Daniela Santanché, in Senato, nella giornata di ieri 5 luglio 2023, ha affermato di non sapere di essere indagata. Poche ore dopo, però, è cambiata la versione dei fatti in quanto è stato comunicato alle agenzie di stampa dell’indagine a suo carico. Ma è possibile che una persona indagata non sia a conoscenza delle attività della Procura?
Daniela Santanché ha detto di non sapere di essere indagata: ecco come mai
La risposta è sì e quindi è molto probabile che la Santanché, almeno inizialmente, non fosse a conoscenza dell’indagine a suo carico. Daniela Santanché aveva comunicato al Senato di non essere stata raggiunta da alcun avviso di garanzia e questo aveva smentito le notizie che la davano per indagata con l’accusa di falso in bilancio relativa all’azienda Visibilia Editore.
La Procura, in effetti, è tenuta ad inviare l’avviso di garanzia solo quando deve compiere un atto al quale il difensore ha diritto di assistere. Ragione per cui la Santanché potrebbe non aver ricevuto la comunicazione da parte degli inquirenti.
Va però aggiunto che si è a conoscenza dell’indagine già a partire dal mese di novembre 2022. I legali del ministro del Turismo avevano fatto delle prime verifiche già nel mese di dicembre 2022, ma i P.M., con molta probabilità, stavano svolgendo l’indagine in segreto ai sensi dell’articolo 335 del Codice di Procedura Penale.
Esiste un limite alla segretezza dell’indagini che è di 3 mesi. Se i legali del ministro avessero fatto le dovute verifiche anche prima della data odierna avrebbero quasi sicuramente scoperto che la Santanché era indagata. Tali verifiche, a quanto pare, sono state fatte di recente, entro la data del 5 luglio 2023, quando il ministro ha inviato alle agenzie di stampa una nota in cui ha detto di aver saputo di essere indagata.
Cosa ha fatto il ministro del Turismo
La già citata ipotesi di falso in bilancio per la società Visibilia Editore è ciò su cui indaga formalmente la Procura della Repubblica di Milano.
Esiste anche un indagine giornalistica condotta da Report. Il programma che si occupa di giornalismo investigativo ha scavato a fondo sulla gestione dei dipendenti delle aziende che fanno capo al ministro Santanché. Stando ad alcune testimonianze, i temi sono quelli dei mancati Tfr (Trattamento di fine rapporto) e dei mancati pagamenti ai fornitori. La vicenda più grave, però, è relativa al periodo Covid. Nonostante molti dipendenti fossero in cassa integrazione, sembra che alcuni di essi avrebbero continuato a lavorare.
La reazione della premier Meloni
Giorgia Meloni, al momento, non avrebbe ancora intenzione di rimuovere la Santanché dal suo ruolo in quanto c’è presunzione d’innocenza.
La situazione però potrebbe cambiare qualora ci dovesse essere un rinvio a giudizio, in quel caso il ministro dovrebbe dire addio alla sua poltrona.