Crisi del gas, recessione o inflazione?

La crisi del gas avrà forti ripercussioni in Europa? La risposta non è soltanto sì, la risposta è che questa crisi avrà ripercussioni mai viste in passato.

La crisi del gas avrà forti ripercussioni in Europa? La risposta non è soltanto sì, la risposta è che questa crisi avrà ripercussioni mai viste in passato. So che non sto tirandovi su di morale, ma purtroppo questa è la realtà.

Un evidente segnale è dato dai tassi di litigiosità raggiunti fra i Paesi dell’Unione europea che non hanno confronti con quanto accaduto in passato, molti in Germania cominciano a capire che è l’economia tedesca il vero obiettivo di quanto sta accadendo nell’est Europa.

 

Certo, non bisognava essere particolarmente lungimiranti per capire che era l’Europa occidentale nel mirino, e dal punto di vista economico l’Europa Occidentale si identifica con la Germania.

Ma non solo, infatti non occorreva essere lungimiranti, né perspicaci, poiché Joe Biden glielo aveva detto in faccia, è infatti virale il video dello scorso 7 febbraio nel quale Biden, in una conferenza stampa, annunciava che avrebbe messo fine al Nord Stream 2, ed alla giornalista che chiedeva come avrebbero fatto rispose letteralmente: “Le assicuro che saremo in grado di farlo”.

Ebbene il Nord Stream 2 per la verità non è mai entrato in funzione, ed ora è stato messo fuori uso il Nord Stream uno.

Attribuire il sabotaggio ai russi è perlomeno ridicolo, anche se ormai siamo abituati ad ascoltare dai media mainstream scempiaggini di ogni genere. Ricordiamo che la società Nord Stream 2 è una società controllata dal colosso del gas russo, Gazprom.

Ma torniamo alla Disunione europea, ormai i diversi Paesi litigano su tutto, c’è chi preme per aumentare le sanzioni contro la Russia e chi invece vorrebbe alleggerirle, ma si litiga anche sulla politica monetaria che, come noto, spetta alla Bce.

La Lagarde è sotto pressione.

Allora, dato che la Germania, come detto, ha capito che sta rischiando tutto, cerca in tutte le maniere di dare un colpo al cerchio ed uno alla botte.

E’ noto che un partito antisistema come Alternative Fur Deutschland sta guadagnando ampi consensi, al Cancelliere Scholtz quindi non è rimasto che annunciare un gigantesco programma di aiuti pubblici per 200 miliardi di euro.

Un’operazione assolutamente contraria alle norme europee, ma come al solito quando è la Germania a non rispettare i patti, Bruxelles fa finta di non accorgersi, in questo caso è talmente palese che ha dovuto dire che prenderà in esame la situazione.

E’ di fatto già questa una ridicolaggine perché non occorre fare chissà quale complessa indagine, l’evidenza dei fatti è tale … ma così Bruxelles guadagna tempo e poi sapete che … come cantava Leo Ferré … col tempo sai, col tempo tutto se ne va.

Intanto i prezzi continuano a salire e veramente non si riesce a capire più se i dati sono reali o meno. Il nostro Istituto di Statistica ha calcolato un +8,9%, a me pare che i prezzi nella realtà siano saliti certamente di più, ma insomma, come tutti sappiamo, dobbiamo prendere per buono quanto comunica l’Istat, non abbiamo alternative.

Nell’eurozona invece si è raggiunta la doppia cifra, Eurostat ha infatti calcolato un aumento del 10%.

Ma è difficile da spiegare come, ad esempio, un Paese come l’Olanda l’Istituto di Statistica abbia comunicato che l’indice dei prezzi al consumo nel mese di settembre ha avuto un aumento del 17,1%!!!

17,1% capite? Per trovare un dato simile occorre tornare al 1945, avete capito all’ultimo anno della guerra mondiale, chiaramente un dato del genere è dovuto in particolare all’aumento avuto del costo dell’energia, aumentato a settembre del 114% rispetto allo stesso mese dello scorso anno.

Insomma in casi del genere le Banche Centrali sono solite aumentare i tassi, ed è quello che sta facendo la Bce, ma così rischia di deprimere la crescita economica e di portare l’Europa in una profonda recessione.

Ma non solo, mette anche in difficoltà i Paesi ad alto debito.

Ne conoscete uno? Sì, la nostra Italia, ed infatti il Governatore della Banca d’Italia, che come tutti i governatori delle Banche Centrali dei Paesi dell’eurozona è anche membro del Consiglio direttivo della Bce, non ha nascosto le sue preoccupazioni.

Queste le sue parole: “Anche ipotizzare che la Bce segua ciecamente la Fed nei prossimi mesi potrebbe essere un grave errore” ed ancora “Rialzi dei tassi eccessivamente rapidi e pronunciati da parte della Bce finirebbero per aumentare i rischi di una recessione. Qualora il deterioramento delle prospettive economiche si rivelasse peggiore del previsto, un eccessivo anticipo nella normalizzazione dei tassi ufficiali potrebbe risultare sproporzionato”.

Insomma Vincenzo Visco chiede senza mezzi termini di fermarsi nella politica di aumento dei tassi, obiettivamente per il nostro Paese è preferibile un’inflazione di questo tipo piuttosto che l’ennesima recessione che porterebbe una maggior disoccupazione e un aumento del costo del nostro debito pubblico, quindi un peggioramento delle finanze pubbliche.

Quindi cari ascoltatori avete compreso certamente tutti.

Da qualunque parte ci si muove i rischi ed i pericoli per la nostra economia sono evidenti.

Insomma questa Unione europea fa acqua da tutte le parti.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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