Apple, Google, Facebook e Twitter sanzionano la Russia!

Oltre alle sanzioni dei governi occidentali contro la Russia, anche i giganti del web hanno deciso di sanzionare autonomamente la Russia. Come? Scopriamolo.

Le sanzioni economiche verso la Russia non arrivano solo dai governi occidentali e non riguardano solo banche ed élite russe.

In questi ultimi giorni anche i giganti del web, infatti, oltre a rispettare le norme sanzionatorie imposte dai paesi verso la Russia, stanno procedendo anche ad applicare misure restrittive autonome che vanno a colpire direttamente l’informazione russa e le sue fonti di guadagno attraverso il web.

Per esempio in Russia è stato bloccato il funzionamento di Apple Pay, Google Pay e altri “wallet digitali”. Questo è stato fatto in ubbidienza alla norme sanzionatorie riguardanti le banche russe.

Cinque dei più grandi istituti bancari russi hanno già subito restrizioni per quanto concerne le loro transazioni internazionali e questo porterà i loro clienti a non poter più utilizzare le loro carte di credito per fare acquisti all’estero. Tra questi acquisti sono compresi anche quelli online, se gli acquisti vengono fatti verso società risiedenti in un paese sanzionatore. 

Non solo: queste carte di credito non funzionano più, come abbiamo già accennato prima, nemmeno con i wallet digitali come Apple Pay o Google Pay, perché le due aziende hanno sede legale negli USA. Questa sospensione è a carattere indeterminato. 

I giganti del web hanno applicato altre sanzioni alla Russia in maniera autonoma

Facebook e Twitter hanno bloccato la monetizzazione derivante dalla pubblicità dei media statali russi.

La Russia, d’altra parte e come conseguenza, oltre ad aver bloccato parzialmente Facebook ha imposto all’azienda di eliminare il fact checking e l’etichettatura dei contenuti statali, ma Facebook non ha ottemperato a questa richiesta. 

Twitter, invece, sta anche impedendo che si registrino nuovi account  dalla Russia e sta contrastando più duramente le fake news. E così la Russia non solo ha bloccato parzialmente Facebook, ma anche Twitter.

Anche YouTube ha deciso di bloccare tutte le pubblicità russe che sul media monetizzano attraverso questa attività.

L’Ucraina chiede ad Apple di bloccare l’App Store in Russia

Il vice premier ucraino Mykhailo Fedorov ieri ha chiesto ad Apple di interrompere la vendita di prodotti Apple in Russia e di bloccare l’App Store. Questo per tentare di creare malcontento soprattutto tra i giovani sperando che si rivoltino contro Putin.

La stessa richiesta è stata fatta a Netflix, chiedendo che fosse oscurata in Ucraina. Inoltre ha richiesto ad Elon Musk la copertura Starlink sull’Ucraina e quest’ultimo ha accettato.

È ovvio che tutte queste sanzioni siano volte all’isolamento completo della Russia.

La guerra si sta trasformando da tradizionale a cyber-guerra

Sembra proprio una vera cyber-guerra mai vissuta prima. Danneggiare una nazione a livello informatico, significa compromettere ogni settore economico. 

Dopo le sanzioni alla Russia, i russi stanno ritirando i loro contanti dalle banche. Il motivo? Aver saputo che, se le sanzioni economiche dovessero diventare insostenibili, il governo russo potrebbe decidere di bloccare i conti bancari. Per questo la maggior parte dei russi sta ritirando il denaro dalle banche. 

Ad oggi sono stati ritirati già 111,3 miliardi di rubli (1,3$ miliardi). Ma questo fenomeno non accenna a diminuire viste le enormi code per prelevare sia allo sportello che dal bancomat. 

La Russia risponde alle sanzioni dei colossi del Web con il blocco parziale

Dopo che Facebook e Twitter hanno “sanzionato la Russi” la Russia ha bloccato i social parzialmente, ma potrebbero anche essere bloccati totalmente

Il Cremlino aveva infatti chiesto ai social di eliminare i fact checker dalla Russia, ma loro si sono rifiutati. Questo rifiuto potrebbe mettere a rischio anche alcuni dipendenti locali dei colossi: già in passato, infatti, il governo russo ha minacciato di arrestare i dipendenti tecnologici con sede nel paese durante un’altra disputa con i giganti del web. 

Tutto questo rischia di creare uno stallo difficilmente superabile. Per le persone che vivono in Russia, l’accesso ai social è l’unico modo per poter ascoltare anche altri pareri su ciò che sta accadendo e non solo quello che dice il governo.

I russi contrari all’azione russa in Ucraina, hanno spesso utilizzato i social per diffondere i loro pareri su ciò che stava accadendo. Se il governo dovesse bloccare totalmente i social, questo non potrà più accadere. 

Dopo le sanzioni alla Russia, internet rischia di non essere più un servizio davvero globale

I social media negli anni 2000 sono stati sviluppati nell’ottica di un Internet condiviso, aperto e globale, che richiedeva alle principali piattaforme tecnologiche come Facebook, Twitter e YouTube di seguire le normative dei paesi in cui operano. Ciò significa che le aziende si sono ritrovate spesso, al di fuori di Stati Uniti e dell’Europa, a censurare discorsi politicamente controversi per ordine del governo.

Lo scorso settembre, Apple e Google hanno cancellato un’app di voto creata dai sostenitori di Aleksei A. Navalny, il leader dell’opposizione russa incarcerato, dopo che il governo russo avrebbe minacciato di arrestare i dipendenti delle aziende stesse se queste ultime avessero lasciato l’app nei loro store.

Ma a volte queste negoziazioni possono fallire, come è successo lo scorso marzo quando il Cremlino ha intenzionalmente rallentato Twitter in Russia dopo aver avvertito le piattaforme di social media di rimuovere i contenuti a sostegno di Navalny dopo il suo arresto, ma questo non è accaduto.

Un Internet veramente aperto e globale non è mai esistito in Cina, dove tutte le società di social media statunitensi sono ufficialmente bandite dal suo “Great Firewall” che controlla ciò a cui i cittadini possono accedere online e ciò a cui non possono accedere.

Non esiste più completamente in India, dove Twitter e Facebook hanno rimosso i contenuti su richiesta del governo del primo ministro Narendra Modi, che ha iniziato a censurare i dissidenti politici con crescente vigore durante la pandemia.

Se ora questo accadesse anche in Russia,  la globalità di Internet, ovvero il motivo per cui è nato, verrebbe totalmente meno.

Secondo alcuni esperti i social dovrebbero continuare a funzionare in Russia

Alcuni politici ed esperti di discorsi online affermano che è importante che le principali piattaforme di social media cerchino di continuare a operare in Russia, moderando ancora la palese disinformazione e limitando la propaganda promossa dai media statali russi.

Questo perché le piattaforme di social media stanno offrendo ai russi che non sono d’accordo con il Cremlino un modo per far sentire la propria voce e offrono ai russi un modo per ottenere informazioni che le organizzazioni dei media statali russe non condivideranno.

Tweet ampiamente diffusi hanno mostrato manifestanti russi che cantavano contro la guerra questa settimana a Mosca. Un popolare rapper di San Pietroburgo ha cancellato il suo concerto e giovedì ha pubblicato un messaggio contro la guerra ai suoi oltre 2 milioni di follower su Instagram. E alcuni figli di alti funzionari statali e oligarchi russi si sono rivolti a Instagram per esprimere la loro opposizione all’invasione.

Twitter, Google e Facebook hanno tutti affermato che stanno aumentando i loro sforzi per rimuovere i video che violano le loro politiche. 

Alcuni esperti di sicurezza di Internet, ricercatori di social media e attivisti hanno chiesto alle aziende di social media con sede negli Stati Uniti di eliminare i media russi finanziati dallo stato o gli account gestiti dallo stato, poiché ciò potrebbe indebolire la capacità del governo russo di distribuire propaganda.

Ma per tutti i motivi menzionati in precedenza, se le società tecnologiche limitassero ulteriormente i media statali russi e gli account ufficiali del governo russo, ciò potrebbe rischiare ulteriori ritorsioni da parte di Mosca contro le aziende, gravi a tal punto da portare al blocco totale di internet e all’arresto dei dipendenti delle stesse aziende. 

Tutto ciò sottolinea come i social media, in questo particolare momento storico, stiano avendo un ruolo chiave per le potenze globali. 

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