Lavoro, i pro e i contro della settimana corta di 4 giorni: meno stress e più produttività

Quali sono i pro e i contro della settimana corta? Al lavoro solo per 4 giorni: i lavoratori sono meno stressati e producono di più. Ecco i risultati.

Si torna a parlare della settimana corta, ovvero la possibilità di andare al lavoro solo per 4 giorni: quali sono i pro e i contro?

Una recente sperimentazione avviata nel Regno Unito ha dato risultati positivi: nella maggior parte delle aziende dove è stata testata la settimana lavorativa di 4 giorni sono stati riscontrati più benefici e meno costi. Non solo: lavorare solo 4 giorni a settimana abbassa lo stress e rende i lavoratori più produttivi.

Ecco quali sono tutti i pro e i contro della settimana lavorativa di 4 giorni e perché potrebbe presto diventare il modello di lavoro del futuro.

Settimana corta, al lavoro solo 4 giorni: come funziona

Al lavoro solo per 4 giorni ma con lo stesso stipendio: anche in Italia si torna a parlare della possibilità di adottare la settimana lavorativa corta, che permetterebbe di abbassare da cinque a quattro i giorni di attività in ufficio. Dopo il successo della sperimentazione inglese, si preme anche per l’introduzione del modello nell’ambito nazionale.

D’altronde, non è un caso se negli ultimi mesi sono stati registrati boom di malattie e dimissioni volontarie: i lavoratori hanno bisogno di ritrovare fiducia nelle aziende.

Soprattutto dopo la pandemia di Covid-19, il benessere personale è tornato al centro dell’attenzione dei lavoratori, in particolare dei Millenials.

Il posto di lavoro ideale, quindi, è un luogo dove non ci sono pressioni e dove il rapporto tra colleghi è amichevole, collaborativo, proficuo. Si cerca un posto di lavoro che possa permettere di coniugare diverse attività come il tempo libero, la famiglia, lo sport, il benessere personale.

La settimana lavorativa di quattro giorni, in questo, senso, potrebbe concedere maggiore flessibilità e libertà ai lavoratori, abbassando lo stress lavorativo e innalzando la produttività aziendale.

Settimana corta, al lavoro per 4 giorni: quali sono i vantaggi

Sono diversi i vantaggi che comporta l’adozione del modello di settimana corta, che prevede 4 giorni di lavoro su 7.

Partiamo dalla riduzione dei costi: è normale che, tenendo aperte le aziende per soli 4 giorni su 7, i costi relativi all’energia elettrica, all’utilizzo dei pc e dei dispositivi informatici, i trasporti pubblici, i pranzi e le cene, si riducono notevolmente.

Come abbiamo visto, inoltre, la produttività aumenta con la settimana corta: meno tempo si ha a disposizione per terminare il lavoro e maggiore sarà la concentrazione su di esso. Non solo: i lavoratori più rilassati e soddisfatti sono in grado di produrre di più.

Anche il fattore di soddisfazione e felicità dei lavoratori è uno dei punti a favore per l’introduzione della settimana corta. Avere a disposizione un weekend più lungo da trascorrere in famiglie, a fare sport o per rilassarsi permette di ridurre lo stress e tornare al lavoro con più entusiasmo ed energia.

La salute mentale dei lavoratori giova dalla settimana corta: il benessere, il relax e la soddisfazione dei dipendenti comporta una riduzione del numero di casi di burnout sul lavoro.

Settimana lavorativa di 4 giorni: gli svantaggi

Dall’altro lato, è bene analizzare anche gli svantaggi che comporta l’adozione della settimana corta: seppur in misura inferiore, esistono anche dei motivi che spingono le aziende a non perseguire questo modello.

Non tutti i luoghi e le tipologie di lavoro consentono di adottare la settimana corta di 4 giorni: mentre negli uffici pubblici la situazione potrebbe essere più semplice, ci sono determinate mansioni che non possono essere svolte solo per 4 giorni su 7, ma necessitano una reperibilità continua.

Si potrebbe pensare, in questi casi, all’adozione di turnazioni che possano garantire una copertura totale, ma la decisione va perimetrata in base ai singoli casi.

Inoltre, diminuendo il numero dei giorni di lavoro a settimana (da cinque a quattro) in alcuni casi i turni di lavoro potrebbero essere più lunghi. Alcune aziende potrebbero chiedere di recuperare le ore di lavoro perse nella giornata, arrivando a svolgere turni fino a 10 ore: per questi motivi i lavoratori potrebbero richiedere un ritorno a 8 ore spalmate su cinque giorni a settimana.

È davvero necessario lavorare 5 giorni a settimana?

Considerati i maggiori vantaggi rispetto agli svantaggi, la domanda sorge spontanea: è ancora davvero necessario lavorare per cinque giorni a settimana?

Il modello lavorativo italiano adottato al giorno d’oggi prevede 40 ore settimanali, da distribuire su cinque giorni (generalmente dal lunedì al venerdì, per gli uffici). Adottato negli anni ’20 del Novecento, questo modello necessita un aggiornamento.

Considerando la recente rivoluzione tecnologica e digitale, il lavoro è diventato più veloce e i processi sono diventati automatici in alcuni casi.

Non solo: è cambiato anche il modo di pensare il lavoro, mentre inizialmente c’era la convinzione che un maggior numero di ore di lavoro corrispondesse a una maggiore produttività aziendale, ad oggi le recenti sperimentazioni stanno mettendo in discussione questo assunto.

Il modello di lavoro che prevede una settimana corta da 4 giorni potrebbe diventare consuetudine in futuro? Non ci resta che attendere i possibili sviluppi.

Laura Pellegrini
Laura Pellegrini
Redattore, classe 1998.Sono veronese di nascita e milanese d'adozione. Mi sono Laureata in Comunicazione e Società presso l'Università degli Studi di Milano e sono da sempre appassionata di giornalismo e attualità. Entrata nel mondo dell'informazione grazie a uno stage curricolare, ho svolto per due anni l'attività di redattore e social media manager. Attualmente collaboro da remoto con Trend-online, la testata grazie alla quale ho lanciato il mio primo e-book, e con altre testate per la sezione di attualità. La mia ambizione principale è quella di costruire una carriera internazionale.
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