Assegno bancario: servono due documenti di identità per incassarlo. Ecco quali

Hai ricevuto un assegno con il rimborso delle tasse che hai pagato. O l'assicurazione ti ha appena saldato il risarcimento danni.

Hai ricevuto un assegno con il rimborso delle tasse che hai pagato. O l’assicurazione ti ha appena saldato il risarcimento danni. Adesso devi solo incassare il tuo bell’assegno, ma l’impiegato della banca ti ha spiegato che è necessario presentarsi con almeno due documenti di riconoscimento. Questo nuovo adempimento è necessario per accertare, senza ombra di dubbio, la tua identità ed evitare che ci siano delle spiacevoli frodi. A questo punto ti chiedi se sia realmente necessario essere in possesso di due documenti di identità.

Dal tuo punto di vista, questa potrebbe essere una vera e propria seccatura. Ma guardando il problema dal punto di vista della banca, questa è una forma di cautela. L’istituto di credito, infatti, potrebbe essere chiamato a rispondere dei danni che verrebbero causati al vero beneficiario, nel caso in cui l’assegno dovesse essere pagato ad una persona diversa. È responsabilità della banca, infatti, verificare e controllare scrupolosamente l’identità della persona che chiede il pagamento di un eventuale titolo. Una delle clausole inserite nell’assegno, tra l’altro, prevede la non trasferibilità dello stesso. La prassi delle banche è improntata alla massima cautela per tutelarsi ed essere sicura di pagare alla persona legittima.

Per un assegno è necessaria la doppia verifica dell’identità

Diciamolo chiaramente e senza timore di essere fraintesi: la strada migliore per incassare un assegno è quella di versarlo sul proprio conto corrente. La verifica dell’identità di correntista è molto più facile e snella: è avvenuta in anticipo, ma soprattutto il soggetto è, senza dubbio, conosciuto dalla propria banca. La normativa antiriciclaggio (articolo 19 D.Lgs. n. 231/2007) prevede esplicitamente che l’identificazione della propria clientela possa avvenire dietro presentazione di semplice documento d’identità, purché questo non sia scaduto. Nel caso in cui ci si dovesse trovare a che fare con una società, sarà necessario verificare anche i poteri rappresentativi del soggetto che ha in mano l’assegno.

A questo, poi, si aggiunge il fatto che ormai il circuito per accreditare un assegno è automatizzato. Tra l’altro la maggior parte delle banche permette di versare assegni e contanti presso gli sportelli esterni: gli Atm, gli stessi strumenti utilizzati anche per prelevare le somme in contanti.

Non tutte le persone hanno un conto corrente: sono in molti a doversi recare presso lo sportello della banca emittente per riuscire ad incassare l’assegno a loro intestato. L’Abi, Associazione bancaria Italiana, con la circolare del 7 maggio 2001 ha emanato una vera e propria raccomandazione a tutte le banche: nel momento in cui negoziano un assegno, è opportuno che verifichino l’identità del presentatore del titolo chiedendo due documenti di identità, entrambi muniti di fotografia (basterà essere in possesso della carta d’identità e della patente). Con questa cautela si possono prevenire la maggior parte degli abusivi incassi di somme da parte di soggetti non legittimati.

Essere in possesso di due documenti: quando è necessario

La richiesta di esibire due documenti per poter incassare un assegno, non ha valore precettivo. Sostanzialmente, quella con la quale ci si va a scontrare è semplicemente una regola prudenziale di condotta, che viene suggerita dall’Abi alle varie banche negoziatrici. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20477 del 24 giugno 2022 ha ricordato che

l’attività di identificazione delle persone fisiche avviene normalmente tramite il riscontro di un solo documento d’identità personale.

Stando a quanto ricordato dalla Suprema Corte, la banca, che non dovesse richiedere due documenti di identità prima di pagare un assegno, non è responsabile nel caso in cui si venisse a configurare un incasso abusivo. Questi adempimenti esulano dalla normale diligenza che è richiesta agli operatori del settore norma dell’art. 1176, comma 2, del Codice Civile. Questa norma, secondo la Cassazione, è di natura elastica e deve essere interpretata alla luce delle circostanze concrete e della prassi di comportamento sociale. Quindi secondo i giudici di legittimità non è obbligatorio esibire due documenti di riconoscimento: ne basta uno.

La responsabilità della banca sull’incasso di un assegno

Nel caso in cui un assegno dovesse essere pagato ad una persona diversa rispetto al vero beneficiario, quali responsabilità ha la banca? L’articolo 43, co.2, R.D. n. 1736/1933 prevede che

colui che paga un assegno non trasferibile a persona diversa dal prenditore o dal banchiere giratario per l’incasso, risponde del pagamento.

La Corte di Cassazione ha sottolineato che, nel caso in cui la banca abbia pagato l’assegno ad un soggetto non legittimato ad incassarlo, risponde nei confronti del titolare del conto corrente dal quale è stata tratta la somma necessaria per pagare l’importo riportata sul titolo. Così l’istituto bancario risponde nei confronti dei danneggiati anche nei casi di colpa lieve, ad esempio quando il cassiere è stato distratto e negligente nella verifica dei documenti di riconoscimento esibiti da chi ha presentato il titolo all’incasso.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
797FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate