Bonus casa, che succede dopo direttiva case green. Ecco chi ci rimette

Approvata la direttiva case green contro gli edifici inquinanti e saltano anche alcuni importanti bonus casa. Chi ci rimette e cosa succede ora.

L’approvazione della direttiva comunitaria sulle case green rappresenta uno stretto giro di vite nei confronti degli immobili più inquinanti e fa saltare anche alcuni bonus casa ad essi collegati.

Manca solo un ultimo passaggio in Consiglio, prima di avere tra le mani il provvedimento definitivo, ma se tutto resta così come approvato in Parlamento Ue, ecco che già entro fine anno dovremo dire addio ad alcuni incentivi fiscali.

Il testo attuale infatti prevede che, da gennaio 2024, non sarà più possibile incentivare (con aiuti economici da parte dei vari Stati membri), l’acquisto di caldaie a gas.

Meno che niente per ciò che riguarda gli edifici di nuova costruzione o le ristrutturazioni, che non potranno più contemplare l’utilizzo di fonti fossili per l’approvvigionamento energetico.

Bonus casa, addio alle caldaie a gas. Cosa succede nelle case green

A rimetterci dunque sono tutti coloro che a oggi si ritrovano ad essere proprietari di case classificate in classe energetica G oppure F.

Fino al 2030, tali diretti interessati, hanno il tempo per poter eseguire dei lavori di ristrutturazione tali da consentire alla casa di fare il salto di qualità e arrivare perlomeno in categoria E.

Entro il 2033 però, vale a dire da qui a una decina di anni, tutte le case già in categoria E dovranno passare in D.

Va da sé che coloro che si trovano in categoria F oppure G hanno tutto l’interesse nel provvedere a “saltare” direttamente in D, per non dover poi ricominciare daccapo con la ristrutturazione dopo il 2030.

Coloro che invece sono attualmente in categoria E possono stare più tranquilli, dal momento che hanno a disposizione decisamente più tempo per valutare l’intervento necessario da eseguire, al fine di approdare in classe energetica D.

Tutti coloro che invece pensavano di poter usufruire del bonus caldaia a gas quale incentivo fiscale, non ne avranno più la possibilità, a partire dal prossimo mese di gennaio.

La normativa però specifica, a tal proposito, che se una caldaia di nuova generazione ovvero a condensazione è presente insieme a una pompa di calore in casa, allora risulta ecosostenibile.

Gli incentivi previsti ad esempio dall’Ecobonus saranno destinati all’acquisto di altre tipologie di caldaie, come quelle ad idrogeno ad esempio (che è una fonte rinnovabile) oppure ai sistemi ibridi, per l’appunto, in combinazione con pompe di calore.

Case green, la direttiva Ue impone la ristrutturazione. Quali i bonus casa

Se dunque l’obbligo arriva dall’alto, ci si domanda a questo punto, quali possano essere i mezzi da utilizzare per allinearsi a tali disposizioni.

Si esclude il ritorno a un finanziamento dei lavori al 110%, come avvenuto negli ultimi anni con il Superbonus. Ma, senza dubbio, è impensabile pensare di poter ricorrere a “semplici” detrazioni fiscali negli anni a venire, perché ciò significherebbe che i proprietari degli immobili devono anticipare personalmente tutte le somme necessarie a coprire i costi dei lavori edili.

La direttiva però già sembra mostrare la via da seguire. Infatti, si specifica che finanziamenti e bonus andranno ai soggetti cosiddetti vulnerabili, in sostanza alle famiglie a basso reddito.

Un’indicazione che non necessita certamente di grandi sforzi di interpretazione, perché sembra escludere a priori i proprietari di ville unifamiliari, in favore invece di incapienti e condomini.

È pur vero che un adeguamento energetico di questo genere comporta per la famiglia un risparmio sulla bolletta del gas, stimato in media tra i 2.000 e i 3.000 euro all’anno. Ma è altrettanto certo che anticipare il denaro necessario, attendere le detrazioni fiscali e ammortizzare la spesa nel tempo è un gioco che non vale la candela.

Secondo le stime, occorrono in media 55.000€ per la riqualificazione energetica, in linea con la direttiva case green voluta dall’UE, di un appartamento di 105 metri quadrati, in un condominio anni ‘80 sul mare.

Direttiva case green e bonus casa: come risparmiare sulla ristrutturazione

Innanzitutto è doveroso precisare che il testo approvato in Parlamento passerà in Consiglio UE, per una serie di negoziati che porteranno alla direttiva finale e definitiva.

È proprio in questa fase che gli Stati membri hanno la possibilità di intervenire, motivo per cui anche l’Italia avrà la possibilità di “tirare l’acqua al suo mulino”.

Sappiamo già che il Governo Meloni si opporrà a una serie di provvedimenti, visto che in un Paese come il nostro, con uno dei parchi immobiliari più datati, come ad esempio la Spagna, i costi per una riqualificazione del genere, e con questi tempi così stretti da rispettare, sono insostenibili.

I proprietari di casa sono in allerta è, stando ai sondaggi di Facile.it, la maggior parte è disposta a vendere e ad andare a vivere in affitto.

E non sono pochi coloro che dichiarano di non poter ottemperare alla legge e che, se scoperti, affronteranno in seguito le conseguenze.

La maggioranza invece si dice disposta ad adeguarsi ma a patto che arrivino gli incentivi statali e che, soprattutto, siano gestiti meglio rispetto a quanto fatto invece con il Superbonus 110.

Natalia Piemontese
Natalia Piemontese
Consulente lavoro online e professioni digitali, classe 1977. Sono Natalia, Piemontese di cognome, pugliese di nascita e calabrese d'adozione. Laureata in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Bari, ho conseguito un Master in Selezione e Gestione delle risorse umane. Mamma bis, scrivo sul web dal 2008. Sono specializzata in tematiche del lavoro, business nel digitale e finanza personale. Responsabile del blog #mammachebrand, ho scritto un e-book "Mamme Online, come gestire casa, lavoro e figli".
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