L’INPS paga chi è senza lavoro, gli aiuti da richiedere subito prima che cambi la legge

Prenderà oltre 800 euro al mese chi è senza lavoro, grazie a questi requisiti! Aiuti e bonus per disoccupati 2022 e 2023!

L’INPS paga diverse agevolazioni a favore di coloro che si trova senza lavoro. Non si tratta di una tantum, ma di un vero supporto economico riconosciuto stabilmente a fronte della carenza di liquidità.  

Per questo motivo, l’Istituto rilascia l’indennità di disoccupazione Naspi. E, ancora, il Reddito di cittadinanza o altro incentivo a favore della partita IVA.  

Non sfugge che l’accesso a specifici sussidi o contributi economici viene condizionato dalla presenza di un reddito familiare basso.

In un contesto molto più ampio i cui rientra a pieno titolo il singolo individuo, quanto la famiglia si apprende l’esigenza di capire quanti e quali aiuti spettano ai cittadini.

Ecco, perché, c’è chi può contare sulla presenza di un aiuto stabile nel tempo, contro chi riceve un contributo rapportato a un determinato periodo.

Oltre tutto, va considerato, che gli equilibri potrebbero cambiare a causa della crisi energetica, l’eventuale ingresso di condizioni diverse potrebbe portare alla perdita del beneficio spettante. 

Prenderà un assegno mensile chi è senza lavoro, richiedi i soldi prima che cambi la legge 

Appare chiaro che il primo aspetto che andremo a visionare nella sua complessità è il Reddito di cittadinanza. Non una misura qualsiasi, ma il primo sussidio di Stato promosso dal Movimento Cinque Stelle.

Un ammortizzatore sociale che funge da supporto economico per le famiglie in difficoltà. Oltre tutto, lo step successivo dovrebbe portare all’inclusione lavorativa. C’è da dire che i percettori del Reddito di cittadinanza ricevono il sussidio per un periodo temporale di 18 mesi. 

Trascorso tale periodo senza successo in ambito lavorativo, scatta un momento di un mese di sospensione per permettere ai beneficiari del sussidio di ripresentare tutto l’infasciamento per il nuovo rilascio dell’ammortizzatore sociale. 

In questo periodo, i Centri per l’Impiego dovrebbero collocare i percettori del sussidio nel mondo lavorativo. Le ultime novità introdotte sul Reddito di cittadinanza portano alla riduzione del valore del sussidio in presenza del primo rifiuto di un’offerta lavorativa, per poi scattare l’annullamento del beneficio con il secondo rifiuto.

Inoltre, sono state introdotte delle novità anche nel sistema operativo, volte all’intercettazione dei fruitori sui cui sono pendenti delle condanne passate in giudicato da almeno 10 anni (articolo 7, comma 3, del Dl 4/2019).

In linea generale, il valore del Reddito di cittadinanza minimo rilasciato dall’INPS corrisponde all’importo di 458 euro a favore del cittadino, mentre per le famiglie di 5 membri il valore massimo rilasciato equivale a 741 euro mensili.

La presenza di un canone di affitto incrementa l’importo spettante. Stesso discorso in presenza di figli. In questo caso, spetta anche l’assegno unico calcolato sulla base dell’indicatore ISEE. 

Chi è senza lavoro ha diritto all’indennità Naspi, se rientra nelle condizioni previste dalla normativa

La presenza dell’indennità Naspi è strettamente legata alla perdita dell’attività lavorativa. Non un contributo accessibile a tutti i cittadini, ma strettamente legato alla presenza della perdita involontaria del lavoro.

Una condizione che fa ben comprendere che i lavoratori ricevono un contributo solo se subentra la perdita del lavoro.

Ecco, spiegato, il motivo per cui possono richiedere l’accesso all’indennità economica i lavoratori apprendisti, i lavoratori appartenenti al comparto artistico i soci di cooperative, i lavoratori a tempo determinato del comparto pubblico e privato. 

Una delle novità introdotto nel 2022 è l’ampliamento del beneficio anche per i lavoratori agricoli con contratto a tempo indeterminato.

Oltre tutto, è stato inserito il sistema di degage che riduce proporzionalmente il valore dell’indennità spettante con decorrenza dal sesto mese sul valore corrisposto nel mese precedente.

Per la partita IVA che resta senza lavoro si attiva il bonus ISCRO 

L’INPS prevede il rilascio di un contributo mensile a favore della partita IVA o dei lavoratori autonomi che rientrano in specifiche condizioni, identificato come Bonus ISCRO.

È importante comprendere che non tutte le partita IVA hanno diritto al beneficio economico, ma è necessario rientrare in specifici elementi, tra cui:

  • certamente trattandosi di partita IVA l’elemento predominante riguarda la perdita del fatturato registrata minima al 50% rilevabile nella media rapportata al triennio precedente alla richiesta del beneficio economico;
  • possedere un’anzianità di registrazione come partita IVA da un periodo non inferiore a quattro anni;
  • prevista la iscrizione nella gestione Separata INPS;
  • non percepire una pensione diretta;
  • non ricevere il sussidio di Stato;
  • la presenza di un reddito complessivo registrato nell’anno precedente alla richiesta del valore di 8.145 euro;
  • aver versato regolarmente i contributi previdenziali. 

Oltre tutto va detto, che si tratta, di un incentivo richiedibile solo un’unica volta nell’ultimo triennio, la cui ultima scadenza cade il 31 ottobre.

Per questo motivo, coloro che hanno ottenuto il beneficio economico nel 2021, non potranno usufruire dell’agevolazione anche nel 2023 e, quindi, si esclude anche il 2023.

L’incentivo economico riconosciuto dall’INPS non ha un valore unico per tutti. È bene comprendere che parliamo di un importo che oscilla da 254,75 fino a un massimo di 815,20 euro al mese.

Questo, perché l’operazione applicata per l’individuazione dell’importo spettante comprende un valore applicato nella misura del 25% sul reddito prodotto nell’ultimo semestre. 

 

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