Twitter crolla al Nyse. Musk rinuncia all’ingresso nel board

Dopo avere comprato il 9,2% del capitale il numero uno di Tesla Elon Musk rinuncia all'ingresso nel board di Twitter. Che crolla dell'8% in premarket al Nyse.

Colpo di scena nell’ennesima telenovela a Wall Street con Elon Musk protagonista. Il numero uno di Tesla, infatti, dopo avere acquistato il 9,2% del capitale di Twitter ed esserne diventato primo azionista rinuncia all’ingresso nel board. “Il board e io abbiamo discusso molto sull’ingresso di Elon, anche direttamente con Elon. Eravamo entusiasti di collaborare e consapevole dei rischi“, ha dichiarato domenica, attraverso il suo account di Twitter, Parag Agrawal, che in novembre era diventato chief executive della società di San Francisco subentrando al fondatore Jack Dorsey. E la notizia non è stata presa benissimo dal mercato. Twitter, infatti, crolla al Nyse: il titolo ha toccato una perdita superiore all’8% in premarket, dopo avere già chiuso in declino del 3,75% venerdì, in una seduta estremamente negativa per il settore tecnologico a Wall Street.

Musk rinuncia all’ingresso nel board di Twitter. Che crolla al Nyse.

Credevamo che avere Elon come fiduciario della società, dovendo come tutti i membri del board agire nel migliore interesse della società stessa e di tutti i suoi azionisti, fosse il miglior percorso da seguire. E il board gli ha offerto un posto”, scriva ancora Agrawal. “Abbiamo annunciato che Elon sarebbe stato nominato, dopo un background check e subordinatamente all’accettazione formale, e la nomina sarebbe dovuta essere effettiva il 9 aprile ma quella stessa mattina ci ha detto che non si unirà più al board. E credo che questo sia per il meglio. Abbiamo sempre valutato e lo faremo anche in futuro il contributo dei nostri azionisti. Ci saranno distrazioni in vista ma i nostri obiettivi e le nostre priorità rimangono invariati. Spegniamo il rumore e rimaniamo concentrati sul lavoro e su ciò che stiamo costruendo”, ha aggiunto.

Diventatone primo azionista Musk rinuncia a ingresso board Twitter

La manovra di Musk su Twitter era arrivata dopo le pesanti critiche rivolte al social network proprio dal suo account sulla piattaforma. E certo stare dentro al board gli avrebbe garantito una posizione privilegiata per spingere i cambiamenti di cui da tempo discute per il settore dei social in genere. Tuttavia, la nomina aveva una condizione: Musk non avrebbe potuto aumentare la sua partecipazione oltre il 14,9% fino a quando fosse rimasto nel board (e per i successivi 90 giorni). Certo non un ostacolo insormontabile ma se Musk volesse davvero lanciare un’Opa adesso avrebbe molta più libertà d’azione. 

No all’ingresso nel board. Musk pensa davvero a un’Opa su Twitter?

Mentre comunicava ad Agrawal la sua rinuncia, Musk ha continuato a chiedere ai suoi follower quali fossero le modifiche più necessarie per Twitter. Il chief executive di Tesla si è in particolare concentrato sul servizio premium Twitter Blue, suggerendo la riduzione del costo mensile e la possibilità di pagare in Dogecoin. Sabato Musk ha scritto su Twitter che il servizio premium non dovrebbe avere annunci pubblicitari. “Il potere delle aziende di dettare le politiche è notevolmente rafforzato se Twitter dipende dalle entrate pubblicitarie per sopravvivere“. Non solo. Non si sa con quanta ironia Musk ha anche proposto che il quartier generale di Twitter a San Francisco venga utilizzato per ospitare i senza-tetto. “Tanto nessuno si fa vivo comunque”, ha notato, riferendosi alla sempre più diffusa pratica del telelavoro (sostenuta dalla pandemia di coronavirus) anche tra i dipendenti di Twitter. (Raffaele Rovati)

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