Contributi silenti: occhio a non perdere i soldi versati!

Hai mai pensato che potresti perdere i soldi che hai versato per i tuoi contributi? Può succedere! Vieni a scoprire come poterli salvare.

Hai mai pensato che potresti perdere i soldi che hai versato per i tuoi contributi? Ebbene, sembra assurdo ma è proprio vero. 

Si tratta dei contributi silenti che, anche se sono stati versati dai contribuenti, non concorrono a formare la pensione. 

Ma sono degli errori operati da parte dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale o del Governo? Niente di tutto questo!

Infatti, ci sono alcune particolari casistiche che possono portare alla perdita dei contributi versati dai contribuenti. INPS e Governo non hanno alcuna responsabilità in merito

Tuttavia, non dobbiamo certo fasciarci la testa. Infatti, devi sapere che ci sono alcuni metodi per poter recuperare tali contributi versati e fare in modo di non perderli definitivamente. 

Vuoi scoprire di quali metodi stiamo parlando? Beh, allora ti consiglio di leggere questo articolo!

Cosa sono i contributi silenti e perché esistono? Quello che non sai dell’INPS!

Ci sono alcune informazioni che probabilmente non hai sull’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Forse non conoscevi nemmeno l’esistenza dei contributi silenti. 

Nessun problema, siamo qui per scoprire cosa sono e per quale motivo esistono e, successivamente, andremo a vedere come non perdere tali versamenti effettuati. 

Iniziamo con le definizioni. 

Con il termine “contributi silenti” facciamo riferimento a tutti quei contributi che sono stati regolarmente versati dai lavoratori, ma che non rientrano nel calcolo della pensione. 

Ebbene, come abbiamo affermato anche in precedenza, non si tratta di nessun particolare errore. 

Infatti, per quanto possa sembrare strano, in realtà stiamo parlando di una condizione del tutto normale, che molti lavoratori si trovano ad affrontare. 

Devi sapere che sono moltissimi i contributi versati che vengono incassati e non vengono però successivamente tramutati in pensione. 

Le motivazioni? Possono essere molteplici. Si può trattare di una scelta del lavoratore in primis, ma anche di contributi che risultano a tutti gli effetti inutilizzabili. 

Insomma, i contributi silenti esistono anche perché il nostro sistema pensionistico ha moltissime possibilità per accedere alla pensione che sono basate, in larga misura, sulla carriera. 

Cosa vuol dire? Beh, che sono i contributi a guidare l’accesso alle pensioni. 

Ancora non abbiamo una vera e propria riforma del sistema pensionistico, ma la stiamo attendendo dal Governo Draghi

Infatti, riformare le pensioni è inevitabile, ma la condizione legata al Covid-19 e la successiva Guerra tra Russia e Ucraina hanno spostato temporaneamente le priorità del nostro Governo. 

Insomma, nell’attesa di una riforma del sistema pensionistico, andiamo a comprendere come possiamo evitare di perdere i contributi silenti, ossia quei contributi che sono stati versati e che non concorrono alla determinazione della pensione. 

Contributi silenti ed accesso alla pensione: come mai rischiamo di perderli?

Ebbene, come abbiamo affermato anche nel corso del paragrafo precedente, non abbiamo ancora a nostra disposizione una riforma pensioni ad hoc. 

Infatti, le priorità che hanno segnato l’agenda di Governo sono state molteplici e, purtroppo, le pensioni non sono state contemplate in esse per il momento. 

Dunque, quando parliamo di contributi silenti e del perché essi esistono dobbiamo rifarci a quella che attualmente è la legge che disciplina il regime pensionistico. 

Quindi, ci sono diversi metodi per andare in pensione in Italia, sia se consideriamo la pensione di vecchiaia, sia se consideriamo le forme di pensionamento anticipato. 

Quando parliamo della pensione di vecchiaia devi sapere che serviranno 71 anni di età e almeno 5 anni di contributi. 

Attenzione però: vista l’alta età richiesta, questa possibilità viene data solo a coloro che hanno versato contributi prima del 1° gennaio 1996. 

Si tratta dell’unico modo per accedere alla pensione in Italia? Ovviamente la risposta è no. 

Consideriamo che la quota minima di contributi per accedere alla pensione nel nostro attuale sistema previdenziale è di 20 anni. Inoltre, agli anni di contributi versati dobbiamo aggiungere anche l’età anagrafica, prevista a 67 anni. 

Ovviamente esistono alcune deroghe che consentono di accedere alla pensione con il versamento di almeno 15 anni di contributi, oppure altre misure come Quota 102 (che ha mandato in pensione Quota 100) oppure l’Ape Sociale o l’Opzione Donna

Ebbene, quello che devi sapere è che tutte le metodologie per accedere alla pensione oggi considerano come parametro principale i contributi che sono stati versati. 

Le motivazioni per le quali nascono i contributi silenti! 

Dunque, dopo aver compreso a fondo che il nostro sistema pensionistico si basa in larga misura sui contributi che sono stati versati durante gli anni di lavoro, arriviamo al nodo dei contributi silenti. 

Infatti, alcuni contributi possono essere accantonati e non essere utilizzati per il calcolo della pensione, anche se versati. 

Ci sono diverse motivazioni per le quali possono nascere i cosiddetti contributi silenti. Ad esempio, può essere il lavoratore stesso a non volerli utilizzare, in quanto ha già raggiunto la soglia dei contributi minima per accedere alla pensione, oppure parliamo di contributi che vengono versati in casse previdenziali differenti rispetto a quella che eroga poi l’assegno pensionistico. 

Un’altra casistica è rappresentata da quei lavoratori che hanno lavorato per un periodo molto breve. Insomma, il caso di tutti coloro che hanno versato contributi per meno di 20 anni, ossia il minimo contributivo che viene richiesto dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. 

Ebbene, tutti coloro che non rispettano tale soglia, non possono accedere alla pensione se non in caso di qualche particolare deroga. 

Spesso recuperare queste tipologie di contributi ha un costo estremamente elevato e, proprio per questo motivo, i lavoratori decidono di “perderli”. 

Ma andiamo a scoprire più nel dettaglio come possiamo muoverci per evitare di perdere i contributi silenti. 

Non perdere i contributi silenti! Come muoversi con l’INPS!

Se vediamo la situazione dei contributi silenti dal punto di vista di coloro che li hanno versati, si tratta di una grave perdita. 

Cosa avviene, invece, se si considera il punto di vista dell’INPS? Beh, sicuramente in questo caso sembra un vero e proprio affare. Infatti, stiamo parlando di contributi che sono stati versati e che non devono essere restituiti con la pensione. 

Tuttavia, devi sapere che ci sono diverse soluzioni per non rendere “inutili” i contributi silenti ed utilizzarli al fine del calcolo della pensione. 

Attenzione però: come abbiamo sottolineato anche in precedenza, facciamo riferimento a delle possibilità estremamente onerose che, spesso, per via dei loro costi, fanno desistere i contribuenti che vorrebbero percorrerle. 

Insomma, è sempre importante che venga valutato il rapporto costi-benefici prima di operare la scelta di recuperare i propri contributi silenti. 

Dopo questa doverosa premessa, andiamo a scoprire come fare!

Contributi silenti: ecco due soluzioni per non perderli!

La prima delle opzioni per non perdere i contributi silenti che sono stati versati dai lavoratori, è quella di riunirli sotto un’unica cassa previdenziale. 

Infatti, può capitare che i contributi siano stati versati in più casse e che, così facendo, non possono garantire l’accesso alla pensione. 

Attenzione però: come detto in precedenza, si tratta di un’alternativa piuttosto costosa che porterebbe il ricalcolo contributivo dei trattamenti pensionistici. 

Una seconda opzione che si può percorrere per “salvare” i contributi silenti? Beh, si tratta di aggiungere altri contributi. 

È il caso dell’aggiunta dei periodi coperti dalla contribuzione figurativa, come servizio civile, servizio militare, malattia e infortunio e molte altre opzioni. 

Qualora dovessi affrontare questa strada, il consiglio è quello di chiedere maggiori informazioni all’istituto Nazionale di Previdenza Sociale, in modo che tu possa conoscere a fondo il percorso da affrontare. 

Francesca Ciani
Francesca Ciani
Copywriter, classe 1998. Appassionata di marketing, digital e pubblicità fin da bambina, dopo un percorso di ragioneria, ho ottenuto una laurea in Comunicazione, Media e Pubblicità presso l’Università IULM di Milano e, successivamente, ho conseguito un master in Marketing Management. Troppo creativa per essere ragioniera, troppo analitica per essere un’artista: sono diventata social media manager e seo copywriter. Parlo tanto, scrivo ancora di più e ho sempre miliardi di idee.
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