Di seguito riportiamo l’intervista realizzata a Fabrizio Brasili, analista finanziario, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull’attuale situazione dei mercati e in particolare di Piazza Affari. Chi volesse contattare Fabrizio Brasili può scrivere all’indirizzo email: [email protected].
I mercati azionari restano preda della volatilità sulla scia della crisi finanziaria negli Stati Uniti. Quali i possibili scenari nel breve?
Gli USA stampano autonomamente la loro moneta, a differenza per esempio, dell’Italia, che non è autorizzata a farlo e che è l’anello più debole, anche per altri e ben noti motivi: corruzione ed evasione fiscale in primis.
Mercati azionari: quali scenari nel breve?
Gli Stati Uniti possono quindi soccorrere (quasi) illimitatamente le banche in sofferenza, oltre che i cittadini, come accaduto con la pandemia, mentre noi non possiamo farlo!
Chi veramente soffre e soffrirà è il Re Dollaro, che in questi frangenti e da più di una settimana, rimane spiegabilmente bloccato in range strettissimo, fra poco meno di 1,06 e poco più di 1,07, senza infamia e senza lode.
Da una parte, sotto gli 1,06 viene sospinto ed acquistato come bene rifugio e quindi in rafforzamento, e dall’altra, dalla messa in circolazione di maggior moneta, e relativa debolezza, per il debito pubblico che continua ad aumentare.
Prima o poi negli USA i nodi verranno al pettine, ed i mercati correggeranno questi livelli ancora esuberanti, anche in previsione delle Elezioni Presidenziali del 2024.
Pensando al brevissimo ed al massimo al breve-medio termine, ci sembra plausibile un raggiungimento di area 30.500/30.600 del Dow Jones, dei 3.820/3.830 punti dell’S%P500 e dei 10.500/10.600 di Nasdaq.
I contraccolpi maggiori li avrà il Petrolio WTI, che uscito dal supporto di 70/72 dollari, rimarrà ancora debole in un range fra 62/63 e 66/67 dollari, fino a un accordo Opec, questa volta difficile.
Le attese per il Ftse Mib
Il Ftse Mib ha accusato un duro colpo nelle ultime giornate. C’è il rischio di nuovi cali o si aspetta dei recuperi?
Per il nostro mercato la situazione si fa ancora più critica, visto che non potrà attingere a una risorsa come la stampa illimitata di euro, e sottostare ai diktat dell’Europa, che ormai viaggia a due velocità diverse.
Dopo le varie banche USA fallite, siamo pervenuti ad inizio settimana al Credit Suisse, per la quale la Banca Centrale Svizzera è intervenuta per supportare l’acquisizione da parte di UBS.
Il future sul Ftse Mib con scadenza giugno, che ha rilevato il testimone da quello di marzo, e che sarà per molto tempo la vera bussola da monitorare, è andato millimetricamente a testare per ben 2 volte il minimo 2023 di 24.800/24.850, che rotto, ci porterebbe su livelli ancora più bassi.
Per tutto il 2023 ed i primi mesi del 2024, il mercato potrà essere negativo, appesantito da quello che saranno i “cigni grigi”, come, aumento dei tassi, inflazione, recessione, tutti appunto prevedibili.
Il Ftse Mib potrebbe tranquillamente raggiungere anche i minimi del 2022 e se si dovesse verificare anche un solo “cigno nero”, allora anche i minimi del 2020.
Focus su ENI e Saipem
Saipem ed ENI hanno mostrato forza in chiusura d’ottava. Quali strategie ci può suggerire per entrambi?
Saipem è in pratica ritornata sui suoi passi in area 1,15/1,20 euro di un mese fa, sgonfiandosi dagli 1,50/1,55 euro.
Qualcuno sarà di certo rimasto con il cerino in mano, facendo su un titolo così volatile e speculativo, quello che non dovrebbe mai fare, ossia mediare al ribasso.
ENI invece, come sempre detto è più tracciabile, regolare e quasi sempre correlato al petrolio, anche per il dividendo.
Prima di iniziare nuovamente un accumulo a piramide rovesciata, consigliamo di attendere almeno il raggiungimento di area 11,50 euro e poi fino a 10,50 euro.
Quali sono i titoli che a suo avviso sono da monitorare per eventuali ingressi dopo i recenti ribassi?
Questa, paradossalmente, può essere la domanda più difficile, poiché ora non dovrebbe essere il momento ed il timing giusto o corretto, per iniziare ad accumulare.
I portafogli dei nostri lettori abbonati, sono in gran parte, scarichi di titoli azionari, tranne quelli sottovalutati ieri e dal 2022 ed ancora oggi.
I tre maggiori indiziati sono sempre Telecom Italia risparmio, Leonardo e Stellantis, cui aggiungiamo EL.EN, Valsoia, Centrale del latte, Moncler, Brunello Cucinelli e Piquadro.
Per i prezzi di entrata, iniziare comunque con piccole quantità a partire dal raggiungimento dei minimi 2022 del FTSE MIB.