Fallimenti immobiliari in Austria e Germania

Qual è il settore che nella fase di espansione di un ciclo economico è il primo a dare segnali di ripresa?

Qual è il settore che nella fase di espansione di un ciclo economico è il primo a dare segnali di ripresa? Certo lo sapete tutti, è il settore immobiliare.

Ma essendo il primo a dare segnali di ripresa è anche il primo dare segnali di rallentamento e poi di contrazione appena il ciclo economico, avendo raggiunto il suo picco, si inverte.

Naturalmente i cicli economici sinusoidali, io lo dico spesso, sono una semplificazione della realtà che servono agli insegnanti di economia per veicolare alcuni concetti, fosse davvero così lineare l’economia saremmo in grado di evitare le fasi recessive o perlomeno a limitarle.

Purtroppo l’economia è una scienza un po’ più complessa e come tutti sappiamo difficile da prevedere.

Tuttavia è vero che il settore immobiliare deve essere osservato con attenzione perché spesso anticipa le fasi di espansione e contrazione economica.

Ne abbiamo avuto un clamoroso esempio alcuni mesi fa in Cina quando improvvisamente, ma neanche tanto, è scoppiato il caso Evergrande, il colosso del comparto immobiliare sommerso da una montagna di debiti, oltre 300 miliardi di dollari.

Ma perché il comparto immobiliare è così importante?

Certo per quello che abbiamo detto, ossia è un comparto cosiddetto “sentinella”, ma soprattutto l’aspetto più rilevante, o meglio preoccupante è che l’immobiliare è un settore che opera a leva.

Non stiamo parlando proprio della leva finanziaria in senso stretto, in questo caso il termine operare a leva sta a significare che gli operatori fanno largo uso dei finanziamenti di terzi, e come ovvio, principalmente da parte del settore bancario.

Normalmente chi acquista una casa paga un certo anticipo poi fa ricorso ad un finanziamento bancario, un mutuo, ma anche la società immobiliare ricorre in larga parte ad un finanziamento bancario.

Ovviamente le Banche, dai finanziamenti concessi al settore immobiliare, ottengono interessi, quindi reddito, profitti, e si fanno ingolosire quando il mercato, come si dice in gergo “tira”, non valutando attentamente il tasso di rischiosità.

Ed ecco allora, avete già capito, cari ascoltatori, che le crisi immobiliari non interessano solo il settore in senso stretto, ma evidentemente coinvolgono il settore finanziario, ossia le Banche.

Certo la società immobiliare può anche fallire, ma non se la passano bene neppure le Banche che l’avevano finanziata.

Ed ecco che oggi arriva la notizia, chiariamo stiamo parlando di importi estremamente più contenuti rispetto alla cinese Evergrande, ma sono comunque importi da non sottovalutare e soprattutto a far ancora più clamore è vedere i Paesi che sono coinvolti, ossia Austria e Germania.

La notizia è questa: il Gruppo immobiliare austriaco Signa sarebbe sull’orlo del fallimento, la notizia dovrebbe essere ufficiale visto che è stata riferita dal settimanale Der Spiegel.

Ma perché ho detto prima che i Paesi coinvolti sono due, ossia Austria e Germania? Semplicemente perché a causare il dissesto sarebbe stata la filiale tedesca della Società ossia la Signa Real Estate Management Germany, che ha presentato ufficialmente istanza di fallimento a Berlino.

Da segnalare inoltre la bancarotta della controllata nella vendita al dettaglio di articoli sportivi Signa Sport.

Si cerca di ridimensionare l’accaduto facendo notare che la filiale tedesca Signa Real Estate Management Germany, che ha presentato ufficialmente istanza di fallimento a Berlino sarebbe una scatola vuota.

Ma guarda un po’ anche a quelle latitudini fanno ricorso nel settore immobiliare a società che nella realtà non sono proprietarie di nulla.

Comunque la verità dei fatti è che la situazione è seria, il gruppo immobiliare fa capo alla famiglia tirolese Benko ed è in cerca di un finanziatore per evitare il possibile fallimento.

Naturalmente auguriamoci che si trovi un fondo in grado di intervenire per evitare il peggio anche perché nella situazione peggiore verrebbe coinvolto anche il settore bancario ed indirettamente anche la nostra Italia …

Ecco, il perché.

L’esposizione verso le Banche, almeno secondo il Der Spiegel, ammonta a 2,2 miliardi di euro, due terzi dei quali, quindi un miliardo e mezzo, sarebbero in capo a Raiffeisen Bank International (RBI) e Bank Austria.

Mi direte e allora? Sono Banche austriache, noi che c’entriamo? Purtroppo no, Bank of Austria, la più grande Banca austriaca, è del gruppo Unicredit.

La Bce aveva nelle scorse settimane aveva acceso un alert proprio sul settore immobiliare e specialmente in Germania, al momento la Bce sta monitorando la situazione di molti Istituti bancari che sarebbero esposti soprattutto nel settore immobiliare.

Le aziende edili in Germania che hanno avuto ordini e progetti cancellati sono in continuo aumento ad ottobre sono state il 22,2%.

Ad aggravare la situazione la notizia che, secondo alcuni analisti, il “buco” potrebbe essere decisamente superiore, si parla di una esposizione anche della Banca svizzera Julius Baer che a novembre ha fatto accantonamenti per 70 milioni di franchi svizzeri annunciando di avere un’esposizione di 606 milioni franchi nei confronti di un gruppo, ed avendo come garanzie immobili di pregio quindi naturalmente il pensiero è immediatamente andato al Gruppo Signa anche se la Banca svizzera non l’ha espressamente citata.

Occorre però sapere quanto sono valutate ora le garanzie prestate.

Insomma la situazione è indubbiamente seria, e cercherò di tenervi aggiornati sugli eventuali sviluppi.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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