Commissione UE taglia stime su PIL Eurozona, Lagarde cauta su inflazione

Le quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata dai rialzi.

Le quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata dai rialzi. La Commissione UE ha tagliato le stime sul PIL dell’Eurozona per il 2024, citando un ritardo nella ripresa della crescita, ma anche un rallentamento dell’inflazione più netto di quanto previsto. La Commissione ha rivisto la stima sul PIL allo 0,5% nel 2023 (dallo 0,6%) e allo 0,8% nel 2024, dal 1,2%. Nel 2025 si aspetta una crescita dell’1,5%. Riguardo all’inflazione, questa passerà dal 5,4% nel 2023 al 2,7% nel 2024 e al 2,2% nel 2025.

Intanto, la presidente della BCE Lagarde al Parlamento UE ha ribadito che l’approccio della Banca centrale resta basato sui dati. Per Lagarde non ci sono ancora abbastanza prove che l’inflazione possa raggiungere l’obiettivo del 2%, dunque per un taglio dei tassi saranno necessarie maggiori conferme. Lagarde ha spiegato che il monitoraggio prospettico dei salari continua a evidenziare forti pressioni, “ma gli accordi indicano un certo livellamento nell’ultimo trimestre del 2023”.

Le pressioni salariali per il 2024 “dipenderanno in particolare dall’esito dei cicli negoziali in corso o imminenti che interessano un’ampia quota di dipendenti dell’area dell’euro”. Lagarde, ad ogni modo, ha affermato che “l’attuale processo disinflazionistico dovrebbe proseguire, ma il Consiglio direttivo dovrà essere fiducioso che condurrà in modo sostenibile all’obiettivo del 2%”. Fronte USA, le vendite al dettaglio hanno registrato una flessione dello 0,8% a gennaio, molto di più di quanto atteso (-0,2%), mentre le richieste di sussidi di disoccupazione sono state 212mila (attese a 220mila).

I MARKET MOVER

In quest’ultima seduta di contrattazioni della settimana, gli operatori saranno concentrati ancora una volta sui dati macroeconomici in arrivo dagli Stati Uniti. Per gli USA si aspettano le misurazioni dei prezzi alla produzione (gennaio), la fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan (febbraio), i permessi edilizi (gennaio) e le nuove costruzioni abitative (gennaio). Fronte Banche centrali segnaliamo gli interventi di Schnabel (BCE), Barr e Daly (Federal Reserve).

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