I fondi climatici rispettano le promesse?

Sono strategie che investono nella transizione low carbon e gestiscono oltre 400 miliardi di dollari nel mondo. L’Europa è il mercato più grande.

Nel mondo ci sono oltre 800 fondi climatici per un patrimonio di 408 miliardi di dollari. L’Europa è il mercato più grande con 563 comparti e circa l’80% degli asset globali (dati Morningstar a fine 2021). La crescita ha accelerato negli ultimi anni, supportata dagli sviluppi normativi del Piano di azione dell’UE per finanziare una crescita sostenibile.

Il patrimonio gestito dai fondi climatici a livello globale

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Gli investitori europei hanno fatto fluire 108 miliardi di dollari (circa 103 miliardi di euro al cambio attuale), il 61% in più del 2020 privilegiando le strategie con focus sui settori che stanno contribuendo alla transizione low carbon con prodotti e servizi (climate solution) o che ne trarranno beneficio e quelle che investono nelle società meglio preparate per un’economia a basse emissioni di CO2 (climate conscious).

La maggior parte dei fondi climatici europei sono classificati sotto l’Articolo 9 del regolamento SFDR sull’informativa di sostenibilità nel settore dei servizi finanziari, mentre solo il 16% sotto l’8 che racchiude i comparti che “tra le altre caratteristiche promuovono quelle ESG”.

Al di là delle classificazioni, i fondi climatici rispettano le promesse? Ad esempio, i fondi low carbon investono veramente in società con un livello di emissioni inferiore al mercato azionario nel suo complesso?

Intensità di carbonio

Le analisi di Morningstar rivelano che su 575 fondi climatici per i quali si hanno i dati, il 50% ha un’intensità di carbonio inferiore all’indice globale dei mercati sviluppati ed emergenti. “La maggior parte delle strategie è low carbon o climate conscious”, spiega Hortense Bioy, direttore globale della ricerca ESG di Morningstar. “Al contrario, una grossa fetta dei comparti sui green bond, le soluzioni climatiche e le energie pulite mostrano punteggi più alti rispetto al benchmark. Questo riflette il fatto che, accanto ai pure-play nel settore delle energie rinnovabili, molti portafogli investono in società più diversificate che hanno attività ad alta intensità di carbonio”.

Esposizione alle fonti fossili

Per le stesse ragioni, i risultati sono misti per quanto riguarda l’esposizione alle fonti fossili. L’80% dei fondi low carbon, climate conscious e climate solution ha effettivamente livelli più bassi, mentre le strategie sulle clean energy registrano percentuali di poco inferiori al 60% e quelle sulle obbligazioni verdi di appena il 37%.

Petrolio e gas naturale

Un tema di grande attualità dopo l’impennata dei prezzi di petrolio e gas è l’esposizione a questo tipo di attività. I dati mostrano che la grande maggioranza dei fondi climatici ha un peso inferiore all’indice azionario globale su oil&gas. Non mancano le eccezioni nelle strategie sulle energie pulite, perché molti gestori sono convinti che le aziende di gas naturale servano da back-up nel caso di forniture intermittenti di eolico e solare.

Carbone termico

La crisi energetica ha riacceso il dibattito sulle centrali a carbone, tra le principali fonti di emissione di CO2. L’esposizione al thermal coal è inferiore al benchmark in un’ampia fetta di fondi climatici, con l’eccezione degli obbligazionari green, tra i quali solo il 36% batte l’indice di riferimento. “Il dato non sorprende, perché questi strumenti investono nelle tradizionali utilities che emettono green bond per finanziare progetti di transizione”, dice Bioy.

Rischio carbon

Infine, gli investitori che desiderano ridurre il rischio carbonio in portafoglio hanno più probabilità di farlo se scelgono fondi low carbon e climate conscious, mentre quelli sulle energie alternative e le soluzioni sul clima hanno livelli superiori rispetto al mercato azionario globale.

Il Carbon risk dei fondi climatici a confronto con l’indice Morningstar azionario globale

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Nel grafico, i singoli punti indicano il Morningstar carbon risk di ciascun fondo. La percentuale si riferisce ai fondi con un punteggio inferiore al benchmark.

Di Sara Silano

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Morningstar Italy è la filiale italiana di Morningstar Inc (basata a Chicago), leader nella ricerca indipendente sugli investimenti in Nord America, Europa, Australia e Asia. La società offre una vasta gamma di soluzioni e servizi online, di software e prodotti editoriali per i singoli individui, i promotori e le istituzioni finanziarie. Morningstar fornisce dati su circa 437 mila strumenti di investimento, incluse le azioni, i fondi comuni e veicoli simili, insieme a dati in tempo reale su oltre 10 milioni di azioni, indici, future, opzioni, commodity e metalli preziosi, cui si aggiungono i cambi valutari e i mercati obbligazionari. La società opera in 27 Paesi. Morningstar ha più di 200 analisti nel mondo e fornisce ricerca indipendente su oltre 2.000 fondi ed Etf, oltre a più di 1.800 azioni.
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