Autonomia differenziata, finalmente!

Veramente a volte non riesco a capire, perché l’autonomia differenziata dovrebbe penalizzare il Sud Italia?

L’autonomia differenziata non attribuisce maggiori risorse al Nord, o minori risorse al Sud, e quindi non intacca il sistema solidaristico che caratterizza il nostro Paese, come tutti i Paesi al mondo.

Perché è ovvio che le regioni più ricche devono contribuire maggiormente al bilancio pubblico e ciò porta a che si abbiano trasferimenti dalle regioni del Nord a quelle del Sud, e tutto questo continuerà ad esserci.

Chi parla di una spaccatura nel Paese, una rottura del sistema solidaristico o non è ben informato, oppure è in malafede.

Certo capiamo (anche se poco per la verità) l’opposizione, che deve criticare qualsiasi iniziativa della maggioranza, ma ritengo che non si possa essere contrari ad una decentralizzazione delle competenze.

E l’autonomia riguarda le competenze non le disponibilità che rimarranno invariate.

Certo, se una Regione viene gestita meglio delle altre, in quella Regione si vivrà meglio, questo è ovvio, ma tutto ciò non è a scapito delle altre Regioni, bensì solo a suo merito.

Capisco ancora meno gli amministratori regionali che si scagliano contro questa riforma, dovrebbero essere i primi ad accogliere con grande favore l’autonomia differenziata.

Il fatto che possano essere loro stessi a gestire un certo numero di competenze che oggi sono demandate allo Stato, ovviamente a parità di risorse disponibili, dovrebbe renderli maggiormente gratificati, la maggior responsabilità è senza dubbio un aspetto che dovrebbe risultare appagante.

Chi assume incarichi governativi pubblici, deve avere perlomeno la presunzione di essere in grado di svolgere il proprio ruolo meglio di altri altrimenti è meglio che faccia altro, e con l’autonomia differenziata le occasioni per dimostrare le proprie capacità come amministratore vengono moltiplicate.

Certo l’ho già detto, tutto ciò significa anche maggiori oneri e maggiori responsabilità, ma ribadisco che nessuno obbliga le persone a candidarsi e farsi eleggere.

Ho parlato di maggiori responsabilità in quanto viene a mancare l’alibi “Roma”, certo se il Governo Centrale, ad esempio, dovesse ridurre i fondi per la Sanità ciò andrà a ripercuotersi sulla qualità del servizio, tuttavia sappiamo che la gestione della Sanità è demandata alle Regioni e devono quindi essere loro a rispondere di eventuali disservizi.

Insomma leggere, ad esempio su “Il Fatto Quotidiano” che, “questa legge spaccaitalia nasce dal presupposto che le regioni più ricche trattengano più risorse sul proprio territorio” è francamente imbarazzante per il giornale diretto da Marco Travaglio.

Così come non si può ascoltare ciò che ha detto il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sentite: “E poi le regioni più ricche per quanto riguarda la sanità e la scuola, potranno integrare le retribuzioni dei lavoratori di quel settore e quindi ovviamente le regioni più povere saranno in una specie di dumping rispetto al poter ottenere i migliori insegnanti e i migliori medici”.

Ma ancora peggiore il giudizio espresso dal Segreatario della CGIL Maurizio Landini, sentite:

“provvedimento che non porterà nulla di buono ai lavoratori e ai pensionati che rappresentiamo”: “Ma il danno sarà prodotto all’intero Paese: aumenteranno i divari tra Nord e Sud; alla competizione sociale si aggiungerà quella territoriale; cresceranno ulteriormente le diseguaglianze, verrà meno la stessa possibilità di una politica industriale e di coesione nazionale”.

Mancano solo le cavallette …

Io continuo a ribadire che le regioni continueranno ad avere le stesse disponibilità, con l’autonomia differenziata a cambiare è la gestione delle risorse disponibili che appunto le regioni potranno richiedere.

Va ricordato poi che non ci sono automatismi, le Regioni possono richiedere una maggior autonomia su diverse materie, ma la otterranno solo dopo una lunga trattativa con lo Stato centrale, una trattativa che non potrà durare meno di 5 mesi.

E da notare che naturalmente questa autonomia potrà anche essere invalidata qualora appunto le Regioni non dessero prova di efficienza.

E’ poi importante notare come questa legge appena approvata sia stata di fatto necessaria per dare attuazione ad un articolo della nostra Costituzione che altrimenti sarebbe rimasto per sempre solo sulla carta, ma mai applicato, mi riferisco all’Art. 116.

Insomma staremo a vedere, personalmente sono sempre favorevole al fatto che gli organi decisionali siano vicini alla popolazione che ha così maggiori possibilità di poter giudicare l’operato dei dirigenti pubblici.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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