Su Netflix una miniserie thriller inquietante e basata su una storia vera

Su Netflix è disponibile una miniserie thriller di 8 episodi, basata su una storia vera, tra investigazioni, occulto e colpi di scena.

Quando un film o una serie TV sono ispirati a una storia vera, la tensione e la curiosità ci tengono con lo sguardo incollato allo schermo.

È ciò che, a distanza di più di un anno dalla sua uscita, provoca questa serie Netflix inquietante, in 8 episodi, che si districa tra investigazioni, sette sataniche e un incredibile colpo di scena.

E, nonostante il debutto sulla piattaforma risalga al 2 settembre del 2022, ancora oggi è una delle serie più discusse e viste che fa capolinea tra le più note produzioni Netflix.

Sarà che l’ispirazione per la creazione della serie deriva da una storia vera; sarà per il tema non molto battuto dalle più recenti produzioni; sarà pure che, pur facendo l’occhiolino al genere horror, è una di quelle serie adatte anche a chi non regge il paranormale… questa serie Netflix è senza dubbio un prodotto riuscito.

Di cosa parla l’inquietante serie Netflix che ha incuriosito tutti: la trama

La narrazione si apre proprio come ci si aspetta da un thriller a venature horror: una giovane ragazza, dai grossi occhi azzurri terrorizzati, corre tra piantagioni di frumento con un coltello stretto tra le mani.

Tanto basta a creare la giusta atmosfera che, più che i brividi, infonde curiosità e chiede sin da subito chiarimenti e risposte.

La ragazza in questione si chiama Mae e sembra nascondere una terribile storia di soprusi e di misteri.

La sua vita si intreccia con quella della psichiatra Suzanne Mathis con la quale, inizialmente, si chiude nel mutismo riservato a tutti coloro che stanno facendo del loro meglio per aiutarla.

Col passare del tempo, però, e frutto, forse, anche della connessione tra le storie delle due protagoniste, Mae comincia a rivelare, proprio a partire dal simbolo che ha inciso sulla schiena, la storia della sua famiglia, appartenente a una setta satanica.

Suzanne decide di far entrare Mae nella sua famiglia, almeno momentaneamente. E da lì lo spettatore comincia a fare i conti con il dualismo della ragazza: da una parte le tradizioni e convinzioni della sua famiglia di origine, dall’altra la sua voglia di inserirsi nella famiglia Mathis, diventandone un componente a tutti gli effetti.

Il colpo di scena finale, in un certo senso, fornisce una risposta esaustiva.

Parliamo de Il diavolo in Ohio, la miniserie realizzata da Daria Polatin e basata sul romanzo scritto dalla stessa showrunner.

Il diavolo in Ohio: punti di forza della serie Netflix

L’ambivalenza di Mae porta lo spettatore a chiedersi di continuo se considerare la ragazza come un personaggio “buono” o “cattivo”.

Si ha costantemente la sensazione che, per quanto vittima della sua storia familiare, Mae possa, da un momento all’altro, rovinare l’idillio della famiglia che l’ha accolta.

È probabilmente proprio questo il punto di forza de Il diavolo in Ohio: non si tratta di un thriller paranormale, nonostante la presenza della setta satanica dalla quale Mae proviene, bensì di una continua riflessione su situazioni che possono verificarsi nella realtà.

Diversi sono gli elementi psicologici e introspettivi, considerando anche che la stessa Suzanne sia capace di empatizzare tanto con la sofferenza di Mae a causa di un passato turbolento.

Anche il cast fa buona parte del successo della serie. I grandi occhi azzurri di Madeleine Arthur (che interpreta Mae), tanto dolci quanto terrorizzati, accentuano il dualismo del suo personaggio.

Dal canto suo, Emily Deschanel (Suzanne) incarna alla perfezione la donna e madre gentile, attenta e premurosa, seppur tormentata.

Il diavolo in Ohio: critiche alla serie

Non manca chi ha mosso alcune critiche alla serie. In effetti, ci sono alcune sottotrame che, più che arricchire la storia, tendono a rallentarla o, comunque, a non dimostrarsi utili alla narrazione.

Nel complesso, però, Il diavolo in Ohio è una serie che cattura l’attenzione, fa scaturire diverse riflessioni e convince lo spettatore ad arrivare fino al colpo di scena finale.

Il diavolo in Ohio è ispirata a una storia vera?

Non è comunque in dubbio che una parte del successo di questa avvincente serie Netflix derivi anche dalla consapevolezza che sia ispirata a una storia realmente accaduta.

A rivelarlo è stata la stessa Polatin che ha ammesso di essersi ispirata, sia per il libro sia per la serie, a eventi svoltisi in Ohio di cui le aveva parlato la sua amica produttrice Rachel Miller.

Polatin non ha mai reso noti i nomi delle persone coinvolte, per questione di privacy. Inoltre, ha chiarito che, per quanto i fatti accaduti abbiano creato le basi per la costruzione della narrazione, molti sono stati gli elementi romanzati.

Solo per fare un esempio, la setta dalla quale proviene Mae è inventata. Tuttavia, la showrunner e gli sceneggiatori hanno studiato ogni tipo di setta, i meccanismi che queste sono in grado di mettere in atto per manipolare la mente delle persone e molti altri dettagli.

Leggi anche: Ami i thriller psicologici? Eccone cinque da vedere su Netflix ad aprile

  

Federica Antignano
Federica Antignano
Aspirante copywriter, classe 1993. Curiosa di SEO, trascorro la maggior parte del mio tempo a scrivere, in ogni sua declinazione. Mi sono diplomata in lingue presso il liceo statale Pasquale Villari di Napoli. Ho inizialmente lavorato in una start up, cominciando a scrivere per vendere e ora continuo ad affinare le mie capacità attraverso corsi e tanti tanti libri sulla pubblicità e sul digital marketing. Con il tempo ho scoperto anche l'interesse verso lo scrivere per informare e questo è il motivo per cui oggi sono felice di far parte del team di redattori di Trend-online.
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