Cosa è vietato vendere su Internet. E come fare affari d’oro

Le occasioni che si possono trovare su Internet sono innumerevoli. È possibile acquistare vestiti nuovi od usati, il computer ricondizionato.

Le occasioni che si possono trovare su Internet sono innumerevoli. È possibile acquistare vestiti nuovi od usati, il computer ricondizionato. Ma non solo: lo smartphone a prezzo scontato o i mobili per la casa. Accanto alle offerte ed alle promozioni delle piattaforme ufficiali, è possibile accedere alle piattaforme di scambio, dove sarà possibile trovare un’infinità di offerte convenienti. Trovandosi davanti un mercato dalle mille possibilità e dalle molteplici offerte, molti si domandano come sia possibile trovare l’affare perfetto su Internet. Spesso ci si affida al passaparola e ai suggerimenti che arrivano dagli amici. Ma la domanda successiva è la seguente: è legale acquistare e rivendere su Internet?

Sono due le strade che puoi percorrere quando apri il tuo browser: ti trovi dei siti che fanno forti sconti sul nuovo ed altri nei quali è possibile acquistare l’usato in buone condizioni. A questo punto ti viene l’idea del secolo: pensi di fare da intermediario su queste vendite, magari facendo da tramite con i tuoi canali social o attraverso il tuo sito internet. Potrai trovare i clienti, proporre il tuo affare ed una volta ricevuto il pagamento penserai tu stesso a spedire il pacco all’acquirente. Applicherai una maggiorazione, che costituisce il tuo utile. La domanda a questo punto che ti starai ponendo è se un comportamento di questo tipo sia legale? Insomma: puoi comprare e rivendere su Internet? Cerchiamo di capirlo insieme.

Quando è legale rivendere un prodotto nuovo su Internet

In Italia non esiste alcuna legge che vieti a qualcuno di vendere un oggetto nuovo, che ha appena comprato. Non sarà necessario nemmeno pagare una commissione al produttore o al rivenditore. Chiunque ha il diritto di acquistare una borsa, un computer od un’autovettura e poi venderla immediatamente ad un’altra persona. È possibile farlo anche per quei prodotti che sono coperti dal diritto d’autore, da un marchio o da dei brevetti. 

Proviamo a fare un esempio. Nel caso in cui dovessi acquistare un software, un videogame od un libro potrò rivenderlo, senza commettere alcun reato. Vi è, comunque, un unico divieto: non si potrà mettere a disposizione il file, gli mp3 o l’ebook tramite download diretto, perché in questo modo le vendite diventerebbero infinite e andrebbero a ledere il diritto d’autore. Sostanzialmente questo significa che è possibile vendere un prodotto che sia coperto dal copyright, purché sia venduto una sola volta. Si dovrà cedere il supporto materiale non il file.

Questo, sostanzialmente, significa che rivendere un prodotto su Internet è perfettamente legale. Purché questa attività sia fatta in maniera occasionale. Nel caso in cui dovesse diventare un’attività professionale – quindi è svolta con una certa regolarità – sarà soggetta agli eventuali obblighi sulla normativa fiscale. Sarà necessario aprire una partita Iva, richiedere tutte le autorizzazioni di inizio attività commerciale e a disbrigare tutti gli adempimenti che si farebbero per un normalissimo negozio fisico, come la dichiarazione dei redditi. Se l’attività diventa continuativa, ovviamente, sarà necessario assolvere tutti gli adempimenti amministratici che la legge prevede.

Quello che invece è illegale – sia su Internet che nel mondo reale – è acquistare e rivendere prodotti contraffatti. O che abbiano una dubbia origine, che potrebbero far scattare il reato di ricettazione. L’esempio potrebbe essere l’acquisto di un orologio falso o di cellulari rubati. Questo significa che l’oggetto che si vorrà mettere in vendita dovrà avere sempre una provenienza lecita. Non sarà nemmeno possibile giustificarsi sostenendo di non conoscere la provenienza della merce, che viene messa in vendita. Soprattutto se il prezzo troppo basso potrebbe far sorgere qualche sospetto.

Internet ed oggetti usati: è legale venderli?

Su Internet è possibile anche acquistare e vendere gli oggetti usati. Nel caso in cui questa operazione è fatta senza fini di lucro, non sarà necessario adempiere ad alcun obbligo di natura fiscale. Si pensi ad esempio al collezionista che voglia disfarsi degli oggetti che ha custodito per una vita intera o ad un divoratore di libri, che abbia intenzione di liberare gli scaffali di casa. Su queste rivendite non sarà necessario pagare le tasse: nel momento in cui si cede un prodotto ad un prezzo più basso rispetto a quello che si è pagato per comprarlo, non si crea alcun tipo di guadagno.

Se questa attività, però, dovesse diventare di tipo professionale sarà necessario allestire un vero e proprio negozio dell’usato, anche se ha solo una vetrina su internet. In questo caso scattano tutti gli obblighi di legge che abbiamo visto in precedenza.

Drop-shipping: è legale farlo?

Una delle tecniche utilizzare per fare affari in Internet è il cosiddetto drop-shipping. Questa tecnica permette al commerciante di non aprire una sede fisica con un proprio magazzino. Non dovrà prendere in affitto un locale o acquistare la merce prima di rivenderla. Il commerciante dovrà solo provvedere a ricevere gli ordini dei clienti: nel momento in cui l’ordine è andato in porto, acquista l’oggetto da un terzo per poi spedirlo direttamente all’ordinante. Diciamo che siamo davanti ad una vera e propria intermediazione tramite Internet. L’intermediario, in questo caso, non si limita esclusivamente a mettere in comunicazione consumatore e venditore, ma prima diventa lui stesso acquirente dal fornitore e poi venditore.

Grazie al drop-shipping è possibile avviare un’attività su Internet a costo zero e vendere i propri prodotti ovunque, senza particolari limitazioni territoriali. Anche questa attività è legale e non incontra alcun divieto, salvi solo gli adempimenti fiscali e le dovute autorizzazioni amministrative nel momento in cui diventa stabile e non occasionale. 

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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