La sindrome dell’Avana e i suoi sintomi: cos’è la malattia che colpisce i diplomatici USA

La sindrome dell'Avana che colpisce i funzionari statunitensi riporta sintomi che potrebbero essere causati da un'arma acustica russa.

L’hanno soprannominata sindrome dell’Avana in quanto il primo caso noto risale al 2016, quando a Cuba alcuni funzionari dell’ambasciata statunitense sono stati coinvolti da questo strano disturbo sanitario: ecco quali sono i suoi sintomi.

I sintomi della sindrome dell’Avana

La patologia presenta alcuni sintomi ben precisi. In particolare, provoca:

  • emicranie

  • nausea

  • vuoti di memoria

  • vertigini

Si tratterebbe quindi di una misteriosa arma ad ultrasuoni che produrrebbe danni celebrali e gravi lesioni permanenti.

Il primo caso segnalato risale al 2016, quando i funzionari statunitensi riferirono di essersi ammalati dopo aver sentito suoni penetranti durante la notte. Sangue dal naso, mal di testa e problemi alla vista vennero poi segnalati anche da altri impiegati presso l’ambasciata USA in Cina, Europa e Washington.

L’ombra della Russia

Nel 2023 l’indagine condotta dal Pentagono aveva determinato come fosse molto improbabile che dietro alla sindrome vi fosse un potenza straniera.

Il gruppo investigativo russo The Insider sarebbe giunto però a conclusioni differenti. Nel corso della trasmissione 60 minutes, in onda sulla CBS, è stato mostrato come tutte le persone coinvolte da questa malattia avessero lavorato o si fossero concentrate sulla Russia.

A confermare la versione sarebbe anche l’avvocato di una ventina di vittime, Mark Zaid, il quale ha indicato come fil rouge tra i suoi clienti il fatto che tutti stessero lavorando a qualcosa di relativo alla potenza moscovita.

Anche Greg Edgreen, uno degli investigatori autori della prima indagine condotta dal Pentagono, ha indirizzato i suoi sospetti verso il Cremlino. Secondo The Insider, inoltre, la chiave del legame con l’intelligence russa sarebbe lo chef Vitaly Kovalev, fermato nel 2020 in Florida per guida pericolosa e successivamente indicato come spia russa. Nell’auto di Kovalev venne ritrovato un dispositivo utile per cancellare i dati dal veicolo computerizzato, compresi i tracciamenti GPS. Dopo 30 mesi di carcere lo chef, che aveva studiato presso un istituto militare, è tornato in Russia ed è morto sul fronte ucraino.

Christo Grozev, giornalista bulgaro a capo del gruppo investigativo Bellingcat e amico dell’oppositore russo Alexei Navalny, ha individuato un collegamento con gli 007 russi, premiati per lo sviluppo di “armi acustiche non letali”. Lo stesso Grozev, è intervenuto sul caso Kovalev. Come dichiarato a 60 minutes , infatti, per lui una teoria “è che Kovalev sia stato mandato al fronte per essere eliminato”.

L’indagine di The Insider indicherebbe in particolare il coinvolgimento dell’unità top secret 29155 del servizio segreto russo, specializzata in sovversioni, sabotaggi e assassini e operante da una decina di anni anche nel territorio europeo. A sostegno di ciò, ci sarebbe il coinvolgimento di Albert Averyanov, figlio del comandante dell’unità 29155 e presente nel 2021 in Georgia in coincidenza con i sintomi subiti da un diplomatico e dalla sua famiglia.

Insomma, mentre in Europa sale la preoccupazione per l’allerta Dengue, oltreoceano si torna a parlare della sindrome dell’Avana e non senza timori.

La smentita del Cremlino

A smentire le accuse mosse è stato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, il quale alla Tass ha affermato:

Sapete che questo non è affatto un argomento nuovo. Il tema della cosiddetta sindrome dell’Avana è stato discusso sulla stampa per molti anni. E molto spesso, fin dall’inizio, è stato in qualche modo collegato ad accuse alla Russia, ma nessuno ha pubblicato o espresso una conferma convincente di queste accuse infondate. Tutto questo non è altro che un’accusa priva di fondamento, un’accusa infondata da parte dei media.

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