La magistratura vaticana questa volta è determinata a svelare cosa si nasconde dietro la morte di Emanuela Orlandi, la ragazza sparita e poi trovata senza vita il 22 giugno del 1983. Dopo 40 anni il caso è tutt’altro che risolto e i forti dubbi hanno creato pericolose illazioni.
Per questo le autorità vaticane hanno deciso di indagare nuovamente, sia percorrendo nuove piste sia leggendo con attenzione deposizioni e fascicoli già a disposizione.
Riaperto il caso di Emanuela Orlandi: dove portano le nuove indagini
A pochi giorni dalla morte di Papa Benedetto XVI, la Santa Sede ha deciso di fare chiarezza su uno dei casi di cronaca nera più chiacchierati degli ultimi decenni. La magistratura ha riaperto le indagini, decisa a trovare la verità sulla morte della giovanissima Emanuela, ancora oggi avvolta nel mistero.
Al vaglio ci sono nuove piste mai approfondite fino ad ora e che potrebbero aggiungere dettagli utili per comprendere le ragioni della sua scomparsa. La ragazza, figlia di un dipendete del Vaticano, potrebbe essere venuta a conoscenza di segreti pericolosi connessi con la banda della Magliana, secondo alcuni gli esecutori materiali dell’omicidio.
“Noi ne siamo all’oscuro, lo apprendiamo dagli organi di stampa ma certo è da un anno che attendevamo di essere ascoltati.”
La reazione dei familiari alla notizia della riapertura del caso:
Dalla cronaca al docufilm
Non sono note le ragioni dietro la decisione di riaprire il caso, sta di fatto che la docuserie dedicata ad Emanuela Orlandi è stata un successo e ha riacceso i riflettori sulla vicenda. Probabilmente la Santa Sede è intenzionata a mettere a tacere, una volta per tutte, le illazioni sul caso e sulla responsabilità dei vertici del Vaticano.