Wall Street scettica su Intel. Dubbi su strategia produzione

Nonostante un quarto trimestre oltre il consensus Wall Street rimane scettica su Intel. Outlook contrastato e dubbi sulla strategia di spinta alla produzione.

Non è cambiato molto dalla scorsa estate per Intel e Wall Street continua a essere scettica sull’outlook di quello che era il player dominante del settore dei semiconduttori e che nonostante ancora conservi la leadership appare sempre meno influente. Intel, dopo avere guadagnato l’1,35% mercoledì al Nasdaq, scambiava in declino di oltre il 3% in premarket perché nonostante abbia battuto le attese nel quarto trimestre lo ha fatto segnando un declino dei profitti e, soprattutto, del margine lordo. A sostenere la performance sul listino non basta il fatto che i ricavi siano aumentati da 19,98 a 20,53 miliardi di dollari (su base rettificata sono stati pari a 19,53 miliardi, contro i 18,31 miliardi stimati dagli analisti) e che quelli nel cruciale business dei data center siano rimbalzati del 20% annuo a 7,31 miliardi, contro i 6,73 miliardi del consensus di Refinitiv.

Wall Street resta scettica su Intel. Dubbi su strategia produzione

Wall Street continua a puntare i riflettori sull’outlook, prima di tutto, senza dimenticare che il declino di Intel in quello che era il suo core business, la sua forza, non accenna a fermarsi: i ricavi nel segmento client computing, ovvero i tradizionali processori per pc, sono calati del 7% annuo a 10,1 miliardi di dollari (anche in questo caso comunque sopra ai 9,6 miliardi attesi). “È stato un finale straordinario di un grande anno“, ha dichiarato il chief executive Pat Gelsinger in un’intervista a Barron’s, sottolineando come la guidance dei ricavi sia stata sorpassata di oltre 1 miliardo di dollari. Gelsinger vede il lato positivo anche per quanto riguarda il business dei pc, visto che il recente debutto di Windows 11, ultima versione del sistema operativo di Microsoft, è destinato a sostenere le vendite e a sovrapporsi alla fase di ricambio dell’hardware aziendale.

Intel batte il consensus. Wall Street scettica su spinta in produzione

In termini di prospettiva, Intel si attende per l’attuale trimestre un eps intorno a 80 centesimi, contro gli 86 centesimi stimati dagli analisti, e 18,3 miliardi di ricavi, in questo caso ampiamente sopra ai 17,6 miliardi del consensus. L’outlook contrastato, però, non è in realtà la prima preoccupazione degli analisti: sotto la lente è infatti l’accelerata che Gelsinger ha impresso da tempo sul fronte della produzione (trovandosi al posto giusto e nel momento giusto allo scoppio della crisi dei chip). Puntare sulla produzione, che garantisce meno profittabilità (e già nel quarto trimestre il margine lordo è sceso dal 56,8% al 53,6%), è visto comunque come un rischio e il recente annuncio di 20 miliardi di dollari di investimenti per la costruzione di due nuovi impianti in Ohio non ha certo allontanato i timori.

Buona notizia per Intel. Annullata multa da 1,06 miliardi del 2009

A sostenere il titolo a Wall Street non ha contribuito quella che è davvero una buona notizia. Ci sono voluti quasi 13 anni ma alla fine Bruxelles ha dato ragione al colosso Usa. Anzi il Lussemburgo, perché è stata la Corte di giustizia dell’Unione europea ad accogliere il ricorso in appello di Intel che di fatto annulla la multa da 1,06 miliardi di euro inflitta nel maggio 2009 dalla Commissione europea. Le accuse erano di pratiche anti-concorrenziale: in pratica Intel avrebbe praticato sconti ai produttori di pc ottenendo che acquistassero la maggior parte dei processori da Intel stessa e non dalla rivale Advanced Micro Devices (Amd). Per la Corte di giustizia l’analisi della Commissione europea “è incompleta e non consente di stabilire con i requisiti legali richiesti che gli sconti in questione fossero atti o suscettibili di avere effetti anticoncorrenziali“. (Raffaele Rovati)

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