Taiwan, cosa sta succedendo tra Cina e Stati Uniti

La Cina scaglia aerei e navi da guerra per esercitazioni militari al largo di Taiwan. Cosa succederà ora?

La situazione a Taiwan sta velocemente precipitando. Da quando la speaker della Camera degli Stati Uniti è atterrata sull’isola, c’è stata una rapida escalation della tensione nei rapporti con Pechino. Le navi da guerra cinesi hanno infatti oltrepassato la “linea mediana” dello stretto che costeggia l‘isola; un comportamento minaccioso che il Ministro della difesa di Taipei ha definito “altamente provocatorio”.

In questo momento diverse navi e aerei da guerra cinesi stanno svolgendo delle esercitazioni militari in prossimità di Taiwan mentre il mondo attende di sapere se il rischio di una guerra è concreto oppure no.

Taiwan, cosa succede ora tra Cina e Stati Uniti dopo la visita di Nancy Pelosi

Era prevedibile, la visita di Nancy Pelosi per manifestare l’appoggio statunitense alla democrazia taiwanese ha scatenato l’immediata reazione cinese. Imbarcazioni da guerra si sono avvicinate all’isola per condurre esercitazioni militari, comportamento condannato dagli Stati Uniti. Intanto, in via cautelativa, la compagnia aerea “Singapore Airlines” ha annullato i voli da e verso l’isola per salvaguardare staff e passeggeri, comportamento che rischia di isolare il territorio e, quindi, scatenare una controffensiva da Washington.

Perché l’isola è così importante?

Isola di Formosa, così venne chiamata Taiwan dai portoghesi nel XVI secolo. Ma oggi questo territorio non è soltanto “bello” (traduzione letterale di “formosa”) ma anche strategico. Ad oggi vanta un polo di massima eccellenza nella produzione e assemblaggio dei semiconduttori e microchip. Per questa ragione sia Cina che Stati Uniti sono interessati a marcare la presenza sul territorio, e un possibile conflitto potrebbe causare una crisi tecnologica con risvolti negativi per tutto il mondo.

Oltre alle brame economiche, c’è poi una questione culturale: per Pechino, Taiwan rappresenta l’ultimo tassello sulla strada del “ringiovanimento nazionale”. Risolta la crisi con Hong Kong, adesso la Cina vorrebbe riallacciare i legami con Taipei.

Dall’altro lato però per gli Stati Uniti significherebbe accettare la “sconfitta morale” di non riuscire più a proteggere i propri interessi sull’Oceano Pacifico, piegando il capo all’egemonia di Pechino.

Le origini della tensione 

Quali sono le origini della tensione tra Stati Uniti e Cina riguardo al controllo dell’isola? Per comprenderlo bisogna fare un salto nel passato, precisamente al XVII secolo: in questo periodo storico la Cina riuscì ad annettere il territorio, ma fu costretta a “cederlo” al Giappone nel 1895, dopo la sconfitta nella prima guerra sino-giapponese. Pechino riottenne potere sull’isola nel 1945 al termine della Seconda guerra mondiale. Un ennesimo colpo di scena si ebbe dopo la guerra civile cinese a seguito della quale i nazionalisti sconfitti, guidati da Chiang Kai-shek, scapparono dal governo di Pechino rifugiandosi proprio a Taiwan. In opposizione ai comunisti di Mao, i taiwanesi strinsero legami con gli Stati Uniti.

Da qui trova origine la tensione tra le due superpotenze mondiali:

  • la Cina non ha mai dimenticato Taiwan, non ne riconosce la sovranità e vuole avere il controllo sul territorio;
  • gli Stati Uniti non vogliono abbandonare il ruolo di garanti della democrazia e dell’indipendenza del Paese.

Le reali ragioni, tuttavia, più che “emotive” sembrano essere al solito economiche e politiche: l’antica isola di Formosa, ha una posizione strategica nel Pacifico, una economia florida e un polo tecnologico di importanza mondiale.

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