Bollette e mutui

Uno dei temi più importanti per i cittadini, ma quasi ignorato dalla disinformazione mainstream, riguarda l’aumento dei costi energetici.

Uno dei temi più importanti per i cittadini, ma quasi ignorato dalla disinformazione mainstream, riguarda l’aumento dei costi energetici.

Si può fare chiarezza o no su questo tema?

La risposta è che non è semplice fare chiarezza, ma comunque proviamoci.

Perché non è semplice fare chiarezza? Sarebbe sufficiente fare un semplice raffronto del costo del gas e dell’energia elettrica nel 2021 e nel 2022 e quindi stabilire a quanto ammontano percentualmente gli aumenti.

Certo se ci limitassimo a quello sarebbe anche sufficientemente facile, il costo della quota energia è praticamente raddoppiato rispetto allo scorso anno, anzi un po’ di più che raddoppiato, ma questo non significa che le nostre bollette siano raddoppiate semplicemente perché le bollette che tutti noi riceviamo sono particolarmente complicate.

L’importo che siamo tenuti a pagare, infatti riguarda il costo energia, la spesa per la distribuzione, il trasporto e la gestione del contatore, la spesa per gli oneri di sistema e poi, naturalmente, le imposte.

Ed ad esempio gli oneri di sistema al momento sono stati azzerati.

Proprio oggi la CGIA di Mestre ossia la celebre Associazione degli Artigiani e delle piccole Imprese di Mestre, ha pubblicato uno studio elaborando i dati di Terna, Arera, Eurostat e Gme, uno studio dal titolo “Stima dei costi di Energia Elettrica e Gas in capo a famiglie e imprese”

A che conclusioni sono arrivati? Sentite:

Ora siamo in grado di fare i conti con una precisione quasi millimetrica. Rispetto al 2021, pertanto, l’anno scorso le famiglie e le imprese italiane hanno subito un aumento dei costi a causa dei rincari delle bollette di luce e gas stimato in 91,5 miliardi di euro.

Se le spese per l’energia elettrica sono aumentate del 109,5 per cento, provocando in termini monetari un extracosto pari a 58,9 miliardi, quelle del metano sono cresciute addirittura del 126,4 per cento, “alleggerendo” il portafoglio degli italiani di 32,6 miliardi.

Allora va subito fatto una precisazione, raffrontare il costo energetico complessivo sostenuto da imprese e famiglie fra il 2022 ed il 2021, insomma raffrontare l’importo delle bollette, non significa calcolare quale sia stato l’aumento dei costi energetici, visto che manca un dato direi assolutamente essenziale, e naturalmente mi riferisco ai consumi.

Certo possiamo sapere quale sia stato il maggior esborso, ma non sappiamo quanto sia quello imputabile all’aumento dei costi della materia prima.

Inoltre la CGIA di Mestre aggiunge: La stangata ha colpito più le imprese che le famiglie. Se le prime hanno pagato 61,4 miliardi in più, le seconde, invece, “solo”, si fa per dire, 30 miliardi di euro.

Anche in questo caso l’affermazione è fuorviante, se non sappiamo quali sono i consumi delle aziende e quelli delle famiglie come facciamo a dire che le prime sono state maggiormente penalizzate?

E non possiamo neppure fare un calcolo partendo dalle nostre bollette che possono avere variazioni molto differenti, magari semplicemente perché qualcuno di noi ha magari stabilito un contratto che prevede un prezzo fisso per un certo periodo di tempo.

Ma insomma dopo aver fatto tutte queste premesse io ritengo che possiamo anche evitare di perderci in mille rivoli ed arrivare ad una conclusione che non sarà precisa, ma a noi interessa relativamente.

E la conclusione alla quale mi sento di pervenire è che i costi energetici sono perlomeno raddoppiati.

Certamente siamo stati avvantaggiati da un autunno particolarmente mite e dal fatto che abbiamo ridotto al minimo gli sprechi, ma in Italia la bolletta energetica è carissima, ed è senza dubbio una delle voci principali di spesa per le famiglie e per le imprese italiane.

La CGIA di Mestre pubblica anche una tabella per regioni, ma dal minimo del +107,2% della Sardegna, al massimo del +119,2 dell’Emilia Romagna io direi che poco cambia, gli italiani tutti sono stati gravati da una tassa energia che non ci meritavamo.

Una tassa energia che ci ha imposto l’Europa con quelle insensate sanzioni che i nostri Governi, anche quello attuale, purtroppo, hanno supinamente accettato.

E sappiamo che gli aumenti non sono finiti qui. A tal proposito la prossima settimana, dal punto di vista finanziario, sarà molto importante, le tre principali Banche Centrali comunicheranno le decisioni sui tassi di interesse.

Le previsioni degli analisti sono per un aumento dello 0,25% da parte della Fed, la Banca Centrale degli Stati Uniti e della Bank of England, la Banca Centrale europea, invece dovrebbe aumentare i tassi dello 0,50%.

Ed allora cosa succederà ai nostri mutui?

Ovviamente aumenteranno, i mutui sono collegati ad un parametro europeo, l’euribor che è già aumentato in quest’ultimo mese proprio in previsione dell’aumento dei tassi. All’inizio di questo mese l’euribor era al 2,13% oggi è al 2,49%.***  ***

Sono in molti a chiedermi se convenga tramutare il mutuo attualmente a tasso variabile in fisso, ovviamente la risposta deve essere data anche in base ad alcuni parametri, il più importante è naturalmente quanto sia la durata residua del mutuo.

Tuttavia lasciatemi dire che aver stipulato ad esempio un anno fa un mutuo a tasso variabile quando l’euribor era a -0,55% (meno zero virgola 55% capite?) è stata perlomeno un’imprudenza, dai, dove avrebbe potuto ancora scendere? Era ovvio che avrebbe potuto solo risalire.

Certo, poi con quello che è accaduto è anche risalito molto, ma in ogni caso che risalisse era assolutamente prevedibile.

Oggi passare ad un mutuo a tasso fisso è abbastanza caro, ma se si riuscisse a trovare una buona offerta, non molto distante dal tasso variabile, è chiaro che la tranquillità di conoscere una rata ed il fatto che questa rimanga fissa, quindi di non stare con l’angoscia di conoscere ogni volta le decisioni della Bce sui tassi … insomma è un fattore che deve essere tenuto in considerazione.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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