Perché la storia della bidella pendolare Napoli-Milano fa acqua da tutte le parti

Non si parla d'altro: una bidella ha scelto di non trasferirsi a Milano e di fare la pendolare da Napoli per risparmiare. Ma i conti non tornano.

Sta circolando in rete ed è stata pubblicata da moltissime testate giornalistiche la storia della bidella che fa la pendolare Napoli-Milano ogni mattina, dal lunedì al sabato

Una storia decisamente struggente che fa riflettere su tematiche come il precariato, il caro affitti e l’aumento del costo della vita. Ma c’è qualcosa che non torna, questa vicenda fa acqua da tutte le parti. Ecco spiegati i motivi.

Le falle nella storia della bidella pendolare Napoli-Milano

Giuseppina Giuliano è diventata una star del web oltre ad essere l’esempio che tutto è possibile se si fanno dei sacrifici, nel suo caso enormi e forse inutili. La sua storia è stata condivisa e commentata da tantissimi utenti Facebook che si sono scagliati contro il governo, la crisi, i proprietari degli appartamenti di Milano che speculano aumentando i canoni. 

Alcuni hanno addirittura affermato che è ingiusto che una persona di Napoli debba lavorare a Milano, tralasciando il fatto che la bidella pendolare era consapevole che, una volta fatta la domanda, sarebbe potuta finire in qualsiasi città italiana. 

Ci sono però altri utenti che hanno evidenziato alcune “falle” nella storia di Giuseppina Giuliano, tra queste: i prezzi di un abbonamento dell’alta velocità (di poco inferiori ad un canone d’affitto), l’orario di ingresso a scuola e la quasi incompatibilità nel fare la tratta Napoli-Milano ogni giorno. Vediamoli tutti.

Il prezzo dell’abbonamento

Qualche dubbio sulla veridicità della storia di Giuseppina Giuliano sorge spontaneo. Partiamo dal primo punto: i prezzi degli abbonamenti. La bidella pendolare ha detto che l’abbonamento mensile dell’alta velocità le conviene dato che risparmia circa 200 euro. 

Lo stipendio di un collaboratore scolastico ammonta a 1.165 euro mensili e, considerando quanto dichiarato, ossia che spende 400 euro per un abbonamento mensile all’alta velocità, a Giuseppina rimarrebbero 765 euro per vivere. Peccato però che facendo alcune ricerche su internet, è venuta fuori la prima falla nel racconto. 

In Italia abbiamo due compagnie che viaggiano sull’alta velocità: Trenitalia e Italo. La prima, che si appoggia alle ferrovie dello Stato, propone un abbonamento mensile per le tratta Napoli-Milano, per il mese di febbraio, al prezzo di 1.171 euro.

Poi c’è Italo, che costa meno ma di sicuro non 400 euro al mese. Il prezzo della compagnia privata che viaggia sull’alta velocità è di 649 euro al mese. A conti fatti, il Frecciarossa costa più dello stipendio di Giuseppina, Italo invece le consentirebbe di vivere con 516 euro al mese. Dato che la bidella pendolare aveva evidenziato le difficoltà di vivere con poco più di 1.000 euro, vivere con 516 euro al mese allora dovrebbe essere estremo.

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L’incompatibilità tra gli orari di ingresso a scuola e la tratta Napoli-Milano

Un bidello, da contratto, lavora in media dalle 18 alle 30 ore settimanali. Giuseppina Giuliano ha dichiarato che inizia il suo turno di lavoro alle 10.00 circa, ma molti hanno pensato che una bidella deve iniziare a lavorare prima che arrivino il preside, i docenti e gli alunni. In effetti non hanno tutti i torti visto il ruolo dei bidelli che in teoria dovrebbero aprire e chiudere una scuola.

Ma noi vogliamo credere che Giuseppina Giuliano inizi a lavorare alle 10.00 circa, magari staccherà più tardi e poi ci sono anche altri colleghi che sono a scuola dalle 7.30 circa. Anche attaccare a lavorare alle 10.00 e fare certi orari in treno risulta essere una falla nella storia della bidella pendolare. Giuseppina ha detto di prendere il treno delle 5.09 all’andata e quello delle 18.20 al ritorno

Lasciamo perdere il viaggio di ritorno e focalizziamoci sull’andata. Prima di tutto non esiste un treno Italo che parte alle 5.09, ma il primo treno parte alle 5.14. Giuseppina dunque prenderà il Frecciarossa 9606 che impiega 4 ore e 15 minuti per raggiungere la stazione di Milano Centrale. Alle 9.24 Giuseppina, secondo i calcoli, dovrebbe essere a Milano. 

Dal binario al primo mezzo pubblico disponibile non si impiegano due minuti, ma almeno 5 o 10 minuti, poi si deve aspettare che arrivi l’autobus, il tram o la metro e una volta giunti alla fermata desiderata si deve camminare e raggiungere il posto di lavoro. Probabilmente Giuseppina arriverà in orario almeno 4 volte su 6, ma c’è un problema che rende incompatibile questo tipo di avventura con il lavoro: l’imprevisto

Ci siamo chiesti, e non solo noi, cosa succederebbe se il treno facesse anche solo 10 minuti di ritardo. In quel caso Giuseppina potrebbe accumulare anche altro ritardo che la porterebbe a lavorare meno o allungare la sua giornata lavorativa con il rischio di perdere il treno delle 18.20. Fare la tratta Napoli-Milano ogni giorno è dunque quasi incompatibile con degli orari di lavoro.

Una soluzione più comoda

Poi c’è l’ultimo punto: il costo della vita. La crisi energetica e l’inflazione hanno costretto tutti a fare i conti con l’aumento dei prezzi. La città di Milano, che è la più cara d’Italia, a questo aumento dei prezzi aggiunge anche degli affitti a prezzi improponibili e su questo Giuseppina Giuliano ha tristemente ragione. 

Una stanza a Milano costa in media dai 600 euro in su, un monolocale o un bilocale vanno invece dagli 800 euro (se si è fortunati) in su. Sebbene la realtà sia questa esistono delle alternative sicuramente più convenienti rispetto a Napoli-Milano A/R. Nell’hinterland milanese i prezzi delle stanze e delle case sono molto più bassi e se proprio si vuole risparmiare si può sempre cercare in un’altra provincia

Ovviamente si è costretti comunque a fare i pendolari, ma un abbonamento per un treno regionale costa meno dell’alta velocità e soprattutto non costringe le persone a fare quasi 10 ore di viaggio tutti i giorni. Molto probabilmente la bidella pendolare non vuole vivere al nord perché, come da lei affermato, è molto legata alla sua famiglia e alla sua terra.

Felice Emmanuele Paolo de Chiara
Felice Emmanuele Paolo de Chiara
Redattore, classe 1994. Sono nato a Napoli ma ho vissuto un po’ in Toscana dove mi sono laureato in Scienze politiche e relazioni internazionali presso l’Università degli Studi di Siena e un po’ a Milano dove mi sono specializzato in Cooperazione Internazionale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Sono appassionato di politica, attualità, sport (grande tifoso del Napoli), cinema e libri. Nel tempo libero mi dedico alla scrittura di racconti e quando ho tempo viaggio.
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