Perché le criptovalute sono dei “cattivi” investimenti?

Cinque motivi per cui stare alla larga dalle monete virtuali.

Solitamente nei nostri articoli diamo idee di investimento o definiamo cosa intendiamo noi per buone idee di investimento. A volte, però, si riesce a raggiungere lo stesso obiettivo definendo quello che secondo noi è un cattivo investimento, e le criptovalute potrebbero essere un buon esempio.

Di seguito cinque motivi per cui stare alla larga da questo strumento finanziario.

1. Tratta male i suoi clienti

Celsius Network è l’esempio più recente. La piattaforma che permette ai suoi utenti di depositare degli stock di criptovalute in cambio di un rendimento e di contrarre dei prestiti utilizzando questi depositi come garanzia ha bloccato i prelievi a tempo indeterminato e dichiarato fallimento. Attraverso il suo account Twitter ufficiale, la società aveva cercato di lanciare messaggi rassicuranti del tipo: “agire nell’interesse della nostra comunità è la nostra massima priorità”, e il fondatore e amministratore delegato, Alex Mashinksy, aveva rilasciato dichiarazioni del tipo: “vedervi riunire è un chiaro segno che la nostra comunità è la più forte al mondo”, ma le risposte a questi tweet suggerivano un certo scetticismo al riguardo. In questo momento i clienti preferirebbero sbloccare i loro depositi piuttosto che appartenere a qualsiasi comunità. Una corsa agli sportelli, anche se digitali, è un segnale terribile, ma lo è anche chiudere i cancelli per evitare che non ne esca neanche uno. 

2. Tratta male il suo personale

Coinbase è una piattaforma di scambio di beni digitali (criptovalute e altri beni digitali con valuta legale). La società è riuscita meglio di altri competitor a superare i mesi difficili nella seconda metà del 2021, ma ora è costretta a confrontarsi con un nuovo scenario di mercato e dunque a fare i conti con la necessità di ridurre il personale. Pochissime aziende riescono a gestire i licenziamenti di massa con garbo e con la soddisfazione delle parti coinvolte. Coinbase, che ha ammesso di aver assunto troppe persone e di averle pagate troppo, ha licenziato i suoi dipendenti tramite un’e-mail dell’ufficio del personale e li ha esclusi con effetto immediato anche dalla piattaforma di trading Coinbase. “Sfortunatamente è stata l’unica scelta possibile per garantire che nessuno prendesse decisioni avventate che potessero danneggiare l’azienda”, ha affermato Brian Armstrong, amministratore delegato e co-fondatore di Coinbase. 

3. Tratta male l’ambiente

Secondo l’Università di Cambridge, il Bitcoin assorbe 132,48 terawattora (TWh) di energia all’anno, un valore più alto dell’intera domanda energetica di alcuni paesi. L’industria si è impegnata a raggiungere l’obiettivo di emissioni zero entro la fine di questo decennio, ma dal punto di vista della “E” (ambiente) di ESG è ancora molto indietro. 

4. È utilizzato da cattivi attori

L’associazione fatta tra le criptovalute e certi regimi come la Corea del Nord e il Venezuela ha segnato la reputazione di questo asset per molto tempo. Tuttavia, la forte crescita delle quotazioni delle criptovalute è sintomo che gli speculatori sono stati felici di chiudere un occhio su queste cattive compagnie e di continuare a investire nelle valute virtuali. La Russia, dal canto suo, sta ora rimuginando sulla decisione di accettare come pagamento per il petrolio e il gas il Bitcoin, che in molti utilizzano per trasferire e spostare capitali in maniera anonima.

Anche prima dell’inizio della guerra in Ucraina, i risparmiatori russi investivano nel Bitcoin con più convinzione di quanto non facessero quelli occidentali, data anche la debolezza del rublo, e forse a posteriori questa è stata una scelta saggia. 

5. Non supera il test di trasparenza

In qualsiasi sistema finanziario si ha la necessità di avere fiducia e informazioni chiare, mentre nel mondo delle criptovalute niente è come sembra: le “sicure” stablecoin sono tutt’altro che sicure o stabili, i tuoi soldi non sono tuoi e la comunità a cui pensavi di appartenere è fragile e basata sul successo a tutti i costi come il mondo reale.

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Morningstar Italy è la filiale italiana di Morningstar Inc (basata a Chicago), leader nella ricerca indipendente sugli investimenti in Nord America, Europa, Australia e Asia. La società offre una vasta gamma di soluzioni e servizi online, di software e prodotti editoriali per i singoli individui, i promotori e le istituzioni finanziarie. Morningstar fornisce dati su circa 437 mila strumenti di investimento, incluse le azioni, i fondi comuni e veicoli simili, insieme a dati in tempo reale su oltre 10 milioni di azioni, indici, future, opzioni, commodity e metalli preziosi, cui si aggiungono i cambi valutari e i mercati obbligazionari. La società opera in 27 Paesi. Morningstar ha più di 200 analisti nel mondo e fornisce ricerca indipendente su oltre 2.000 fondi ed Etf, oltre a più di 1.800 azioni.
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