La crisi immobiliare si inasprisce

Mentre le Borse Occidentali continuano a volare, in particolare a New York tutti gli indici stabiliscono nuovi massimi assoluti.

Mentre le Borse Occidentali continuano a volare, in particolare a New York tutti gli indici stabiliscono nuovi massimi assoluti, non parliamo del Nasdaq che viaggia nell’iperspazio, ebbene mentre le Borse Occidentali continuano a stabilire nuovi record, in Cina le Borse crollano.

L’indice principale della Borsa cinese lo Shanghai Composite oggi ha avuto una seduta che definire volatile è un puro eufemismo.

Cerco di fare una breve cronistoria.

Lo Shanghai Composite ha registrato il suo massimo storico nell’aprile del 2015, ma possiamo dire senza tema di smentita che in quel periodo la Borsa di Shanghai ebbe un’impennata del tutto speculativa.

In dieci mesi, infatti, dal giugno del 2014 all’aprile 2015 lo Shanghai Composite guadagnò il 127%, ed allora dopo un’impennata del genere ci fu una rapida discesa verso quotazioni più normali.

Dal 2016 l’indice ha avuto un andamento direi normale con periodi di crescita intervallati da ribassi del tutto fisiologici.

Ma dall’agosto dello scorso anno, invece, i ribassi si sono fatti sempre più intensi, ed in queste ultime due settimane il ribasso ha assunto le sembianze di un crollo.

Ebbene torniamo a noi, arriviamo a quanto accaduto oggi.

Come detto, dopo che nelle ultime due settimane l’indice cinese aveva subito continui ribassi, anche oggi nella sessione mattutina faceva segnare un ribasso, ma nulla di eclatante, è invece nella sessione pomeridiana  (in Cina le contrattazioni di Borsa si svolgono soltanto per due ore la mattina e due ore il pomeriggio) dicevo, quando nel pomeriggio sono riprese le contrattazioni lo Shanghai Composite è letteralmente crollato arrivando a perdere il 3,4%.

Non si sa per quale motivo sIa sceso in questo modo, ma non è chiaro nemmeno perché improvvisamente ha rimbalzato andando a recuperare quasi tutte le perdite, poi negli ultimi venti minuti di contrattazione è tornato a scendere ed al fixing ha fatto segnare un -1,46% a 2.730,15 punti.

Ebbene un livello che non si riscontrava dalla fine del 2018, ma quello fu un breve periodo di calo della Borsa cinese, insomma potremmo dire che nella realtà è dal 2014 che l’indice principale della Borsa cinese, LO Shanghai Composite non faceva riscontrare un tale livello.

Insomma la principale Borsa cinese è oggi sui minimi degli ultimi 10 anni, ed in questi dieci anni l’economia cinese di quanto è aumentata?

Quindi si sta verificando una doppia straordinaria anomalia.

In particolare Stati Uniti e Germania, nonostante dal punto di vista economico stiano attraversando un periodo decisamente problematico, le loro Borse viaggiano a gonfie vele e continuano a stabilire nuovi record.

Mentre la Cina, che ha dei problemi, ma certamente non maggiori rispetto a Stati Uniti e Germania, ebbene gli indici di Borsa cinesi si trovano sui minimi degli ultimi dieci anni.

Ah, se anziché la Borsa di Shanghai facessimo riferimento alla Borsa di Hong Kong le cose non migliorano, anzi peggiorano.

L’Hang Seng scende ininterrottamente dall’inizio dello scorso anno, e se escludiamo un brevissimo periodo nell’ottobre del 2022, per vedere le attuali quotazioni della Borsa di Hong Kong dobbiamo tornare al giugno del 2009, insomma a quindici anni fa.

Ma torniamo agli Stati Uniti, oggi il Nasdaq stabilirà nuovi massimi assoluti dopo le trimestrali di Facebook (Meta) e Amazon che hanno battuto le stime degli analisti, ma se guardiamo in altri settori … attenzione.

New York Community Bancorp, qualcuno di voi se la ricorderà, quando tempo fa scoppiò la crisi delle Banche regionali, soprattutto in California, questa Banca newyorkese invece si dimostrò solida ed acquisì parte della Banca californiana Signature Bank praticamente fallita.

Si disse quindi che la cosa est degli Stati Uniti era immune dalla crisi immobiliare e non c’era di che preoccuparsi.

Ebbene, non è più così.

New York Community Bancorp due giorni fa è praticamente collassata perdendo in una seduta in Borsa il 38%.

Motivo? Neanche a dirlo, il comparto immobiliare, la Banca ha infatti annunciato perdite su prestiti per 552 milioni di dollari, un dato raggelante.

I prezzi del settore immobiliare commerciale negli Stati Uniti lo scorso anno hanno perso il 25%, e volete sapere il settore bancario quanto è esposto su questo settore?

E’ esposto per 2,7 trilioni di dollari, ribadisco sempre che trilioni vuol dire migliaia di miliardi, quindi leggiamo quella cifra come 2.700 miliardi di dollari, una montagna di soldi.

Ed ora vi chiedo: quale banca europea è maggiormente esposta in questo settore, ricordo il settore degli immobili commerciali, negli Stati Uniti?

Avete indovinato, Deutsche Bank, che tuttavia si è affrettata a dichiarare che la sua esposizione ai prestiti per uffici negli Stati Uniti rappresenti solo l’1,5% dei prestiti totali, anche se poi ha indicato che il rifinanziamento di questo debito rimane «il rischio principale».

Ora l’agenzia di rating Moody’s ha già annunciato di esser pronta a ridurre il rating su New York Community Bancorp a junk ossia spazzatura, come al solito le agenzie di rating arrivano in ritardo.

Ma pare che la crisi immobiliare stia dilagando, dopo Cina, Stati Uniti e Germania ecco che il contagio pare abbia toccato il Giappone.

Una Banca giapponese la Aozora Bank Ltd. Sempre a causa del crollo del settore immobiliare commerciale negli Stati Uniti ha annunciato una perdita netta di 28 miliardi di yen (191 milioni di dollari) per l’anno fiscale, da notare che la banca aveva previsto invece di guadagnare 24 miliardi di yen. A Tokyo le azioni della Aozora Bank hanno perso più del 21%.

Mi direte, è finita? No!

Si torna a parlare di Npl, in Corea del Sud, le banche e i gestori patrimoniali si aspettano un’ondata di crediti inesigibili (Npl) nei prossimi mesi a causa degli investimenti in edifici per uffici all’estero e nelle infrastrutture locali. 

La crisi del settore è partita con la pseudo pandemia che ha fatto aumentare enormemente il lavoro a distanza, i prezzi come detto sono crollati nell’ultimo anno, anche a causa dei tassi alti e i mutuatari si trovano in difficoltà a pagare affitti e rate dei prestiti.

Ma Wall Street continua a salire, ed anche Francoforte, chissà perché?

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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