Bonus acqua potabile, da 2.500 euro. Anche per contanti!

C’è tempo fino al 28 febbraio per il bonus acqua potabile, per privati cittadini e aziende, fino a un massimo di 2.500 euro. Anche pagamenti in contanti!

C’è tempo fino al 28 febbraio per richiedere il bonus acqua potabile, disponibile per privati cittadini e aziende, fino a un massimo di 2.500 euro, da ricevere in forma di credito d’imposta.

È l’Agenzia delle Entrate,

Con il Comunicato Stampa del 1° febbraio 2022, che fa sapere che, a partire dal 1° febbraio e fino al 28 febbraio, sarà possibile presentare la richiesta di ottenimento per il Bonus Acqua Potabile.

Il bonus è stato istituito dalla Legge di Bilancio 2021, con decreto attuativo del 16 giugno successivo, nel quale si anticipava già che il periodo per inviare le domande sarebbe stato quello di febbraio 2022.

Tale comunicazione chiarisce tra l’altro che, per ottenere il rimborso, è possibile effettuare gli acquisti solo tramite transazioni tracciabili, quindi elettroniche. Ciò che però è importante comunicare in questa sede è che, in alcuni casi, è possibile ottenere il credito d’imposta anche se si è provveduto al pagamento in contanti dell’impianto di filtraggio. 

Di norma invece non è così, perché ogni pagamento deve risultare tracciabile.

Ecco dunque le novità.

Bonus acqua potabile, le ultime novità

Come abbiamo avuto modo di approfondire in questo articolo dal titolo Bonus acqua potabile, confermato 2022-2023. A chi spetta!, la novità più recente, in materia di bonus acqua, vede per l’appunto la proroga del bonus in questione, anche per i prossimi anni 2022 e 2023.

L’obiettivo governativo va nella direzione di ridurre il consumo di plastica legato alla commercializzazione delle bottiglie di acqua, nonché di evitare gli sprechi di questa preziosa fonte di vita.

Il bonus acqua potabile dunque incentiva l’acquisto di impianti di filtraggio e mineralizzazione dell’acqua, così come di raffreddamento della stessa o di aggiunta di anidride carbonica alimentare, per renderla frizzante.

E prevede, per chi lo fa, il 50% di sconto sulle spese effettuate a tale scopo.

Come si è sempre avuto modo di specificare, i pagamenti di tali acquisti vanno eseguiti in maniera tracciabile, vale a dire tramite bonifico da conto corrente personale o aziendale, oppure con l’utilizzo di bancomat o carte di credito.

Per quanto riguarda però il primo anno in cui è entrato in vigore il bonus, quindi il 2021, c’è una novità che va a favore di chi aveva provveduto, non potendo conoscere le disposizioni successive, a pagare questi acquisti in soldi contanti.

Il periodo che concede una deroga alla regola generale è quello antecedente il 16 giugno 2021, giorno in cui è ufficialmente uscito il decreto attuativo.

Quest’ultimo appunto stabilisce, come già evidenziato, che i pagamenti a testimonianza dell’acquisto di impianti di filtraggio dell’acqua, devono essere tracciabili.

Ma chi ha pagato in contanti, prima del 16 giugno 2021, come deve comportarsi? Non ha diritto a richiedere il bonus acqua potabile e ottenere quindi il rimborso?

Non è così. Infatti

è considerata valida qualsiasi modalità di pagamento ed è ammesso integrare la fattura o il documento commerciale attestante la spesa stessa annotando sui documenti il codice fiscale del soggetto richiedente il credito.

Il bonus quindi spetta per tutti -senza alcuna eccezione- gli acquisti effettuati a partire dal 1° gennaio 2021 e, grazie alla proroga confermata dalla Legge di Bilancio 2022, ora fino alla fine del 2023.

Chi può richiedere il bonus acqua potabile?

Il bonus acqua potabile spetta dunque a tutti i cittadini in Italia, che decidono di comprare e installare un impianto di filtraggio per l’acqua, in modo da migliorare quella erogata da parte degli acquedotti.

Possono fare richiesta per il bonus acqua potabile 2021 le seguenti categorie di soggetti: persone fisiche; soggetti esercenti in arti, professioni o attività di impresa; enti non commerciali, compresi gli enti religiosi civilmente riconosciuti e gli enti del terzo settore.

In sostanza, sia i privati cittadini che le imprese possono usufruire dell’agevolazione, acquistando i sistemi di filtraggio e mineralizzazione, raffreddamento o produzione di acqua frizzante, rispettivamente a uso domestico oppure aziendale.

Non ci sono differenze dunque tra la singola famiglia o i titolari di partita Iva, per quanto concerne la fruizione del bonus. L’unico aspetto a variare riguarda l’importo rimborsabile, che per il singolo è più basso rispetto a quanto spetta invece a un’azienda.

A rigor di logica infatti, in un’abitazione si installa un solo impianto, sotto il lavello della cucina. In un’azienda invece, è molto probabile che ci sia bisogno di due o più sistemi di filtraggio dell’acqua.

Tutti gli aventi diritto possono preventivare la spesa in questione nel corso di questo anno o del prossimo 2023, dal momento che il bonus è stato prorogato.

Come funziona il bonus acqua potabile?

Scendendo nel dettaglio, vediamo ora in cosa consiste il bonus acqua potabile, quali apparecchiature rientrano nelle spese rimborsabili e a quanto ammontano gli importi, per i quali è possibile ottenere il credito d’imposta.

Lo scopo della misura è incentivare le persone all’acquisto e installazione di sistemi per migliorare la qualità dell’acqua potabile.

Questa scelta va a legarsi, in modo evidente,  a due vantaggi principali. Il primo riguarda la riduzione di plastica monouso immessa nell’ambiente, dal momento che la maggior parte delle bottiglie di acqua acquistate al supermercato sono di plastica.

Il secondo vantaggio riguarda il miglioramento dell’acqua potabile erogata dall’acquedotto, il controllo degli sprechi di questo bene così prezioso per la vita e per il nostro pianeta ma non solo. Infatti, a questo si aggiunge anche la possibilità di avere un maggior comfort e praticità, avendo a disposizione un impianto che non solo filtra l’acqua ma anche la mineralizza, la raffredda oppure la rende frizzante, con l’aggiunta di anidride carbonica alimentare.

Per installare un sistema di questo tipo, è necessario innanzitutto contattare una ditta competente. Il tecnico effettua un sopralluogo, propone l’impianto più adatto alle esigenze del proprio cliente e provvede all’installazione.

La fattura a fine lavori va pagata per intero al fornitore.

In seguito, si ha la possibilità di richiedere il 50% di rimborso spese, in forma di credito d’imposta, considerando i limiti previsti per i costi sostenuti. 

Per i privati cittadini, che quindi installano un impianto a uso domestico, allora l’importo massimo previsto equivale a 1.000 euro (quindi, considerando il 50% di rimborso, rientrano al beneficiario 500 euro in forma di credito d’imposta). 

Per quanto concerne invece i titolari di impresa, allora le spese ammissibili raggiungono il tetto di 5.000 mila euro, con un rimborso fino a 2.500 euro, considerando appunto la percentuale di credito prevista del 50%.

Per ottenere il credito, le domande si inviano tra il 1° febbraio e il 28 febbraio di ogni anno successivo a quello della spesa affrontata.

La compensazione avviene tramite modello F24 o in dichiarazione dei redditi.

Al di là delle scadenze, ci sono però alcune modalità ben precise da seguire, per poter inviare una domanda senza commettere errori. Nei paragrafi successivi, le illustriamo nel dettaglio.

Bonus acqua potabile, domanda: come fare?

Procedere con la richiesta del bonus acqua potabile, relativo alle spese dello scorso anno 2021, è semplice ma è importante prestare attenzione a ogni singolo passaggio, per non incorrere in errori.

Un banale vizio di forma infatti può compromettere l’esito della domanda e quindi l’ottenimento del buono.

Innanzitutto è necessario inviare tutte le informazioni tecniche all’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile ovvero l’Enea.

Il documento deve presentare il codice fiscale del richiedente e va inviato in via telematica.

Il secondo passaggio riguarda invece la rendicontazione delle spese nei confronti dell’Agenzia delle Entrate. 

Sul sito ufficiale, è possibile accedere alla propria area riservata, scaricando il modello da compilare per la richiesta. Si inseriscono i dati anagrafici di chi deve beneficiare della prestazione, il suo codice fiscale e si procede con la compilazione dei quadri predisposti.

Il quadro A riporta l’elenco delle spese rimborsabili. Il quadro B, eventualmente compilato e se il credito d’imposta è maggiore di 150 mila euro, allora richiede anche la firma della dichiarazione antimafia e della sostitutiva unica.

Nel momento in cui si procede con l’inoltrare la domanda presso l’Agenzia delle Entrate, quest’ultima rilascia una ricevuta di presa in carico. La novità a oggi è che è possibile dover attendere fino a 10 giorni per ottenerla, come annunciato dal recente provvedimento del 28 gennaio scorso.

Se quest’anno otterranno il rimborso tutti coloro che hanno affrontato la spesa lo scorso anno, per chi l’ha messa in preventivo per quest’anno 2022, allora la data da segnare in agenda, per il rimborso del bonus acqua potabile, è febbraio 2023.

Bonus acqua potabile: le scadenze

Nel corso di questo articolo, abbiamo presentato tutte le informazioni più importanti legate all’erogazione del bonus acqua potabile, con focus in particolare, sulla possibilità di ottenere il credito d’imposta anche per le spese affrontate in contanti, per l’acquisto degli impianti.

Abbiamo dedicato i paragrafi successivi ai destinatari di tale agevolazione, al tipo di spese ammissibili, agli importi rimborsabili e ancora alle modalità di inoltro delle domande.

Le scadenze da rispettare, per richiedere il bonus acqua potabile, riguardano dunque sempre lo stesso periodo dell’anno.

Nella fattispecie, a partire dal 1° febbraio scorso fino al 28 febbraio 2022, è possibile inviare le richieste di rimborso per le spese datate anno 2021.

Per tutti gli impianti acquistati tra il primo giorno di gennaio 2021 e il 15 giugno, allora è possibile ottenere il credito d’imposta anche per i pagamenti effettuati in contanti. Invece, da questa data in poi, in base a quanto disposto dal decreto attuativo, è possibile rimborsare soltanto gli acquisti che hanno un pagamento tracciabile ovvero tramite bonifico da conto corrente oppure l’utilizzo di carte di credito o di debito.

Natalia Piemontese
Natalia Piemontese
Consulente lavoro online e professioni digitali, classe 1977. Sono Natalia, Piemontese di cognome, pugliese di nascita e calabrese d'adozione. Laureata in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Bari, ho conseguito un Master in Selezione e Gestione delle risorse umane. Mamma bis, scrivo sul web dal 2008. Sono specializzata in tematiche del lavoro, business nel digitale e finanza personale. Responsabile del blog #mammachebrand, ho scritto un e-book "Mamme Online, come gestire casa, lavoro e figli".
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