In pensione con Quota 102 e Ape sociale pro e contro, di due occasioni imperdibili a tempo

Pensione a 63 o 64 anni, cosa cambia e per chi? Quanto la pensione è di 1.500 euro. Chi ha diritto all'Ape sociale nel 2022? Cosa cambia con Quota 102?

Cosa scelgo per andare in pensione Quota 102 o Ape sociale? Meglio l’uscita a 63 anni o 64 anni? Negli ultimi giorni, tanti lettori si sono posti il problema di conoscere tutte le caratteristiche pro e contro dell’anticipo pensionistico Ape sociale e della pensione anticipata Quota 102.

Alla base entrambe le misure sono indirizzate verso una scadenza che potrebbe non essere più rinnovata per il 2023, per cui si comprende l’esigenza di sapere prima del 31 dicembre 2022, quale misura risulta essere più vantaggiosa, nonostante i requisiti appaiono da subito diversi. Non tutti considerano l’aspetto delle condizioni riservate alle categorie che meritano il profilo di tutela.

In ogni caso, parliamo delle uniche due misure in cui esistono gli elementi essenziali ricercati dai lavoratori, tra cui: maggiore flessibilità d’uscita, garanzia di un assegno mensile, possibilità di richiedere subito l’accesso al trattamento economico previdenziale e così via.

Purtroppo, non sempre le aspettative sulla pensione vanno a buon fine, nonostante, la presenza di qualche elemento chiave per l’accesso al trattamento economico, spesso si perde l’opportunità per un cavillo normativo.

Alla fine, i lavoratori che rientrano tra i meritevoli di tutela possono ambire all’uscita a 63 anni di età, contro chi deve assolutamente attendere 64 anni con un vantaggio maggiore. Il problema non è l’età anagrafica tra le due misure, ma bensì l’applicazione di regole che minano ogni buon proposito.

L’Ape sociale contiene ferrei requisiti e condizioni, il che mostra un quadro svantaggioso, se la misura viene paragonata alla pensione anticipata Quota 102. Oltretutto, la pensione anticipata a 64 anni è aperta a tutti i lavoratori ambo sessi con 38 anni di contributi, mentre l’anticipo pensionistico è subordinato dalla presenza di tre fasce contributive (30, 32 e 36). 

In pensione con Quota 102 e Ape sociale pro e contro, due occasioni imperdibili a tempo

Non è semplice scegliere quale formula previdenziale attivare, d’altra parte sul fronte pensioni le condizioni potrebbe anche peggiorare, specie se il nuovo Esecutivo non interviene tempestivamente con misure risolutrici per mitigare il passaggio alla pensione di vecchiaia.

La vera questione, è che dal 1° gennaio 2023 i cittadini italiani potranno ottenere la pensione solo attraverso due misure che lasciano poco spazio se non raggiungere 67 anni di età.

Il diritto alla pensione Ape sociale va richiesto entro il 31 novembre 2022. Si tratta di una richiesta tardiva del rilascio del certificato contenente i requisiti necessari per ottenere l’anticipo pensionistico. In altre parole, gli aventi diritto restano confinati nel limbo della disponibilità delle risorse finanziarie.

Mentre, per Quota 102 la normativa permette il cumulo, la totalizzazione e il riscatto contributivo entro un limite, consentendo ai lavoratori di poter perfezionare il montante contributivo necessario per l’uscita anticipata dal lavoro a 64 anni di età. Resta il discorso del montante contributivo, secondo la normativa sono sufficienti 38 anni di versamenti, di cui un’anzianità pari a 35 anni maturata entro il 31 dicembre 2022. 

In pensione con Ape sociale o Quota 102, differenze e caratteristiche delle due misure a tempo

Entrambe le misure sono soggette al perfezionamento di requisiti e condizioni, nulla di nuovo se non fosse per alcune caratteristiche contenute nell’anticipo Ape sociale, rispetto alla misura Quota 102.

L’INPS per la liquidazione del trattamento economico – Quota 102 –  con il sistema misto e non tiene conto di alcun limite o vincolo relativo all’importo dell’assegno pensione. La natura della misura permette al pensionato di ricevere eventuali maggiorazioni sociali e tredicesima. Infine, la pensione Quota 102 contiene tutte le caratteristiche necessarie per la reversibilità in favore del coniuge o familiari superstiti.

L’INPS liquida l’anticipo a 63 anni subordinato dalla presenza di tre fasce contributive (30, 32 e 36), attraverso il sistema misto fino alla pensione di vecchiaia. Esiste un limite sull’importo, per cui non è possibile ottenere più di 1.500 euro mensili. La natura della misura non permette di ricevere la tredicesima, maggiorazioni o integrazioni. Infine, l’anticipo pensionistico non contiene le caratteristiche necessarie per la reversibilità in favore del coniuge o familiare superstite.

Le particolarità nascoste in tre punti 

Il primo punto è che la formula Quota 102 non è una misura temporanea, ma una vera pensione. Non viene applicato un limite per il calcolo dell’assegno, come esiste per l’Ape sociale confinata in un massimo di 1.500 euro mensili;

Il secondo punto, ruota sulla possibilità di ricevere: tredicesima, maggiorazione e reversibilità. Caratteristiche assenti nell’anticipo pensionistico Ape sociale.

Il terzo punto, la misura Quota 102 non è condizionata dalla presenza di ulteriori domande. Mentre, a 67 anni l’Ape sociale va trasformata in pensione di vecchiaia. 

Alla fine entrambe sono ottime misure, ma con caratteristiche totalmente diverse. 

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