Di seguito riportiamo l’intervista realizzata ad Alessandro Cocco, CEO di Unicron Associates, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull’indice Ftse Mib e su diverse blue chips.
Il Ftse Mib ha chiuso la settimana oltre quota 24.500 punti. Quali le attese per le prossime sedute?
Il Ftse Mib ieri è sceso anche sotto i 24.500 punti, salvo poi risalire la china e spingersi a ridosso dei top intraday in chiusura di seduta.
La discesa di ieri sotto i 24.537 punti è stata passeggera e questo lascia ben sperare in un seguito rialzista, con primo approdo dell’indice in area 24.950/25.000 e step successivo intorno ai massimi del 29 marzo scorso a ridosso dei 25.375/25.500 punti.
La mia view nel breve è positiva sul Ftse Mib, per il quale mi aspetto ulteriori sviluppi positivi nel breve.
Cosa può dirci dell’attuale impostazione di Unicredit e Intesa Sanpaolo e quali strategie ci può suggerire per entrambi?
Unicredit dopo la buona seduta del 10 maggio ha continuato a salire e una volta arrivato intorno ai 9,5/9,8 euro ha rallentato la salita.
Il titolo ha superato i massimi del 29 marzo a 10,48 euro e questo ha dato forza alla view positiva.
Mi aspetterei ora un ritracciamento di Unicredit verso i 10,5/10,25 euro, per poi magari ripartire al rialzo con un po’ più di sprint, ossia con più volumi e volatilità.
Sotto i 10,25 euro si rischierà una flessione più ampia verso i 9,88 e i 9,49 euro, con possibili proiezioni fino ai 9,1 euro. Al rialzo, al superamento di quota 11 euro Unicredit potebbe salire in maniera anche veloce verso i 12 euro.
Intesa Sanpaolo non ha dato vita a un rialzo come quello di Unicredit, ma ha violato bene i 2 euro. Il titolo segue un po’ di più l’indice Ftse Mib e mentre per Unicredit ci aspettiamo un ritracciamento, per Intesa Sanpaolo vediamo dei rialzi un po’ più elastici.
Al rialzo il prossimo ostacolo è a 2,09 euro, oltre cui si guarderà ai 2,14 e successivamente ai massimi del 29 marzo a 2,18 euro.
Al ribasso occhio al supporto a 1,98 euro, sotto cui l’attenzione andrà rivolta ad area 1,93 euro, soglia che potrebbe contenere eventuali ribassi.
Come valuta i recenti movimenti di STM e Telecom Italia e quali indicazioni ci può fornire per entrambi?
STM il 10 maggio ha segnato un minimo a 33,18 euro e quest’area potrebbe essere un supporto valido in caso di ritorni verso il basso.
Dopo le perdite subite dal 17 maggio, la seduta di giovedì scorso è stata importante, visto che STM è andato a violare i massimi del giorno prima.
Ora bisognerà superare al rialzo i 37,48 euro, oltre cui non sarà da escludere un allungo verso i 39,4 euro. Al ribasso occhio ai 34,98 euro, perchè in caso di violazione si tornerà verso i minimi del 10 maggio a 33,18 euro.
Telecom Italia sembra uscito da quel trend ribassista, ma non ha avuto quel seguito rialzista che qualcuno si sarebbe potuto aspettare, muovendosi tra 0,28 e 0,26 euro.
Il titolo è in congestione e fatica a prendere una nuova direzionalità, ma se andiamo a vedere i minimi del 9, 19 e 25 maggio, tracciando una trendline si nota che i rialzi del 25, 26 e 27 maggio, sono andati a testare la suddetta trendline, mostrando un po’ più di spinta rialzista rispetto alla congestione.
Sopra 0,2856 euro Telecom Italia potrà salire verso quota 0,2945 euro prima e in seguito verso area 0,3 euro.