale i volumi di basso traffico, prevalentemente notturni. TIM garantisce comunque, anche in questa circostanza, il servizio di rete mobile ai propri clienti. Il progetto, in via sperimentale, è stato avviato nel 2022 nelle Marche e in Umbria e si prevede la progressiva estensione sul territorio nazionale nel corso del 2023 – ha spiegato ai colleghi un portavoce dell’operatore.

Il graduale aumento delle risorse energetiche ha colpito molti settori e, di questi, la telefonia è una di quelle che ha pagato maggiormente dazio. L’infrastruttura per gestire la linea infatti, richiede una quantità di energia alquanto elevata.

In tal senso, la mossa di TIM non sorprende: tempo fa infatti, Iliad si era mossa in maniera simile, con limiti notturni alla copertura. Non è assolutamente da escludere dunque che, nel giro delle prossime settimane e mesi, anche altri operatori seguano questo esempio.

WindTre e Vodafone infatti, devono anch’essi fare i conti con costi sempre più elevati. A rafforzare questa tendenza poi, vi sono iniziative simili di compagnie operative in altri paesi, come la Francia.

Quali sono le conseguenze concrete per la clientela?

Ma cosa significa lo spegnimento delle frequenze di TIM rispetto all’utilizzo del servizio? Sul piano teorico, non dovrebbe cambiare pressoché nulla. Si parla infatti di uno spegnimento automatico, che avviene di notte e che è gestito da algoritmi e intelligenza artificiale.

Similmente a quanto accade con Iliad, in caso di improvviso aumento del traffico, le celle spente verranno riavviate in automatico tramite, appunto, l’ausilio di algoritmi e AI.

Come appare chiaro, la fase di test portata avanti su un territorio contenuto come quello di Umbria e Marche, mira proprio ad evitare errori tecnici e dunque una relativa caduta della linea.

Nel caso non dovessero verificarsi problemi in tale contesto, con tutta probabilità nel corso dell’anno venturo questo tipo di iniziativa sarà dunque espansa a tutto il territorio italiano.

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