Ma come sono messe le banche tedesche?

Nella sua newsletter settimanale denominata “Notebook”, il Direttore di MF Milano Finanza si pone una domanda.

Nella sua newsletter settimanale denominata “Notebook”, il Direttore di MF Milano Finanza si pone una domanda: “Se le banche tedesche vanno in difficoltà, chi interviene?”

Beh la risposta dovrebbe essere scontata, visto che la Germania fa parte dell’Unione europea e soprattutto ha aderito alla moneta unica, dovrebbe seguire le regole europee quelle dettate dalla Banca Centrale europea.

Insomma dovrebbe accadere quel che è successo quando, anni fa, sono andate in difficoltà alcune Banche italiane, quindi dovrebbe scattare il bail-in, cioè un meccanismo di autorisoluzione.

In pratica viene dapprima azzerato il valore delle azioni, successivamente le obbligazioni cominciando da quelle meno garantite, insomma di fatto si salvano certamente solo i correntisti (se il saldo del conto non supera i 100.000 euro).

Ebbene in Germania non è proprio così, o meglio lo è solo in parte. Non che la Germania goda di un trattamento privilegiato, è tutto in regola (o almeno così pare).

Il fatto è che la Germania ha solo due grandi Banche, per il resto un numero estremamente elevato di Istituti di credito locali, di fatto pubbliche, la cui vigilanza non è in capo alla Bce, ma è di competenza nazionale.

Quindi per la stragrande maggioranza delle Banche tedesche, tutte quelle di piccole dimensioni, qualora dovessero andare in difficoltà ad intervenire non sarebbe la Bce, e nemmeno l’Eba, ossia l’Autorità bancaria europea, ma interverrebbe prima un Fondo interbancario di garanzia, e qualora non fosse sufficiente … direttamente lo Stato.

Ha fatto un certo scalpore in Germania l’intervento della Bafin, l’equivalente della nostra Consob, ossia l’organismo di controllo della Borsa tedesca che ha chiesto agli istituti di credito dei Länder di non distribuire gli utili e di accantonarli nei loro bilanci.

Perché questa che al momento è solo una raccomandazione, ma di fatto è un ordine?

La risposta che dà la Bafin è di quelle che potrebbero far tremare i polsi, sentite, gli accantonamenti straordinari si rendono necessari “a fronte della recessione e delle difficoltà del settore immobiliare”.

Ahi, Ahi, Ahi!

La Consob tedesca in pratica dà essenzialmente per certo che in Germania, a breve, ci sarà una crisi immobiliare? Ebbene sì, questo la Bafin ha detto alle Banche tedesche, mettete da parte i soldi perché dovrete far fronte alla recessione del settore immobiliare.

Ed allora occorre chiedersi, come sono messe le Banche in Germania, sapevamo tutti che gli unici due “colossi bancari” tedeschi, ossia Deutsche Bank e Commerzbank sono colossi dai piedi di argilla e la terza più grande banca tedesca non è tedesca, ma italiana dato che si tratta di Unicredit Bank che è la denominazione presa da Hypovereinsbank dopo l’acquisizione appunto da parte di Unicredit, una acquisizione che si è dimostrata una enorme fregatura per la Banca italiana.

Ma la Germania dopo aver dato la fregatura ad Unicredit non ha più trovato altre Banche in Europa alle quale rifilare i loro istituti praticamente falliti, queste Banche tedesche in gravissima difficoltà dovettero trovare un salvataggio interno.

Cito solo i due casi più rilevanti, a Commerzbank rifilarono quella che in quel momento era la terza più grande Banca in Germania, ossia, Dresdner Bank, mentre dal 2010 Deutsche Bank ha incorporato Deutsche Postbank.

Ebbene per sorreggersi una con l’altra nel 2019 si era parlato di una fusione fra le due grandi Banche tedesche, ma l’operazione non andò in porto.

E proprio in queste settimane si è tornati a parlare della fusione, sembrava proprio che questa volta l’operazione si potesse concretizzare, quando la scorsa settimana l’Amministratore delegato di Commerzbank pare abbia fatto saltare il tutto.

Perlomeno ha raffreddato, anzi raggelato gli entusiasmi, dichiarando che la sua Banca vuole rimanere indipendente, riferendosi alla ipotesi fusione, queste sono state le sue precise parole: “Quindi penso che questo sia sempre un argomento più per giornalisti e media, ma non per noi”.

Insomma lui non vuole perdere il suo posto.

In conclusione, io ribadisco quello che sostengo ormai da anni, ossia che oggi, ma lo era anche ieri, il sistema bancario italiano è ben più solido rispetto a quello tedesco (ma anche a quello francese e quello spagnolo).

Oltretutto la peculiarità del nostro Paese, non dico che ci renda immuni, ma certamente siamo meno esposti rispetto agli altri Paesi europei, ad eventuali crisi del comparto immobiliare.

Se non ci fosse stata quella sciagura dei Cinquestelle con il 110%, ma lasciamo perdere questo discorso.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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