Quanto guadagnano i sindaci e quanto costano le campagne elettorali. Ecco i numeri!

Come noto oggi si votava per le elezioni comunali in diverse città italiane, in alcune al primo turno, in altre per i ballottaggi.

Come noto oggi si votava per le elezioni comunali in diverse città italiane, in alcune al primo turno, in altre per i ballottaggi.

Hanno prevalso in media i candidati del centrodestra, ma non è di questo che vorrei parlarvi in questo video, il mio è un canale nel quale si parla principalmente di economia e finanza, ed allora …

Avete notato un fatto?

Nei media mainstream, ma non solo, avete mai sentito quanto sono costate le campagne elettorali. Ossia quanto spendono per la campagna elettorale i candidati sindaci?

Ovviamente c’è chi spende pochissimo, quasi nulla, ma sono i rappresentanti magari di piccoli partiti o di liste civiche, candidati che non hanno alcuna possibilità di diventare sindaci.

Ovviamente io mi riferisco ai candidati delle principali coalizioni che si contendono la vittoria, insomma i candidati del Centrodestra e del Centrosinistra.

E non solo, ma limiterei l’analisi anche ai soli comuni capoluogo di provincia.

Quanto spendono questi candidati? C’è una maniera per saperlo? Teoricamente sì! Ora mi spiego.

Prendo in esame solo i candidati sindaco di città che hanno più di 100.000 abitanti e meno di 500.000 abitanti.

Ebbene, la legge 96/2012 ha introdotto alcuni adempimenti a carico dei candidati sindaco e consigliere nelle elezioni comunali per quanto riguarda le modalità con cui vengono sostenute e rendicontate le spese elettorali, nonché i relativi limiti di spesa.

Ecco l’art. 13: Introduzione di limiti massimi delle spese elettorali dei candidati e dei partiti politici per le elezioni comunali

Al punto 2 leggiamo. Nei comuni con popolazione superiore a 100.000 e non superiore a 500.000 abitanti, le spese per la campagna elettorale di ciascun candidato alla carica di sindaco non possono superare l’importo massimo derivante dalla somma della cifra fissa di euro 125.000 e della cifra ulteriore pari al prodotto di euro 1 per ogni cittadino iscritto nelle liste elettorali comunali.

Chiaro no? La legge vuole tutelare le persone che magari non dispongono di cifre ingenti, rispetto a coloro che invece hanno grandi disponibilità e che quindi potrebbero permettersi spese faraoniche per la propria campagna elettorale, la legge quindi fissa un tetto massimo alle spese per la campagna elettorale.

Per risultare ancora più chiaro faccio ora un caso reale, prendo ad esempio la città di Vicenza, i due contendenti erano l’attuale Sindaco Francesco Rucco di centrodestra e lo sfidante Giacomo Possamai del Centrosinistra.

Ebbene la Città di Vicenza supera i 100.000 abitanti, e naturalmente ne ha meno di 500.000 quindi siamo nel range. Ed allora ciascuno dei candidati, secondo la legge, avrebbe potuto al massimo spendere per la propria campagna elettorale 125.000 euro più un euro per ogni cittadino iscritto nelle liste elettorali.

Dato che i cittadini iscritti nelle liste elettorali sono 88.941 ciascun candidato avrebbe potuto spendere 125.000 + 88.941 cioè 213.941 euro.

Naturalmente la legge obbliga a rendicontare le spese sostenute.

Vi sembra molto? Certo sembra molto ma nella realtà … Insomma vox populi vox dei, l’opinione diffusa fra i cittadini vicentini è che questo limite sia stato abbondantemente superato, anche se naturalmente non lo sapremo mai.

Insomma come può essere superato quel limite? Non certo facendo jumbo manifesti, depliant o i cosiddetti santini … no, è chiaro che queste spese sono tutte fatturate.

Ma la miriade di “volontari” che si sono prodigati, siamo certi che hanno fatto tutto questo solo per passione politica?

Ripeto non lo sapremo mai. Ma ciò di cui vorrei discutere con voi è proprio questo aspetto.

Se fosse davvero così, ossia se le spese per un candidato Sindaco di una città sostanzialmente piccola come Vicenza, come si vocifera, fossero nettamente superiori al tetto fissato dalla legge, che, ripeto, è di 213.941 euro sarebbe economicamente conveniente fare il Sindaco?

In effetti una legge del 2022 ha innalzato di molto gli emolumenti percepiti dai sindaci. Fino al 2021 il sindaco di una città con più di 100.000 abitanti guadagnava 62.470,68 euro lordi all’anno; il che significa circa 5.205,89 euro lordi al mese (ma il Sindaco di Vicenza Rucco specificava che ne prendeva 2.500 euro perché aveva un reddito da lavoro).

Ma mettiamo che il Sindaco non abbia altri redditi, fino al 2021 ripeto guadagnava 62.470,68 euro lordi all’anno quindi 5.205,89 lordi al mese, per dodici mesi.

Con un IRPEF media del 32% pari a circa 20.000 euro di Irpef versata all’anno diventano circa 3.540 euro netti al mese.

Gli aumenti previsti dalla legge della quale vi accennavano portano gli emolumenti nel 2022 a 93.970,68 all’anno il che significa 7.831,64 al mese, quindi un aumento di 31.500 euro all’anno.

Nel 2023 gli emolumenti passavano, sempre in base a quella legge a 110.076,96 euro lordi all’anno, pari a 9.173,08 euro lordi al mese.

Infine è già previsto, sempre da quella legge, che nel 2024 gli emolumenti percepiti dal sindaco passeranno a 132.480 euro lordi l’anno, pari a 11.040 euro lordi al mese.

Con un IRPEF media del 38% pari a circa 50.000 euro di Irpef versata all’anno diventano circa 6.844 euro netti al mese.

Mi fa piacere ricordare che il Sindaco di Vicenza Rucco, che aveva rinunciato agli aumenti previsti dalla legge, essendo stato costretto dalla legge a percepirli, li ha devoluti interamente in beneficenza, e questo naturalmente gli fa un grande onore.

Ebbene io direi di non sottovalutare l’impegno per un Sindaco di una città di oltre 100.000 abitanti.

Il Sindaco è il politico … di prossimità e viene tirato in ballo per qualsiasi sciocchezza, non sono solo le riunioni del Consiglio comunale.

Lo sfidante del Sindaco Rucco a Vicenza, Giacomo Possamai del PD durante tutta la sua campagna elettorale ha chiesto al Segretario del suo partito, Elly Schlein di restarsene a Roma, e di non farsi viva dalle parti di Vicenza, gli avrebbe infatti fatto perdere dei voti, in compenso, però per concludere la sua campagna elettorale al ballottaggio ha fatto venire a Vicenza due Big.

Gene Gnocchi che ormai da quindici anni non fa ridere nessuno e Dario Vergassola, che invece non ha mai fatto ridere nessuno.

Ebbene come tutti voi sapete, queste celebrity non si spostano gratuitamente, si vocifera che per una serata, ma che dico una serata l’intervento di Gene Gnocchi è durato una ventina di minuti, ecco dicevo che si vocifera che queste persone chiedano per una comparsata del genere cachet pari al salario di un operaio di un intero anno.

Chiaro? Per venti minuti di comparsata in cui spara contro il Centrodestra, ma mi risulta che attualmente Gene Gnocchi sia pagato da Berlusconi per dire due battute che non fanno ridere all’interno di un programma su Rete 4 (non c’è nulla di più patetico di un comico che non fa ridere, mi dicono imbarazzanti i tentativi di sorridere da parte degli ospiti del programma).

Ovviamente dato che come dicevo la legge impone di rendicontare le spese sostenute dai Candidati sindaco qualora venissi a conoscenza del cachet pagato per la serata a Gene Gnocchi e Dario Vergassola ve lo comunicherò.

Comunque mi piacerebbe sapere la vostra opinione sui costi della politica.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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