Allarme amianto, i dati sui tumori fanno paura: ecco la situazione in Italia nel 2023

Nel mondo, ma anche in Italia, torna l'allarme amianto dopo i dati diffusi dall'OMS: ecco la situazione nel nostro Paese.

Il pericolo amianto, secondo i dati diffusi negli ultimi giorni è sempre più concreto e forte anche alla luce della Giornata mondiale delle vittime di amianto.

Questo per molto tempo è stato considerato il miracolo dell’industria e della manifattura nel XX secolo per le sue notevoli proprietà.

Si tratta di un minerale dalle straordinarie proprietà, infatti è versatile, economico, indistruttibile, termoisolante, fonoassorbente e in passato veniva utilizzato soprattutto per coibentare ed isolare.

Grazie alle ricerche però si è evidenziato come le le fibre di amianto possono portare a asbestosi e a vari tipi di tumori.

Tra i più invasivi c’è il mesotelioma, che colpisce le pleure e il peritoneo, e colpisce soprattutto chi si espone all’amianto ed è fatale.

In Italia l’amianto è stato bandito dal commercio ma anche dall’industria nel 1992.

Già l’origine del suo nome ha tutto da dire: viene dal greco è significa «incorruttibile», «inestinguibile».

Ma quanto è pericoloso l’amianto? I dati diffusi  dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), fanno temere e non poco.

Secondo questi dati  i lavoratori esposti ad asbesto, a livello mondiale, sarebbero più di 125 milioni mentre i decessi correlati, circa 231mila ogni anno.

Ed in Italia cosa succede? Scopriamolo insieme.

Allarme amianto, i dati sui tumori fanno paura: ecco la situazione in Italia nel 2023

Oggi, dopo la diffusine dei dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e in occasione della Giornata mondiale delle vittime dell’amianto si torna a parlare di amianto.

Da anni ormai l’amianto, nei maggiori paesi europei, non si usa più.

Per oltre un secolo è stato usato nell’industria e nell’edilizia, dai piccoli elettrodomestici, ai pannelli di cemento-amianto, il cosiddetto Eternit, ai cartoni o prodotti per la coibentazione di tetti, fabbriche, navi e treni, per rivestire tubi, caldaie, turbine.  Insomma tutto e di più e come non ricordare negli anni 50 che la Philip Morris lo metteva anche nei filtri delle sigarette.

Questo diventa un vero e proprio pericolo quando si necessita di manutenzione.

Il vero problema scatta quando si rimuove o si deteriora spontaneamente. Il perché è presto detto poiché si possono liberare le fibre, potenzialmente inalabili e dannose.

Dunque finchè non si tocca non produce effetti negativi per la salute. Il problema scoppia soprattutto per la sicurezza di lavoratori del settore, dato che oggi quelli esposti.

Stiamo parlando soprattutto per i bonificatori. La preoccupazione aumenta anche a fronte dei recenti dati diffusi dall’OMS tanto che la lotta all’amianto rientra tra le priorità di “Ambiente e Salute” della stessa organizzazione per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile.

Negli ultimi 10 anni in Italia sono morti per malattie asbesto correlate circa 60mila persone. Soltanto nel 2023 l’Osservatorio nazionale amianto ha censito circa 2000 casi di mesotelioma, con un indice di mortalità, di circa il 93% dei casi.

Allarme Amianto, ecco i dati dell’Italia nel dettaglio.

Allarme Amianto in Italia è tornato alto: l’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) stima ad oggi circa 4.400 vittime annuali.

In tutto il Paese si contano circa 40 milioni di tonnellate di amianto sparso tra scuole, biblioteche e ospedali.

Nel dettaglio ci sarebbero circa  2.400 scuole, 1.000 biblioteche e 350 Ospedali (dati anno 2022).

Le bonifiche sono in ritardo e moltissime sono le aree contaminate tanto che la mortalità per tumore in alcune zone è molto elevata.

Con la legge 257/92, l’amianto, in Italia è stato bandito, ma senza imporre la bonifica e pertanto numerosi edifici presentano il minerale.

 Ogni anno ci sono 10mila nuove diagnosi di tumore in prevalenza uomini professionisti ed  operai attivi negli stabilimenti o nei siti militari.

I maggiori numero di casi diagnosticati con dati compresi tra 1.500 e 1.800, sono: la Lombardia, il Piemonte, la Liguria e il Lazio.

Insieme queste regioni rappresentano oltre il 56% dei casi.

Ecco la situazione degli edifici

Ancora nel 2024 si parla del pericolo amianto: in Italia come abbiamo già detto sono ancora presenti 40 milioni di tonnellate di amianto ripartito in 1 milione di siti e micrositi.

In 2.500 scuole c’è ancora una forte presenza del minerale a all’interno di questi edifici ci sono 352.000 alunni e 50.000 soggetti del personale docente e non docente.

Non va meglio per le biblioteche e gli ospedali: qui le componenti di amianto si trovano nelle strutture e/o negli impianti tecnici, in particolare termici, elettrici e termoidraulici.

E non vanno dimenticati gli acquedotti pubblici, sono in tutto 500.000 km di tubature, dove è presente l’amianto.

 Con l’attività di manutenzione, terremoti e sciami sismici c’è il rischio che l’acqua potabile sia contaminata dall’amianto.

Achiropita Cicala
Achiropita Cicala
Collaboratore giornalistico, classe 1985.Ho una laurea magistrale in Economia Applicata, conseguita presso l'Università degli Studi della Calabria. A percorso universitario ultimato, ho approfondito sul campo le competenze acquisite in Finanza e Statistica presso alcuni studi commerciali. Attualmente, collaboro con diverse testate giornalistiche online per le quali scrivo, con flessibilità, di argomenti che spaziano dall'economia alla politica, dal mondo della scuola a quello dell'amministrazione pubblica. Passioni? La scrittura in primis, la grafica in secundis!
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