Legge elettorale, come funziona, facciamo chiarezza

Oggi vi avevo promesso che avrei parlato dell’opportunità, per un partito, nell’andare alle elezioni singolarmente, oppure in coalizione.

Oggi vi avevo promesso che avrei parlato dell’opportunità, per un partito, nell’andare alle elezioni singolarmente, oppure in coalizione. 

Il mio, lo anticipo a scanso di equivoci, è il pensiero di una persona che non conosce i gangli della politica, e non conosce neppure nel profondo l’attuale legge elettorale.

Prima di inoltrarmi nel video odierno fatemi però fare una precisazione a proposito del video pubblicato ieri, perché mi sono accorto che un certo passaggio è stato forse, anzi, certamente per mia colpa, interpretato in maniera errata.

Io avevo detto di aver ascoltato persone che conosco per avere informazioni riguardo al leader di Ancora Italia Francesco Toscano. È chiaro che le persone di mia conoscenza siano diciamo vicine a Italexit, ma tuttavia io le ritengo molto affidabili, persone oneste. 

Ebbene essenzialmente mi hanno detto che Toscano aveva attaccato più volte Paragone, io, nel video, però dovete anche capirmi, nel fare un video magari in quel momento esce un termine non appropriato, comunque io ho usato il termine livore, è un termine che ho usato io, perché in quel momento mi è venuto quel termine, ma non è stato usato dalle persone da me interpellate che hanno parlato più genericamente di “critiche”. 

Inoltre, quando io ho chiesto loro il perché di queste critiche mi è stato risposto che riguardavano il passato di Paragone e che forse derivavano da “invidia”, un’ipotesi quindi.

Spero di aver chiarito la situazione, non c’era nessuna intenzione da parte mia di denigrare nessuno, se poi Toscano è così visceralmente contrario al mainstream come mi dite tutti, non può che godere della mia stima e della mia considerazione.

Preferirei che le nostre critiche anziché verso le persone anti-sistema fossero indirizzate al mainstream, tutto qui. 

Ed aggiungo, per concludere, che contrariamente a quanto emergeva nei commenti a margine del primo video, nei commenti al video pubblicato ieri diversi ascoltatori hanno inoltre precisato che Toscano non ha mai espresso giudizi critici nei confronti di Paragone, ovviamente credo anche a loro e non posso che esserne felice.

Arriviamo invece a noi, presentarsi da soli o in coalizione alle prossime elezioni?

Naturalmente molto dipende dalla tipologia della legge elettorale, quindi in questo video mi limito a descrivere come funziona la legge elettorale vigente alla quale, giornalisticamente, è stato dato il nome di Rosatellum poiché proposta dal deputato PD Ettore Rosato ora di Italia Viva, quindi rinvio a domani un video sull’opportunità, per un partito, di presentarsi solo o in coalizione.

Cerchiamo quindi di sviscerare questa legge elettorale partendo da ciò che è certo.

La legge elettorale in vigore prevede una quota maggioritaria ed una proporzionale, facciamo innanzitutto una precisazione.

Anche se molti siti, anche autorevoli, dicono che col maggioritario si eleggono un terzo dei parlamentari, e quindi due terzi con la quota proporzionale, nella realtà invece la ripartizione è di 3 ottavi per la quota maggioritaria e 5 ottavi per quella proporzionale. 

Mi direte, cambia poco, sì, ma se si può essere precisi perché si preferisce dire una cosa sbagliata come un terzo e due terzi.

Comunque dato che 147 deputati dei 400 totali e 74 senatori dei 200 totali si eleggono con la quota maggioritaria ciò spinge i grandi partiti a coalizzarsi, quindi andare alle elezioni in coalizione è essenziale per chi vuol vincere nei collegi uninominali, ossia i grandi partiti. 

In quei collegi, tanto per capirci, Italexit, Ancora Italia e tutti i partiti piccoli non hanno alcuna possibilità di far eleggere loro rappresentanti.

Passiamo quindi alla quota proporzionale, quella che ci interessa e proseguiamo sulle cose certe.

Un partito che si presenta singolarmente ha una percentuale di sbarramento fissata al 3%. Ossia se supererà il 3%, sia alla Camera che al Senato, vedrà suoi rappresentanti eletti, se resterà sotto questa soglia nessun suo candidato verrà eletto. Punto.

Chiaro e inequivocabile. Certo avrà un maggior numero di eletti più alta sarà la percentuale di voto raggiunta, ma questo è banale.

Ora vediamo cosa succede per i partiti che si presentano in coalizione per la quota proporzionale.

Partiamo da una cosa certa, per quanto riguarda la coalizione, io mi ero affidato a quanto detto da Paragone in un video ed ossia che la soglia di sbarramento fosse all’8%, invece è al 10%, questo è assodato, nel senso che tutti i siti concordano su questo, la soglia di sbarramento per le coalizioni è del 10%.

Ma andiamo ancora avanti con le certezze. 

Supponiamo che la coalizione superi la quota del 10%, allora accade che i partiti che fanno parte di questa coalizione e che prendono tra l’1 e il 3% riversano i loro voti, proporzionalmente, alle altre liste della stessa coalizione che hanno superato il 3%. Mentre i voti delle liste che rimangono sotto l’1% vanno invece completamente persi.

Chiaro quindi? Se un partito prende meno dell’uno percento che si presenti da solo o in coalizione non ha nessuna possibilità di veder eleggere suoi rappresentanti, se si presenta da solo è chiaro perché rimane sotto la soglia di sbarramento del 3%, ma un partito che prenderà meno dell’1% non eleggerà nessuno anche se si presenta in una coalizione che in totale dovesse prendere 40% ossia superare nettamente la soglia di sbarramento delle coalizioni che come ho detto è del 10%. 

Se un partito prende meno dell’1% i suoi voti non valgono nulla, questo è certo.

Proseguiamo.

Se un partito prende fra l’1 ed il 3% e si presenta da solo ovviamente è fuori perché sotto la soglia di sbarramento del 3%.

Se un partito prende fra l’1 ed il 3% ed invece si presenta in coalizione e la sua coalizione supera la soglia di sbarramento al 10% non avrà comunque suoi rappresentanti eletti, ma, come ho detto, i suoi voti si riverseranno sui partiti della coalizione che hanno superato il 3%. In pratica i suoi voti non andranno persi come nel caso dei partiti che prenderanno meno dell’1%, ma andranno a beneficio solo dei partiti della coalizione che avranno superato il 3%.

Faccio un esempio numerico che così ci capiamo meglio. 

C’è una coalizione di 4 partiti, uno di questi prende il 5%, uno il 2,6% uno il 2,4% e l’ultimo lo 0,5%. In totale la coalizione ha avuto il 10,5% quindi ha superato la soglia di sbarramento, ma, l’ultimo partito, quello che ha preso lo 0,5% non eleggerà nessuno, anzi i suoi voti andranno persi. I due partiti che hanno preso rispettivamente il 2,6% ed il 2,4% dei voti, anche loro non eleggeranno nessuno, ma i loro voti andranno al partito che ha preso il 5%, questo sarà il partito che ne beneficerà perché in pratica è come se avesse guadagnato il 10% ossia il suo 5% più il 2,6% più il 2,4% degli altri due partiti che si sono presentati in coalizione e che hanno superato l’1% ma non il 3%.

Ultimo caso diciamo … certo.

La coalizione rimane sotto la soglia di sbarramento del 10% e nessuno dei partiti che la compongono prende più del 3%. 

Supponiamo ad esempio una coalizione di 4 partiti tutti e quattro prendono il 2% dei voti. In totale quindi la coalizione prende l’8% dei voti e rimane sotto la soglia di sbarramento del 10% e tutti i partiti che la compongono singolarmente rimangono sotto la soglia del 3%.

In quel caso non viene eletto nessuno, tutti voti persi.

Ed eccoci quindi agli ultimi due casi rimanenti per cui non posso dire di avere la certezza assoluta.

La prima è che la coalizione supera la soglia di sbarramento del 10%, ma nessuno dei partiti che la compongono supera il 3%. 

Esempio. Una coalizione di 5 partiti che prendono tutti il 2,5%. In totale la coalizione ha preso il 12,5% dei voti quindi ha superato la soglia di sbarramento del 10%, ma tutti e cinque i partiti che la compongono hanno preso fra l’1 ed il 3%, quindi dovrebbero riversare i loro voti a favore dei partiti della coalizione che hanno superato il 3%, ma nessun partito della coalizione ha superato il 3%, quindi?

Ritengo che anche in questo caso, come in quello precedente, non venga eletto nessuno, perché nessun partito ha superato il 3% anche se in questo caso è stata superata la quota di sbarramento della coalizione.

Ritengo sia così, ma non ho la certezza assoluta, ovviamente la mia conclusione è basata essenzialmente sulla logica.

Ed infine ultimo caso.

La coalizione rimane sotto la quota di sbarramento del 10%, ma all’interno della coalizione c’è un partito che supera il 3%.

A mio avviso anche in questo caso, diversamente da quanto affermano diversi ascoltatori, dicevo, a mio avviso, anche in questo caso non viene eletto nessuno, ed anche stavolta la mia supposizione è supportata dalla logica, altrimenti perde di senso la quota di sbarramento delle coalizioni al 10%, cioè se non fosse così la quota di sbarramento delle coalizioni al 10% non servirebbe a nulla.

In altre parole, per me la quota di sbarramento della coalizione è il primo livello che deve essere superato, se non viene superato, basta! Finisce lì! 

Cioè quella soglia di sbarramento delle coalizioni al 10% non avrebbe altro senso se non seguire la stessa logica del 3% per chi si presenta da solo, ossia se non si supera si è fuori. Basta!

Se invece si supera la soglia di sbarramento della coalizione posta al 10% poi occorre vedere se in quella coalizione c’è almeno un partito che ha superato il 3%, se è così, bene quel partito o quei partiti della coalizione che hanno superato il 3% saranno rappresentati in Parlamento, se invece nonostante aver superato la quota di sbarramento della coalizione nessun partito supera il 3%, tutti voti vanno persi.

Ripeto, altrimenti non si giustificherebbe l’introduzione della quota di sbarramento delle coalizioni al 10%. 

Cioè sarebbe stato sufficiente mettere la quota di sbarramento di un singolo partito al 3% e dire che se superava questa soglia eleggeva comunque suoi rappresentanti in Parlamento, che si fosse presentato da solo o in coalizione non cambiava nulla.

La quota di sbarramento al 10% della coalizione ha senso solo se non superando quella soglia, niente, finisce lì, nessun partito di quella coalizione avrà suoi rappresentanti in Parlamento. 

Ripeto e concludo, queste sono mie risultanze applicando semplicemente la logica, ma sono pronto ad essere smentito se invece fosse stata introdotta una legge elettorale che non segue la logica.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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