La comunicazione al contrario

Premetto subito che non sono un esperto nella comunicazione, però, dopo diversi anni che faccio video.

Premetto subito che non sono un esperto nella comunicazione, però, dopo diversi anni che faccio video … qualcosa l’ho imparata, quindi, insomma, spesso riesco ad intuire le varie trappole che vengono usate in particolare dai mezzi di comunicazione di massa.

Ed allora ormai da tempo si può notare come soprattutto i canali di disinformazione mainstream abbiano adottato una strategia che potrebbe sembrare assurda, invece forse raggiunge lo scopo per la quale è stata adottata.

Mi spiego subito perché ho parlato di una strategia che potrebbe sembrare assurda, si tratta infatti di descrivere le cose utilizzando termini che hanno un significato letteralmente opposto.

Chiarisco che non è stato inventato niente di nuovo, faccio un esempio classico: io Stato mi sto armando, ed ecco che i mezzi di comunicazione di massa, che devono edulcorare la notizia che potrebbe allarmare la popolazione, come la riportano?

Certamente non riportano che è stato acquistato materiale bellico, bensì che si è incrementato l’investimento nel settore della Difesa.

Ma quello che voglio mettere in risalto nel video odierno è che, specialmente in questi ultimi anni, la disinformazione mainstream ha utilizzato una strategia comunicativa apparentemente assurda cioè raccontare i fatti al contrario.

Ne deriva, ad esempio, che un farmaco che provoca decessi, diventa, per la comunicazione mainstream, un farmaco salvavita.

Nasce da questo, a mio avviso, lo straordinario successo del libro scritto da Roberto Vannacci, perché il libro ha il merito di mettere in risalto proprio questo fatto, lui lo chiama “Il mondo al contrario” nella realtà si dovrebbe dire “la comunicazione al contrario”, poiché la stragrande maggioranza di coloro che ci raccontano le vicende di questo mondo, raccontandole al contrario, sa perfettamente di raccontare bugie, naturalmente ci sono sempre coloro, diciamo i minus che invece ci credono davvero e la vostra mente in questo momento senza dubbio andrà a visualizzare personaggi che spesso compaiono nei programmi televisivi cosiddetti di informazione.

Quindi dobbiamo evidentemente porci la domanda, perché?

Ossia perché da un po’ di tempo è stata usata questa strategia, quella di raccontare il mondo al contrario?

Diciamo che in precedenza c’era un modo certamente non corretto di raccontare fatti, ma avveniva enfatizzando gli aspetti che si volevano evidenziare e minimizzando invece quelli che si preferiva nascondere.

Ora invece non è più un problema di enfatizzare o minimizzare, ora è proprio raccontare le cose al contrario. Perché?

Perché … se ci pensate bene. Raccontare le cose al contrario è come dire una supercazzola, che obiettivamente spiazza coloro che invece vorrebbero avere una semplice e normale comunicazione.

Coloro che venivano bonariamente presi in giro dai bontemponi protagonisti di Amici miei, quando si sentono dire una supercazzola, ovviamente restano spiazzati, restano senza parole ed in balia appunto di chi ha usato quello stratagemma comunicativo.

Ebbene raccontare i fatti al contrario, avete inteso ciò che intendo dire quando affermo che è un po’ come ripetere una supercazzola? Forse è meglio che io sia più chiaro.

Cosa rispondi ad un interlocutore, il quale sostiene che un farmaco che procura decessi sia addirittura un farmaco salvavita?

Essendo tu una persona educata non rispondi, come dovresti, in una maniera dispotica ad una affermazione che di fatto è una provocazione inaccettabile, essendo tu educato tendi a rispondere, appunto, in maniera educata, e quindi cerchi di sostenere la tua tesi continuando a portare dei riscontri oggettivi.

E qui sbagli!

Perché certo continui a portare dei riscontri alla tua tesi, ma nello stesso tempo di fatto hai accettato una affermazione del tuo interlocutore che invece si doveva immediatamente troncare.

A colui che sostiene che un farmaco che procura decessi sia addirittura un farmaco salvavita, occorre rispondere in maniera dispotica, accusando l’interlocutore di essere un folle, oltretutto complice di un abominio, senza avere il timore di risultare per questo maleducato, è l’interlocutore che non è stato corretto dicendo un’eresia come se fosse una cosa normale.

E se non si reagisce così, si accetta di fatto la tesi dell’interlocutore, anche se è contraria alla logica, certo pur restando della propria opinione, ma comunque si attribuisce di fatto alla tesi dell’interlocutore una plausibilità che non merita.

Ok questo quando ci viene data la possibilità di interloquire, ma nella quasi totalità dei casi, la disinformazione mainstream non dà la possibilità di interloquire, nella quasi totalità dei casi queste narrazioni all’incontrario vengono dette in continuazione e senza alcun contradditorio.

E come sappiamo tutti, ripetendo una bugia cento, mille, un milione di volte diventa una verità.

Naturalmente contro l’ostracismo che subiamo dai media nazionali non possiamo combattere, ma possiamo evitare di fare un errore, ossia di prendere queste affermazioni al contrario, magari per contestarle, ma citandole corriamo il rischio di dare credito, di sdoganare delle vere e proprie assurdità utilizzando ripeto un linguaggio totalmente improprio alla logica.

Non si deve dare credito ad una affermazione assurda, come se fosse una affermazione, certo forte, ma plausibile, l’assurdo, come riporta la Treccani, è** “Ciò che è contrario alla ragione, all’evidenza, al buon senso; **ed ancora “Ciò che non può essere pensato perché privo di ogni fondamento nella ragione, e quindi intrinsecamente contraddittorio”, ed allora, aggiungo io, l’assurdo non può essere preso in considerazione.

Ma questa tecnica comunicativa di raccontare il mondo al contrario, che si è intensificata come detto in questi ultimi anni, ha anche altre motivazioni, assolutamente delinquenziali, tende infatti a generare confusione nelle menti delle persone, che così perdono il contatto con la logica che invece dovrebbe sempre prevalere in tutti i campi dello scibile.

E questo porta a creare nelle persone una certa fragilità dovuta al timore di essere essi stessi inadeguati, e quindi si tende ad appoggiarsi alle Istituzioni che invece sono all’origine dei problemi.

Magari domani farò un video nel quale andrò ad esemplificare questo aspetto citando un fatto che sta proprio accadendo in questi giorni, non in Italia, fortunatamente, ma comunque di una pericolosità inaudita, perché fatti di tale gravità possono anche avere origine all’estero, ma poi sappiamo che spesso vengono importati anche nel nostro Paese.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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