Quotazione dell’oro: mai visto nulla del genere!

Mentre tutti gli analisti finanziari evidenziavano come potesse essere il momento di investire nel cosiddetto reddito fisso.

Mentre tutti gli analisti finanziari evidenziavano come potesse essere il momento di investire nel cosiddetto reddito fisso, ossia nel settore obbligazionario, i listini azionari toccavano nuovi record, soprattutto negli Stati Uniti.

L’indice di riferimento della Borsa americana, lo S&P500 ed il Nasdaq, l’indice dei titoli tecnologici, stabilivano i nuovi massimi dell’anno, non molto distanti dai massimi storici del 2021.

Sia il mercato obbligazionario che quello azionario si diceva fossero trainati dalla convinzione che la Federal Reserve avrebbe cominciato a ridurre i tassi prima del previsto, ossia nel primo trimestre del prossimo anno.

Ed allora analizziamo entrambi i mercati, partendo da quello obbligazionario.

Ebbene posso dire che in questo caso il mercato si è comportato in maniera razionale. Il comparto obbligazionario ha sofferto quando le Banche centrali hanno aumentato i tassi, l’aumento dei tassi ovviamente fa calare le quotazioni dei titoli.

Ed ora che si parla di riduzione dei tassi, si sa infatti che il mercato cerca di anticipare gli eventi, ebbene ora che si parla di riduzione dei tassi le quotazioni si sono già riprese.

Ma vediamo invece il mercato azionario.

La logica dice che tassi alti non aiutano l’economia, il mercato azionario avrebbe quindi dovuto scendere, e nel 2022 questo è accaduto, perlomeno nei primi tre trimestri dell’anno, ma improvvisamente nell’ultimo trimestre dell’anno il trend si è nettamente invertito ed i listini azionari hanno recuperato gran parte delle perdite.

Cos’era accaduto? Forse la Federal Reserve aveva terminato di aumentare i tassi? Assolutamente no! Anzi, aveva appena cominciato, in quel momento, alla fine di settembre dello scorso anno i tassi avevano appena superato il 2%, la Fed avrebbe continuato ad alzare i tassi ancora per diversi mesi, per la precisione per altri 10 mesi, fino al luglio di quest’anno quando sono arrivati a toccare il 5,50%.

Insomma quell’inversione di tendenza dalla fine del terzo trimestre del 2022, ossia la crescita del mercato azionario nell’ultimo trimestre dell’anno non aveva una motivazione logica.

E l’anomalia continuava anche nel 2023, con i listini azionari americani che hanno continuato a salire. Sì, c’è stato un ritracciamento nei mesi di settembre ed ottobre, ma il mese di novembre è risultato il miglior mese dell’anno con gli indici che, come detto proprio venerdì scorso hanno toccato i massimi dell’anno.

Insomma i mercati azionari sono saliti anche in periodi nei quali, seguendo la logica, avrebbero dovuto scendere, quindi è accaduto qualcosa che non è stato reso noto.

Personalmente ritengo che il mancato accordo sul tetto del debito pubblico abbia fatto schizzare appunto il debito pubblico a livelli stratosferici, e quella liquidità in eccesso è finita ancora sui mercati azionari.

Se fosse come ho ipotizzato per gli Stati Uniti non ci sarebbe molto da festeggiare, ma ormai io ritengo che tutti si siano resi conto che il debito complessivo degli Stati Uniti, ossia la somma del debito pubblico e quello privato è andato completamente fuori controllo, ed allora c’è chi dice … andremo incontro prima o poi ad una terribile crisi finanziaria, ma per il momento c’è ancora da far scorta di questa manna che scende dal cielo.

Oggi poi arriva una notizia che dovrebbe far riflettere.

Ebbene, sapete tutti, come questo boom delle Borse statunitensi sia stato determinato in pratica esclusivamente dalle performances strabilianti di alcuni titoli del comparto tecnologico, ma che sono quotati anche sul New York Stock Exchange, e quindi rientrano nello S&P500.

Mi sto riferendo ai soliti colossi del settore internet con in testa Nvidia, ma Facebook, Google, Amazon, Microsoft anche loro hanno avuto crescite straordinarie.

Ecco oggi la notizia: Mark Zuckerberg ha venduto 682.000 azioni Meta la società che detiene Facebook, Instagram e Whatsapp, 682.000 azioni a 318 dollari per azione quindi stiamo parlando di 217 milioni di dollari.

Dobbiamo precisare che le azioni vendute erano in capo alla fondazione di beneficienza Chan Zuckerberg Iniziative, ricordiamo che Chan è il cognome della moglie. Una fondazione il cui patrimonio sembra sia arrivato a 6,3 miliardi di dollari.

Quindi la vendita delle azioni avrà certamente scopi filantropici, si sa che i due intendono, nel corso della loro vita, donare appunto in scopi filantropici il 99% del loro patrimonio.

Ma detto ciò, è chiaro che la vendita di queste azioni è stato interpretato in una certa maniera dal mercato, ossia: i coniugi Zuckerberg ritengono che il valore che hanno raggiunto le azioni Meta in Borsa è sproporzionato?

Certo da inizio anno le azioni sono aumentate del 165%, ma occorre anche ricordare che nello scorso anno, invece, le azioni Meta avevano avuto un forte ribasso. Tanto per capirci:

Ad inizio 2022 le azioni valevano più di 330 dollari, a fine 2022 erano crollate a 120 dollari, ebbene oggi le azioni sono tornate a valere 318 dollari.

Comunque questa vendita ha fatto sì che un po’ tutto il comparto tecnologico oggi abbia visto prevalere le vendite, al momento, ma il mercato è ancora aperto, Apple cede l’1,3%, Microsoft e Amazon l’1,7%, Nvidia il 3,4% mentre Meta cede il 2,5%.

Vedremo nei prossimi giorni se questa seduta potrà risultare un punto di svolta … oggi è santa Barbara.

Ed oggi è accaduta proprio una Santa Barbara per quanto riguarda l’oro.

Guardate una certa esperienza ce l’ho, ma una cosa simile non l’avevo mai vista.

Ebbene sapete che l’oro viene contrattato 23 ore al giorno, si chiudono le contrattazione quando in Italia sono le 23 e si riaprono alle 24.

Dunque venerdì scorso, soprattutto a cominciare dal pomeriggio, la quotazione dell’oro continuava a salire ed alla chiusura delle ore 23 chiudeva a 2.072 dollari l’oncia nuovo massimo assoluto al fixing, ma attenzione cosa accade all’apertura, alle 24 di domenica?

E’ mezzanotte e un quarto il prezzo dell’oro … non so come definirlo … impazzisce. Sale in maniera vorticosa, impressionante.

A mezzanotte e trenta arriva a toccare addirittura 2.146,82 dollari l’oncia, inutile che sottolinei come questa stratosferica quotazioni sia il nuovo record assoluto per il metallo giallo.

Veder la quotazione salire di più di 70 dollari l’oncia in un quarto d’ora non mi era mai capitato di vedere e penso non sia mai successo nella storia.

Cosa sia accaduto in quel quarto d’ora, non lo so, ma chiaramente cercherò di informarmi.

Ebbene, impressionante anche quel che è accaduto dopo quel quarto d’ora di follia, il crollo successivo è stato superiore alla crescita precedente, Intorno alle otto del mattino la quotazione dell’oro è tornata sui valori di chiusura del venerdì, poi ha continuato la discesa ed ora la quotazione è in area 2.025 dollari per oncia, ossia quasi 50 dollari l’oncia in meno rispetto alla chiusura di venerdì scorso.

Insomma come posso concludere questo video? Dicendo che questo mondo, quello della finanza, non smette mai di stupire, anche per questo sotto certi punti di vista è affascinante.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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