Vacanze all’estero: quanti contanti si possono portare?

Quanti contanti posso portarmi dietro mentre vado in vacanza all'estero? Ci sono dei limiti oltre i quali non posso eccedere?

Quanti contanti posso portarmi dietro mentre vado in vacanza all’estero? Ci sono dei limiti oltre i quali non posso eccedere? Chi viaggia spesso oltrefrontiera, ormai conosce a menadito le regole per portare il contante all’estero. Discorso diverso, invece, riguarda quanti si stanno spostando per una semplice vacanza. La normativa antiriciclaggio e valutaria è molto precisa: impone delle regole molto dettagliate sul trasporto di contante all’estero. Attenzione, però, a non trovarsi troppi soldi nelle tasche: si può incorrere in alcune sanzioni penali previste dalla legge. Sanzioni che possono colpire sia quando entrate con il contante in Italia, che quando uscite.

Bisogna stare attenti, comunque, che quando si parla di denaro contante, non ci si riferisce unicamente alle banconote di carta o alle eventuali monete di metallo. Generalmente ci si riferisce a qualsiasi tipo di strumento di pagamento: dagli assegni al portatore, agli oggetti preziosi o alle carte ricaricabili anonime. Da questo elenco rimangono esclusi i vaglia postali o cambiari, ma anche eventuali assegni che portano il nome del beneficiario.

Vacanza all’estero, quanti soldi in contanti mi posso portare?

Cerchiamo di capire quanto contante sia possibile portarsi in vacanza all’estero. A chiarirci come ci dobbiamo comportare ci ha pensato l’articolo 3, comma 1, Decreto Legislativo n. 195/2008, che impone di non superare la soglia dei 9.999,99 euro. Se si rimane al di sotto di questa cifra non sarà necessario dichiararlo alla frontiera. I soggetti che dovessero circolare con più di 10.000 euro in tasca saranno tenuti a comunicarlo all’Agenzia delle Dogane. Questo limite vale sia per quanti stiano uscendo dall’Italia, che per quanti stiano entrando. Non importa la destinazione: paesi dell’Unione europea o paesi extraeuropei.

Nel caso in cui si dovesse intraprendere un viaggio con tutto questo contante in tasca, sarà necessario fare l’apposita dichiarazione direttamente all’Agenzia delle Dogane: si dovrà compilare l’apposito modulo, che è disponibile presso gli uffici doganali. O si potrà scaricare direttamente dal sito istituzionale della stessa agenzia. Il modulo dovrà essere consegnato direttamente nei vari passaggi di frontiera: al momento del passaggio la dogana provvederà a compilare la parte di sua competenza. Una parte la tratterà, mentre l’altra la consegna al dichiarante.

Per agevolare le operazioni, questa dichiarazione può essere effettuata compilando il modulo online ed inviandolo telematicamente prima di partire. Il dichiarante dovrà portarsi dietro, al momento del viaggio, una copia della dichiarazione ed il numero di registrazione attribuito dal sistema telematico doganale.

Le violazioni che si possono commettere

Le persone che dovessero viaggiare uscire od entrare in Italia con del denaro contante – non importa il motivo del viaggio: lavoro o vacanza – e violano l’obbligo dichiarativo saranno puniti con l’applicazione del sequestro amministrativo eseguito nel limite del 30% dell’importo eccedente. Questo avviene nel caso in cui l’eccedenza non sia superiore a 10.000 euro. In tutti gli altri casi si arriverà alla confisca del 50%.

Il contante che viene sequestrato servirà come garanzia per il pagamento delle eventuali sanzioni amministrative pecuniarie, le quali sono erogate secondo le seguenti aliquote:

  • un importo compreso dal 10% al 30% del valore che si è tentato di trasferire in eccedenza rispetto al massimale consentito dalla legge. Se il suo valore non sia superiore a 10.000 euro;
  • un importo compreso tra il 30% ed il 50% del valore che si è tentato di trasferire, nel caso in cui l’eccedenza abbia superato i 10.000 euro.

La sanzione minima applicabile è pari a 300 euro.

Le eventuali somme che sono state sequestrate, potranno essere restituite agli aventi diritto, purché ne facciano richiesta entro cinque anni da quando è stato effettuato il sequestro.

Come opporsi al sequestro del denaro in contante

Nel caso in cui alla frontiera il denaro contante sia stato sequestrato, sarà possibile presentare un’opposizione al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Questa operazione dovrà essere effettuata entro dieci giorni dalla data nella quale è avvenuto il sequestro.

Gli uffici del ministero avranno tempo 60 giorni – da quando ricevono l’opposizione – per decidere se accogliere o meno la contestazione. Il diretto interessato avrà la possibilità di ottenere la restituzione del proprio denaro contante, purché nel frattempo abbia provveduto a depositare la cauzione presso la Tesoreria provinciale dello Stato. O abbia stipulato una fideiussione bancaria o assicurativa rilasciata dagli intermediari finanziari abilitati al rilascio di garanzie nei confronti della Pubblica Amministrazione.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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