Decreto sostegni ter: tra ristori e bollette tutti gli aiuti

Nuovo blocco di contributi a fondo perduto nel decreto sostegni ter. Previsti ristori per i settori in crisi. Stanziati 400 milioni contro il caro bollette.

Il provvedimento per i sostegni alle imprese in crisi e le misure contro il caro bollette andrà a costituire il decreto-legge di 3,5 miliardi, per cui ieri il Consiglio dei ministri ha dato il via libera.

Dopo numerose riunioni funzionali a ricercare una soluzione che gestisca la delicata questione circa possibili extraprelievi ai danni dei produttori di energia, che avevano portato numerose fibrillazioni alla vigilia del provvedimento, il governo Draghi ha potuto cosi definire le nuove misure per contrastare il caro energia attraverso l’adozione del decreto-legge sostegni ter.

Al momento è bastata la bozza del decreto, presso il Consiglio dei ministri, a suscitare grandi discussioni. A partire da gran parte delle imprese, energivori in testa, che risultano scontente delle misure considerate nel nuovo provvedimento.

Ma anche la scelta di andare a colpire gli extraprofitti di alcuni impianti rinnovabili non soddisfa. La manovra pensata non agirebbe attraverso una nuova tassa, ma mediante un “meccanismo di compensazione”, con il quale si farebbero emergere eventuali extraguadagni per queste aziende. Un tema controverso che aprirebbe la strada a possibili ricorsi.

Bisognerà vedere se questo provvedimento sarà adottato poiché, nei giorni scorsi, si dava per abortita una simile ipotesi, che è rispuntata all’interno della bozza del pacchetto di misure presentato ieri in Cdm.

Decreto Sostegni 2022: ecco cosa prevede

Il provvedimento conterrà anche, per la prima volta, una riduzione degli aiuti ambientalmente dannosi nonché il tanto contestato prelievo sugli extraprofitti incassati dai produttori di energia rinnovabile. E’ stato cancellato il rifinanziamento della quarantena come malattia per i lavoratori.

Non è stata prevista neppure una nuova Cig Covid, resta uno sconto sugli ammortizzatori ordinari per alcuni settori per tre mesi. Diversi sono anche gli stanziamenti destinati a cultura, sport, spettacoli, turismo, commercio.

Sarà quindi un decreto snello, che non comporterà un nuovo scostamento di bilancio, come richiesto dagli esponenti della maggioranza in cabina di regia), che andrà incontro alle criticità di questo inizio d’anno tra Covid e super inflazione.

Grazie ai proventi delle aste sui permessi per le emissioni di CO2, il governo ricava 1,7 miliardi per tagliare il costo dell’energia elettrica (nessun intervento invece sul gas) alle imprese con potenza pari o superiore a 16,5 kilowattora e alle aziende “energivore” i cui costi medi nell’ultimo trimestre 2021 sul 2019 sono superiori del 30%.

Alle prime vengono annullati gli oneri di sistema dovuti nel primo trimestre di quest’anno. Le seconde ricevono un credito di imposta corrispondente al venti per cento delle spese sostenute per l’energia acquistata e utilizzata nel primo trimestre 2022.

Si chiede un contributo – dal primo febbraio al 31 dicembre di quest’anno – agli operatori che producono energia da fonti rinnovabili: fotovoltaico (di potenza superiore a 20 kilowattora), idroelettrico, geotermico, eolico.

Decreto sostegni su ristori e bollette: i nodi da sciogliere

Il decreto su ristori e bollette arriverà quindi in Cdm con diverse difficoltá ,sia a livello tecnico che politico  tecnico-politici, da risolvere.

Un dato é certo, parliamo di circa 2,8 milardi suddivisi per i seguenti interventi:

  • 800 milioni per sostenere i settori che stanno risentendo maggiormente della crisi;
  • 500 milioni da destinari a Comuni e Regioni per fronteggiare l’aumento del costo dell’energia;
  • 1,5 miliardi per contribuire alla riduzione delle bollette delle imprese in difficoltà.

A cui andranno presumibilmente ad aggiungersi altri 2,5 miliardi, collegati ad un’operazione non facile sugli oneri di sistema e che potrebbe essere rinviata ad un momento successivo, probabilmente realizzabile attraverso un secondo decreto post elezione del presidente della Repubblica.

Il Governo sta concretamente lavorando su alcune proposte che provengono dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi che ha consegnato nelle mani di Draghi a Palazzo Chigi nella giornata di ieri, poroposte volte a dare qualche garanzia ai settori industriali, che rischiano la chiusura, sull’utilizzo di una certa quantitá di energia da fornire a prezzi piú bassi. 

Il designato alla gestione dell’intera operazione é il Gse ovvero il Gestore dei servizi energetici cui spetta l’arduo compito di provvedere a compensare la differenza di prezzo dell’energia ricorrendo o alla riduzione degli incentivi riconosciuti ai produttori di energia rinnovabile o spalmando gli stessi su un peridio di tempo maggiore. 

Da questo intervento si presume un ricavo di 2,5 milardi con  la possibilitá di non costituire un ulteriore aggravio sui conti pubblici. Per quanto riguarda, invece, i ristori che dovranno essere forniti ai settori in crisi l’intervento prevede uno stanziamento ben al di sotto del miliardo.

Gli 800 milioni saranno divisi tra più ministeri: il Ministero per lo Sviluppo economico stanzierà 360 milioni suddivisi tra 200 destinati al commercio al dettaglio, 100 per il comparto tessile e la pelletteria, 40 al settore del wedding e dell’intrattenimento, 20 alle discoteche e alle piscine. Importo simile (350 milioni) sarà destinato al turismo, comprese agenzie di viaggio e tour operator.

Al trasporto pubblico locale saranno destinati 200 milioni, che andranno destinati soprattutto a bus a lunga percorrenza e a quelli turistici. Un centinaio di milioni, invece, andranno alle librerie, ai cinema e ai teatri. Infine, 40 milioni saranno a beneficio dello sport.

Allo studio anche un pacchetto di Cassa integrazione non più a carico dello Stato come per la Covid ma ordinaria e scontata, con un ticket di prelievo più basso per le aziende.

Poi c’è la norma che suscita discussioni: ossia il meccanismo di compensazione a due vie con il quale viene fissata una sorta di tetto, un’equa remunerazione sul prezzo dell’energia pari alla media storica dei prezzi di mercato relativi a ciascun impianto dall’entrata in esercizio fino a tutto il 2020.

Sarà chiesto a una parte degli impianti di restituire, fino a tutto l’anno in corso, la differenza tra i prezzi che ci saranno sul mercato e quell’asticella. Sarà il Gse, che avrà il ruolo di regista degli incentivi, a gestire il meccanismo: qualora i prezzi scendessero sotto quel livello, allora i produttori incasseranno. In caso contrario, invece, la differenza tornerà nelle mani del Gse. E andrà ad abbattere gli oneri.

Le stime fanno supporre di poter ricavare da 1,5-2 miliardi fino a 5 miliardi ma tutto dipenderà da come il prezzo si muoverà quest’anno e, soprattutto, dalla platea interessata.

Per un dato definitivo, bisognerà però attendere l’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera) che, entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto, dovrà decidere come dar seguito a questi provvedimenti.

Decreto sostegni 2022: il contesto

Se dovessero perdurare i prezzi attuali del gas, ossia 80 euro per megawattora, la bolletta energetica del 2022 con l’estero sarà di 88 miliardi di euro, circa il doppio rispetto ai 48 miliardi stimati per il 2021 e quasi 4 volte i 23 miliardi del 2020.

Questo conto lo pagheranno, innanzitutto, le imprese energivore, quelle che consumano molto energia, ma anche milioni di piccole e medie imprese, che rappresentano la spina dorsale della nostra imprenditoria che in molti casi, rischiano di non farcela.

Di fronte ad un aggravio di decine di miliardi delle bollette energetiche, soprattutto da gennaio 2022, quanto stanziato dal governo nella bozza del decreto, circa 2 miliardi di euro, sembra essere una misura molto limitata.

Gran parte di questa copertura verrà dal ricco contributo delle aste CO2, raddoppiato nel 2021 grazie proprio a quei prezzi della CO2, che sono triplicati in un anno, e che sono pagati dalle stesse aziende che adesso ricevono una parziale compensazione. 

Decreto Sostegni 2022: l’insoddisfazione delle imprese 

Un intervento che non ha soddisfatto le imprese energivore, che lo ritengono particolarmente limitato. Al tempo stesso ha scontentato anche il settore delle rinnovabili.

Gli imprenditori trovano assolutamente inadeguato il nuovo decreto di recente approvazione e comprensivo delle misure sull’energia. La critica maggiore riguarda il fatto che non si é tenuto conto che porspetticamente la bolletta potrebbe arrivare fino a trentasette miliardi per quest’anno e ventuno per l’anno porssimo. 

Sempre secondo gli imprenditori le soluzioni adottate dal Governo porteranno le imprese in breve tempo ad una forte riduzione della produzione se non addirittura ad un blocco. 

quelle del governo sarebbero misure congiunturali e non strutturali, che comporteranno nel breve periodo che le imprese saranno costrette a ridurre o addirittura sospendere la produzione.

Decreto Sostegni 2022: nuovi ristori ai settori in crisi

Il decreto prevede, inoltre, uno stanziamento frammentato di importi da destinarsi ai settori in crisi. Alle imprese che sono state chiuse per legge andranno 30 milioni oltre alla sospensione del pagamento di ritenute e Iva dovuti a gennaio, spostati nel secondo semestre dell’anno.

Anche il commercio al dettaglio otterrà un sostegno attraverso lo stanziamento di 200 milioni di contributi a fondo perduto. Poi ci sono 20 milioni alle altre attività (parchi, zoo e acquari) e 40 milioni ai settori (wedding e catering),e altrettanti a bar e piscine.

Alle imprese del commercio tessile e pelletteria 100 milioni sotto forma di credito di imposta. Al turismo 228 milioni tra decontribuzione e credito di imposta. Il bonus terme viene prorogato: si potrà usare fino al 31 marzo.

La cultura riceve 111,5 milioni per cinema, spettacoli, audiovisivi, circensi. Lo sport 40 milioni. Il trasporto pubblico locale 100 milioni.

Gli allevatori di suini 50 milioni contro la peste africana. Gli enti locali 400 milioni contro il caro bollette e per le spese Covid. Altre 26 settimane di Cig per le grandi aziende strategiche come l’Ilva (43 milioni).

Poi 45 milioni per le mascherine Ffp2 della scuola e 150 milioni in due anni per gli indennizzi da danni in seguito al vaccino contro il Covid. Una stretta anti-frode infine sul Superbonus 110%: sarà cedibile una sola volta. Scontenta l’Ance.

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