Differenza tra capitale assicurato, decrescente, indicizzato, protetto e rivalutabile

Nel mondo delle polizze vita, il termine capitale ricorre in diverse espressioni, ciascuna con il proprio significato. Vediamone insieme alcune.

Il seguente articolo è stato realizzato in collaborazione con FWU, compagnia assicurativa fondata a Monaco di Baviera nel 1983, attiva anche in Italia.

Quando si decide di attivare una polizza vita è necessario approfondire la conoscenza di questo prodotto, partendo dall’analisi di alcuni termini.

Uno dei più rilevanti e ricorrenti è sicuramente “capitale”, utilizzato in diverse espressioni, ciascuna delle quali assume significati ben precisi.

Di seguito analizzeremo cinque tipologie di capitale, evidenziandone i tratti distintivi: capitale assicurato, decrescente, indicizzato, protetto e rivalutabile.

Capitale assicurato

Quando si parla di capitale assicurato in relazione a una polizza vita, ci si riferisce alla somma che viene erogata al beneficiario in caso di morte dell’assicurato, oppure a una scadenza predeterminata, se quest’ultimo è ancora in vita.

L’entità del capitale assicurato è direttamente proporzionale alla somma di denaro assicurata; più alto sarà il capitale assicurato, più elevato sarà il premio da versare alla compagnia.

La legge italiana prevede attualmente alcuni limiti con riferimento all’ammontare del capitale assicurato ma anche all’età della persona assicurata.

Nel dettaglio, il capitale assicurato non può superare il tetto massimo di 2 milioni di euro e, se il contraente ha più di 60 anni di età, dovrà sottoporsi a degli esami clinici, insieme ai quali potrebbe essere richiesto anche un certificato medico attestante la sua buona salute.

La procedura è analoga quando il capitale assicurato è superiore a 250.000 euro, mentre questi vincoli non sussistono se la persona assicurata ha un’età inferiore ai 60 anni, visto che in tal caso si potrà produrre semplicemente un’autocertificazione.

Capitale decrescente

La definizione di capitale decrescente ricorre nelle polizze vita che presentano un’opzione particolare, ossia la riduzione del capitale versato all’aumentare degli anni di vita e del periodo di copertura previsto dall’assicurazione.

La formula del capitale decrescente si ritrova tipicamente nella polizza vita temporanea caso morte, una tipologia di copertura con una durata prefissata, scelta dal sottoscrittore in base alle sue esigenze.

La polizza vita a capitale decrescente viene solitamente utilizzata per coprire determinati rischi finanziari ed è spesso associata a un mutuo e più in generale a un finanziamento.

Al diminuire del debito residuo decresce il capitale assicurato, che viene immediatamente liquidato ai beneficiari al verificarsi della morte dell’assicurato o in caso di invalidità permanente.

In questi casi, la compagnia assicurativa liquiderà agli aventi diritto il capitale necessario per estinguere il debito residuo.

Capitale indicizzato

L’espressione capitale indicizzato è solitamente utilizzata per riferirsi a una formula che lega il capitale assicurato all’inflazione, calcolata in Italia dall’Istat (Istituto Nazionale di Statistica).

Con il capitale assicurato, il sottoscrittore di una polizza vita si garantisce una rivalutazione del capitale sottoscritto, recuperando così la perdita del potere d’acquisto che si materializza proprio in conseguenza dell’inflazione.

La formula del capitale indicizzato è alla base delle polizze vita indicizzate, che prevedono una rivalutazione sia del premio che del capitale, in base all’andamento dell’indice dei prezzi al consumo.

Le assicurazioni indicizzate possono essere a media indicizzazione, quando la variazione del premio è inferiore rispetto alla prestazione della compagnia assicurativa, e ad alta indicizzazione, quando la variazione di premio e prestazione avviene nella stessa misura.

Capitale protetto

La polizza vita a capitale protetto si distingue per alcune particolari tecniche di gestione che permettono di ridurre il rischio di perdita del capitale, senza tuttavia garantire la totale restituzione dello stesso.

In tal senso il capitale protetto si distingue dal capitale garantito, che invece consente al sottoscrittore di rientrare in possesso in qualsiasi momento del capitale versato, o di una percentuale stabilita dello stesso, al netto di eventuali costi di sottoscrizione.

Chi sceglie la formula del capitale protetto mira il più possibile a mettere al riparo il capitale versato nella polizza vita dalle perdite che possono materializzarsi in seguito alle fluttuazioni dei mercati finanziari.

Capitale rivalutabile

Il capitale rivalutabile nelle polizze vita si riferisce una prestazione in cui l’ammontare del capitale aumenta in funzione di alcune variabili.

In una polizza vita a capitale rivalutabile, il contraente effettua dei versamenti periodici alla compagnia, che investe in una gestione separata le somme incassate.

A prescindere dall’andamento della suddetta gestione separata, quindi indipendentemente dal fatto che la stessa realizzi o meno profitti, una polizza vita a capitale rivalutabile garantisce una crescita del capitale.

La rivalutazione avviene ogni anno e, nelle polizze a capitale rivalutabile, è garantito un rendimento minimo, generalmente basso, cui si accompagna una crescita graduale del capitale nel lungo periodo.

Il seguente articolo è stato realizzato in collaborazione con FWU, compagnia assicurativa fondata a Monaco di Baviera nel 1983 e attiva anche in Italia.

Davide Pantaleo
Davide Pantaleo
Davide Pantaleo da quasi un ventennio si occupa di Borsa e Finanza. Dopo aver svolto per diversi anni l'attività di promotore finanziario in Italia e all'estero, nel 2005 entra nel team di Trend-online con l'incarico di redattore.
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