Crisi di Governo, che cosa vuol dire? La politica spiegata a mia figlia

Che cosa significa crisi di governo? Cosa succede tra i banchi del Parlamento se ne inizia a parlare? Quali sono le conseguenze nella vita di tutti i giorni.

Che cosa significa crisi di governo? Cosa succede tra i banchi del Parlamento se ne inizia a parlare? Quali sono le conseguenze nella vita di tutti i giorni. Nel momento in cui si parla di crisi di governo, ci si riferisce a quel particolare momento in cui si viene a rompere la fiducia tra il Parlamento ed il Governo. Questa crisi può anche arrivare quando il Presidente del Consiglio dovesse decidere di presentare le proprie dimissioni.

La crisi di governo viene formalizzata attraverso un passaggio parlamentare. Generalmente questo passaggio avviene attraverso un voto di sfiducia del Parlamento. Il presidente del Consiglio ha, comunque, la possibilità di presentarsi direttamente dal presidente della Repubblica per presentare le proprie dimissioni.

Crisi di governo: come funziona

A regolamentare la vita del Parlamento e del Governo ci ha pensato direttamente la Costituzione, il cui articolo 94 prevede che:

Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere.

In un certo senso funziona un po’ come con il nostro datore di lavoro: fin quando la fiducia è reciproca, il rapporto di lavoro continua. Quando viene a mancare da una delle due parti o sei licenziato e dai le dimissioni. Tornando alla crisi di governo, questa può essere parlamentare o extraparlamentare.

Quando si verifica una crisi parlamentare, sostanzialmente, viene meno la maggioranza. In altre parole il Governo non ha più la maggioranza dei voti nell due Camere. In questo caso il governo in carica può subire un voto di sfiducia. Può anche capitare che vada in minoranza dopo aver posto la fiducia su un provvedimento o sul proprio operato.

Quando, invece, ci troviamo davanti ad una crisi extraparlamentare, questa viene formalizzata dalle dimissioni presentate spontaneamente dal Presidente del Consiglio. Come prassi, il Presidente della Repubblica, prima di accettarle, potrebbe chiedere il rinvio alle camere: lo scopo di questa richiesta è di parlamentarizzare la crisi, facendo in modo che il governo si presenti alle Camere per la verifica. Grazie ad un voto di fiducia si verifica se sussiste o meno una maggioranza.

In Italia, almeno nella storia repubblicana, la maggior parte delle crisi di governo sono state di natura extraparlamentare. Il Governo ha quindi dato le dimissioni, senza attendere il voto di sfiducia.

Come si risolve una crisi di governo

Prima di andare a nuove elezioni, si tenta la strada della conciliazione. Non appena la crisi di governo è formalizzata, il presidente della Repubblica provvede ad aprire le consultazioni. In altre parole partono gli incontri e i colloqui con i vari leader politici ed istituzionali. L’obiettivo è quello di capire se il Parlamento possa esprimere nuovamente una maggioranza. Chiusa la fase delle consultazioni, il presidente deciderà se e a chi assegnare l’incarico per formare un nuovo governo.

Una delle strade che vengono percorse, anche se non è prevista dalla Costituzione, è quella del mandato esplorativo. Questa operazione, fatta prima di assegnare l’incarico per formare il nuovo governo, si rende necessaria se le consultazioni non hanno dato delle indicazioni sufficientemente chiare. Per il mandato esplorativo viene scelta una figura istituzionale: generalmente il compito viene affidato o al presidente della Camera o quello del Senato. Il compito di questa persona sarà quello di accertarsi che ci sia una reale possibilità di creare una nuova maggioranza. In un certo senso potremo affermare che si tratta di una continuazione delle consultazioni al di fuori del Quirinale, per conto del presidente della Repubblica.

Se al termine di tutte queste operazioni non dovesse emergere una nuova maggioranza nel Parlamento, il presidente della Repubblica provvede a sciogliere le camere. Questo è il primo passo verso le elezioni politiche.

E se invece si scopre che c’è una nuova maggioranza…

Nel corso delle consultazioni si potrebbe scoprire che c’è una nuova maggioranza parlamentare. Questa si può venire a costituire grazie a delle nuove alleanze. A questo punto c’è anche una persona che è in grado di avere la fiducia per formare un nuovo governo. Se si verificano questi eventi, il presidente della repubblica opterà per conferire a questa persona l’incarico di formare un governo.

Il nuovo soggetto, nella maggior parte dei casi, accetta con riserva. A sua volta farà un giro di consultazione per avere conferma di essere in possesso o meno della maggioranza. Al termine delle consultazioni private, l’incaricato si presenterà dal presidente della Repubblica e scioglierà la riserva o in positivo o in negativo. Subito dopo lo scioglimento della riserva si arriva alla firma dei decreti di nomina del capo dell’esecutivo e dei ministri. Seguono giuramento e fiducia.

Il presidente della Repubblica in questa fase decide a chi affidare l’incarico di formare un governo e nomina i Ministri, tenendo conto delle opinioni del Parlamento.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
797FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate