Licenziamento, ecco quando può essere invalidato

Come deve essere notificato il provvedimento di licenziamento, perché sia valido a tutti gli effetti? Chi deve effettuare la comunicazione?

Come deve essere notificato il provvedimento di licenziamento, perché sia valido a tutti gli effetti? Chi deve effettuare la comunicazione? Se il dipendente viene a conoscenza del proprio licenziamento da altri uffici aziendali e non dal datore di lavoro, il provvedimento è valido? Cerchiamo di capire cosa prevede la legge in questo senso.

Partiamo con il ricordare che il licenziamento è, sostanzialmente, il recesso unilaterale del rapporto di lavoro subordinato da parte dell’azienda. Perché questo provvedimento sia legittimo, è necessario che ci siano delle motivazioni valide ed è necessario seguire delle particolari procedure, che costituiscono uno degli elementi più ovvi: comunicare al dipendente che è stato licenziato. A chi spetta questo compito? Deve essere direttamente il datore di lavoro a comunicarlo per iscritto? Il licenziamento è valido anche se non c’è una comunicazione diretta da parte dello stesso titolare dell’azienda?

Quello che stiamo trattando in questa sede è punto di vitale importanza nella gestione di un licenziamento. Un qualsiasi errore può costituire un’insperata ancora di salvezza per il dipendente. Su questo argomento è intervenuta la Corte di Cassazione, che con l’ordinanza n. 24391/2022 del 05 agosto 2022, ha spiegato che nel caso in cui ci sia un errore nella comunicazione il licenziamento è valido lo stesso. Questo significa che, nel caso in cui il dipendente non ne fosse stato informato direttamente dal datore di lavoro, ma ne venisse a conoscenza tramite altre vie, come ad esempio dall’ufficio del personale o dall’amministrazione, il licenziamento avrebbe valore lo stesso.

Licenziamento: quale procedura si deve seguire

Perché un licenziamento sia valido a tutti gli effetti è necessario seguire una particolare procedura. Eccola nel dettaglio:

  • verificare che nel codice disciplinare, che è affisso direttamente in azienda, dia la possibilità o meno di licenziare un dipendente per il comportamento dimostrato;
  • contestare l’addebito;
  • rispettare modalità e termini perché il dipendente possa difendersi;
  • audizione difensiva se richiesta;
  • irrogazione del licenziamento o accoglimento delle giustificazioni. 

Quando un’impresa ha almeno 15 dipendenti ed è considerata una grande azienda, nel caso in cui si proceda con un licenziamento per giustificato motivo oggettivo, questo deve essere comunicato direttamente all’Ispettorato territoriale del lavoro dove il dipendente presta servizio. La stessa comunicazione dovrà essere inviata al lavoratore per conoscenza. Questa comunicazione è ritenuta valida nel momento in cui viene trasmessa tramite raccomandata a/r e per l’Ispettorato tramite Pec. L’indirizzo al quale inviare la comunicazione al lavoratore è quello inserito nel contratto o quello successivamente comunicato. Nel caso in cui la comunicazione venga consegnata a mano, è necessario certificarne la ricezione con una firma apposta sulla copia.

In seguito a questa prima comunicazione, ci sarà un tentativo di conciliazione a seguito di una convocazione delle parti entro sette giorni direttamente presso l’Ispettorato territoriale del Lavoro. Il licenziamento intimato all’esito della conciliazione preventiva ha effetto dal giorno in cui l’Ispettorato ha ricevuto la comunicazione del datore, fermo restando il diritto del lavoratore al preavviso o alla relativa indennità sostitutiva.

Licenziamento: come deve essere comunicato al lavoratore

La normativa non prevede particolari modalità per quanto riguarda la comunicazione del licenziamento. È diventata una consuetudine, comunque, utilizzare una raccomandata a/r. Nel caso in cui il lavoratore si dovesse rifiutare di ricevere la raccomandata, la comunicazione si ritiene, comunque vada, notificata e provoca i suoi effetti di legge. Viene ritenuto legittimo il licenziamento intimato tramite WhatsApp o inviato come allegato ad un messaggio di posta elettronica, purché il ricevimento non risulti essere stato contestato. Nel caso in cui il provvedimento non sia stato adottato per giusta causa, ma per un giustificato motivo soggettivo, nella comunicazione dovranno essere contenuti i termini del preavviso. In caso contrario il licenziamento risulta illegittimo.

Secondo la già citata ordinanza n. 24391/2022 del 05 agosto2022 della Corte di Cassazione, il licenziamento risulta essere valido anche quando la comunicazione al dipendente non arriva direttamente dal datore di lavoro. Il dipendente può essere messo a conoscenza del provvedimento anche in forma indiretta.

Il caso specifico

I giudici della Suprema Corte hanno esaminato un caso specifico, fornendo un esempio concreto di quando un licenziamento è legittimo anche quando il diretto interessato ne viene a conoscenza tramite vie traverse. Il caso preso in esame ha visto coinvolto un dipendente che è stato dichiarato non idoneo in forma permanente al servizio nella Pubblica Amministrazione. Per questo motivo si era deciso di risolvere il rapporto di lavoro. Il provvedimento, però, non era stato comunicato direttamente al dipendente, che ne ha acquisito copia in via del tutto informate presso alcuni uffici informativi.

I giudici hanno ritenuto legittimo il licenziamento, perché è stato comunicato pe riscritto, ma non è obbligatorio che debba farlo direttamente il datore di lavoro. Secondo la Suprema Corte è sufficiente che il dipendente ne venga a conoscenza, rispettando sempre la forma scritta, anche per altre vie, che siano comunque legate alla stessa azienda. Come appunto possono essere gli uffici amministrativi.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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